Riflessioni dopo “Carta bianca” dello scorso 28 giugno

Sulla famiglia occorre investire in maniera stabile

Caro direttore,
condivido la decisione, che credo sincera, di voler far partecipare tutti i cesenati alle scelte complessive di bilancio. Temo che questo risultato difficilmente possa essere raggiunto in modo compiuto per il Preventivo 2014, infatti ancora non sono diffusi tutti i documenti di cui è composto il bilancio, le necessarie illustrazioni per consentirne la comprensione alla generalità dei cittadini non sono calendarizzate ed un bilancio trasparente è prerequisito indispensabile per una reale Partecipazione.

Essendo trascorsi solo due giorni e tre notti dalla presentazione da parte dell’Amministrazione comunale e per gli esigui tempi d’intervento consentiti, mi focalizzo sull’aumento previsto, rispetto allo scorso anno, della tassazione e sull’aumento correlato della spesa comunale, per circa 1 milione di Euro, di fatto relativo solo agli ultimi 4 – 5 mesi dell’anno, visto che sino ad agosto si può spendere in misura uguale al corrispondente periodo 2013. Infatti fino ad allora, in assenza di un bilancio preventivo approvato, valgono le regole dell’esercizio provvisorio. Inoltre, anche la modifica delle regole contabili a cui dovrà attenersi il Comune dal bilancio 2015 (quando dovranno imputarsi le previsioni di spesa delle opere pro quota che si intendono realizzare nell’esercizio, e non il previsto costo complessivo di realizzazione di un’opera anche pluriennale, come accade ora) dovrebbero indurre a rivalutare le voci di spesa per quegl’interventi non completamente realizzabili entro l’esercizio in corso.

Per quanto detto, per la situazione di difficoltà economica che da diversi anni colpisce tantissimi di noi e per la mancanza del previsto contributo regionale, saggezza vuole il rinvio della realizzazione prevista per Piazza della Libertà. Le scelte sulla tassazione sono troppo stressanti, sia per gl’importi richiesti, sia per le modalità di calcolo che dovrebbero prevedere sì rimodulazioni articolate per considerare i carichi famigliari, le condizioni occupazionali, i livelli reddituali e patrimoniali, ma predefinite, in modo da evitare un delirio burocratico con il calcolo dell’Isee autonomo da parte dei contribuenti, le cui regole sono state modificate e non ancora rese note.

I terreni agricoli e le seconde case affittate a libero mercato dovrebbero avere un’Imu inferiore a quella massima, anche se, per quest’ultime, superiore a quelle affittate a canone concordato, per favorire l’agricoltura, da un lato e chi fronteggia l’emergenza abitativa, dall’altro. Per le imprese va pensata una rimodulazione collegata al parametro occupazionale. La Tasi per le prime case non deve superare eccessivamente per la generalità dei contribuenti l’Imu 2012. L’addizionale comunale Irpef non dovrebbe gravare su chi ha un reddito sotto i 16.000 € lordi annui, anche attraverso il meccanismo della restituzione, ed è troppo elevata in particolare per chi ha redditi tra i 28 ed i 55.000 €. La progressività dell’imposta fra la fascia di reddito 55.000 – 75.000 € e la fascia oltre i 75.000 € è formale.

Da evitare soprattutto una riscossione di addizionale Irpef da famiglie e persone cui si riconoscono sussidi comunali a vario titolo, con inutili appesantimenti burocratici. Per una valutazione completa della manovra sulla tassazione, si dovrebbe discutere anche di Tari e disporre dei regolamenti applicativi di tutte le imposte. Condivido le priorità poste: la tutela di famiglie e persone in difficoltà, lo sviluppo ed il lavoro, l’attenzione alla qualità della vita dei cittadini.

Maria Grazia Bartolomei
coordinatrice provinciale Centro Democratico

Carissima Maria Grazia,
mi permetto solo una breve annotazione (ti rimando anche al pezzo a pag. 14). Calcolo dell’Isee e redditi sotto ai 16mila euro sono parametri che a volte mi sfuggono. Certamente ci sono famiglie che vivono dentro questi range: non lo metto in discussione. Ma la vera sfida è creare condizioni perché la famiglia sia sostenuta come bene sociale e non solo quando si trova ai margini. Si tratta di una prospettiva totalmente diversa. Invece noi ormai abbiamo imparato a ragionare solo di emergenze.

Non abbiamo ancora compreso che o in Italia si inverte il trend demografico oppure questo Paese, con la sua storia e ciò che nei secoli ne è derivato, è condannato a una lunga, lenta e costante decadenza. I nostri cugini francesi ce lo stanno insegnando a chiare lettere: investono a piene mani sulla famiglia con risultati egregi, ma noi, a queste latitudini, non vogliamo neppure sentirne parlare. Anzi, da noi sembra si faccia di tutto per distruggerla, la famiglia.

Cordialità.

Francesco Zanotti
zanotti@corrierecesenate.it

Pubblicato giovedì 3 Luglio 2014 alle 00:01

Una risposta a “Riflessioni dopo “Carta bianca” dello scorso 28 giugno”

Commenti

  1. Roberto Baldinini 11 Lug 2014 / 19:48

    “Da noi sembra si faccia di tutto per distruggerla, la famiglia”, mi è tornata in mente questa frase oggi stesso, quando ho scoperto per puro caso che il 25 Giugno l’Italia ha votato CONTRO la risoluzione ONU per la protezione della famiglia:

    http://www.lamadredellachiesa.it/onu-si-alla-protezione-della-famiglia/

    E provate a cercare le giustificazioni addotte dai paesi che hanno votato contro…

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