All’Osservanza risplende la quattrocentesca Immacolata

Dal 1501 al 1796 ogni anno, a dicembre-gennaio, la municipalità di Cesena offrì l’olio (lo documentano i registri di spesa del Comune) per la lampada che ardeva nella chiesa dell’Osservanza davanti a una Madonna con Bambino nota come Immacolata Concezione.

Per quale motivo? Ecco, fra le varie, la testimonianza di don Francesco Zarletti (1824-1904) contenuta nei suoi Monumenti cesenati (c. 435r): «Non si deve dimenticare quello che una costante tradizione ci ha tramandato circa il flagello della peste avvenuta l’anno 1501 in Cesena, cioè che mediante l’intercessione di una statuetta di legno che rappresentava l’Immacolata Concezione, che in allora si adorava nel coro di questa chiesa che poi fu messa sopra l’altare maggiore, ottenesse da Dio la grazia di liberarci dal flagello della peste. I Cesenati grati di un tanto favore vollero eternare la memoria col far dipingere in una lunetta del chiostro la copia della tavoletta che fu messa dentro la chiesa in rendimento di grazie».

Questa bella e tenera immagine mariana, negli ultimi tempi rimasta in oblio, può ora essere ammirata e venerata nella chiesa dell’Osservanza: grazie all’impegno dei frati Minori (che l’avevano trasferita a Bologna), del parroco don Virgilio Guidi, dell’ing. Gianluca Battistini, della restauratrice Letizia Antoniacci, con il coordinamento di Monica Zignani dell’Ufficio Arte sacra e Beni culturali.

Un’icona significativa della fede e dell’arte della nostra città torna a rivivere; il prof. Giampiero Savini ci ha già fornito tutte le notizie storiche che aiutano a comprenderne le ragioni devozionali e le qualità artistiche: vd. Arte in chiesa e in convento, in Bruno Monfardini, Giampiero Savini, Alberto Severi, La SS. Annunziata. L’Osservanza di Cesena, Cesena, Stilgraf, 1993, pp. 121-124 (Quaderni del Corriere Cesenate, 2).

Siamo ormai prossimi alla solennità dell’Immacolata e il ripristino di un nostro bene culturale giunge quanto mai appropriato e tempestivo: ora visibile e ’venerabile’ come alla sua origine, forse da molti dimenticata (come tante altre, ahimè: chi si ricorda che l’Immacolata troneggia, vigilante, in piazza sulla facciata del Comune?).

La quattrocentesca scultura dell’Osservanza ci rammenta che la ’geografia’ del culto mariano è veramente singolare: inoltre attesta che da secoli la devozione a Maria ha segnato tutte le nostre contrade, vigilato sulla popolazione e contribuito alla conservazione della fede cristiana.

La testimonianza che ci giunge da questa nostra chiesa urbana conferma e ribadisce, con la forza della vetustà e della preziosità del reperto, che la gente ha teneramente venerato e custodito, più che ricambiata in conforto e protezione, la Madre di Dio.

Marino Mengozzi

Pubblicato giovedì 1 Dicembre 2016 alle 00:02

Trattandosi di un vecchio articolo non è più possibile commentare.

Brevi quotidiane

Ultimi articoli

Ultimi interventi

Parole di Vita

Archivio Documenti