Situazione del centro di Cesena: parla il parroco del duomo

CESENA – Centro città rivedibile, torniamo in argomento. Dopo il Primo piano della scorsa settimana dedicato alla desolazione in centro storico a Cesena, come proposto fin dal titolo di prima pagina, abbiamo ascoltato in merito il parroco della Cattedrale, don Giordano Amati, che da tempo mette in evidenza il calo delle presenze in città.

Don Giordano, che è successo con la chiusura del parcheggio di piazza della Libertà? Ha notato minore affluenza anche in Duomo?

Dopo la chiusura di piazza della Libertà si è visto subito un calo di frequenza alle celebrazioni in Duomo. Ciò non è affatto spiegabile col fenomeno più generale della diminuzione della pratica religiosa. Infatti si tratta, nel nostro caso, di un minore afflusso conseguito subito e direttamente alla chiusura della piazza della Libertà e soprattutto in seguito all’installazione delle telecamere ai “varchi”. Questo calo si nota sia nelle Messe quotidiane, sia soprattutto in quelle festive e nelle celebrazioni più importanti e solenni presiedute dal vescovo. Era comodo alla domenica, soprattutto per chi proveniva dalla periferia e dalla campagna, trovare il parcheggio libero e gratuito, fare una passeggiata per una colazione in centro; e questo non solo per gli anziani che faticano a camminare. La lamentela è generale, non solo degli anziani. A occhio si può parlare di una diminuzione del 30 per cento.

È vero che molti domandano di fare i funerali direttamente in cimitero?

Per quanto riguarda i funerali valgono le stesse osservazioni. Per comodità di parcheggio molti vengono celebrati nella cappella del cimitero urbano o in quello di Tipano nel caso di cremazione. D’altronde, come si fa ad “accompagnare” la salma di un defunto quando alle 10 del mattino (orario della Messa) bisogna cercare parcheggio chissà dove?

Anche per le confessioni i fedeli preferiscono i luoghi meno frequentati?

Per le confessioni c’è ancora una buona frequenza in Duomo, grazie al servizio costante e generoso svolto dai canonici e da altri sacerdoti disponibili sia al mattino che al pomeriggio.

Lo svuotamento del centro storico è dovuto anche alla fuga delle attività di ogni tipo. È cambiato il modo di fare la spesa e di fare lo shopping? La gente in genere preferisce i centri commerciali?

Sono parroco in Duomo ormai da 8 anni e penso di conoscere abbastanza bene il territorio della parrocchia che si estende per tutto il centro storico. Ogni anno che passa – soprattutto in questi ultimi due anni – si nota uno svuotamento graduale e generalizzato di ogni tipo di attività, in particolare nella zona attorno a piazza della Libertà: non solo negozi e bar, ma anche uffici e altri servizi pubblici. Basterebbe una mattina qualsiasi andare alle Poste o alla Cassa di Risparmio per vedere la differenza rispetto a qualche anno fa. Nel pomeriggio sembra di essere nel deserto.

Che si aspetta per il prossimo futuro? Quali suggerimenti all’Amministrazione comunale?

Cosa sarà piazza della Libertà dopo i lavori in corso? Per ora so soltanto che è senz’altro un disastro. Non ci vuole molto a pensare che la situazione sarà migliore di ora che è chiusa; ma il danno economico arrecato alle attività è certo e irreparabile. Non mi compete di dare consigli all’Amministrazione comunale, soprattutto ora che le decisioni sono state prese e nonostante le migliaia di firme raccolte non si è fatto un passo indietro. Il mio auspicio è che i lavori finiscano senza ritardi e che la nuova piazza sia effettivamente un punto di ritrovo della gente.

La parrocchia del Duomo si svuota o si anima lo stesso?

È ovvio che la parrocchia del Duomo non muore a causa della piazza della Libertà. Grazie a Dio ci sono famiglie e ragazzi che partecipano alle celebrazioni in Duomo e alle attività pastorali che si svolgono alle Opere parrocchiali accanto alla chiesa dei Servi.

Da ultimo, don Giordano, può farci una fotografia della parrocchia da lei guidata?

Una buona parte della popolazione è composta da famiglie residenti stabilmente: sono i 2/3. C’è una parte composta da studenti e professionisti che abitano qui solo ‘di passaggio’, in modo non stabile. Infine, c’è una parte composta da famiglie immigrate (ma coi bambini nati tutti a Cesena e frequentanti le nostre scuole) che provengono dalla Nigeria e dal Benin e sono cristiane (nella zona della Valdoca) o dai Paesi magrebini e sono islamici (zona Sant’Agostino e Boccaquattro). Dai dati della Caritas parrocchiale si è notato negli ultimi anni un sensibile calo di immigrati. La crisi economica li sta convincendo ad andarsene altrove.

Pubblicato giovedì 23 Marzo 2017 alle 00:02

Trattandosi di un vecchio articolo non è più possibile commentare.

Brevi quotidiane

Ultimi articoli

Ultimi interventi

Parole di Vita

Archivio Documenti