L’uomo moderno pare acceccato dall’odio. Non è più in grado di riconoscere la bellezza del dono della vita

Caro direttore,
oggi è il 15 luglio 2016. Mi sveglio con il sorriso stampato sulla faccia pronta a godermi un altro giorno di meritato riposo dopo la maturità. Accendo il telefono, guardo le notifiche e una in particolare colpisce la mia attenzione “Attentato a Nizza. 84 morti e decine di feriti”.

Subito corro ad accendere la televisione per informarmi sull’accaduto e quella che doveva essere una mattinata tranquilla di riposo si trasforma in una giornata turbolenta e piena di inquietudine. Mille domande mi frullano nel cervello, ma ce n’è una che più di tutte fa sobbalzare il mio cuore: “Come può l’uomo essere capace di arrivare a tanto? Come può l’uomo scegliere il male per sé stesso e per gli altri?”.

Non capisco perché l’uomo stia tentando di suicidarsi in questo modo così brutale e barbaro. Non dovrebbe essere la vita il dono più bello e sacro che ci è stato fatto? Eppure l’uomo odierno è accecato non si sa bene da cosa, dall’odio forse, e non è più in grado di riconoscere la bellezza di tale dono. Diceva Beatrice nel I canto del Paradiso “Vero è che, come forma non s’accorda / molte fiate a l’intenzion de l’arte, / perch’a risponder la materia è sorda, / così da questo corso si diparte / talor la creatura, c’ha podere /di piegar, così pinta, in altra parte”, ovvero tutto ciò che è stato creato tende naturalmente a ritornare dal suo creatore, ma l’uomo, essendo dotato del libero arbitrio ha la capacità di piegare la volontà divina, di distorcerla, di deviarla verso un’altra direzione. E in questo modo l’uomo, scegliendo di indirizzare la sua libertà verso il male, diventa schiavo di esso e inizia a provare odio.

I terroristi odiano gli occidentali, gli occidentali odiano a loro volta i terroristi. I terroristi diffondono panico e terrore. Gli occidentali rincarano la dose di bombardamenti. E tutto questo fino a quando? Fino a quando anche l’ultimo terrorista non sarà annientato? Non credo proprio. L’uomo occidentale non si rende più conto che se esiste un califfato che si fa chiamare Isis, se esistono dei terroristi che si fanno esplodere o che investono quante più persone possibili durante un momento di festa, allora il problema non sta nella pazzia di questi ultimi, ma nel fatto che noi stessi non abbiamo più un punto di riferimento, una guida da seguire.

Ricordo che dopo gli attentati di novembre, un mio carissimo professore disse a me e ai miei compagni “Questo è quello che i terroristi fanno: induriscono il cuore dell’uomo e spingono noi occidentali a pensare che la nostra vita non ha senso”. E se il cuore dell’uomo si indurisce, se l’uomo è convinto di potercela fare da solo perché tanto nulla ha senso e smette quindi di seguire una guida, allora è la fine. Se smettiamo totalmente di seguire e non “cominciamo a plasmare il nostro spirito e a correggerlo prima che il male si incallisca”, come dice Seneca in una delle Epistulae ad Lucilium, allora il male stesso predominerà.

Il problema sta quindi nel mantenere il cuore aperto alla realtà senza lasciare che questi attentati intacchino la nostra vita quotidiana rendendola piena di paura e di angoscia. Il nocciolo della questione sta nel cercare una guida che ci permetta di dare un giudizio sulla realtà che stiamo vivendo, perché altrimenti rischiamo di combattere l’odio con l’odio, il che è assolutamente inutile. Più ci lasciamo spaventare dai terroristi, più cediamo a questo odio, e più la nostra libertà diminuisce, si frantuma, e il nostro cuore si indebolisce.

Ma se invece teniamo vive le domande, e iniziamo a chiederci qual è l’origine, il motivo ultimo di tutte queste stragi allora possiamo avere una possibilità di vincere questa guerra contro il terrorismo. Il segreto per combattere il terrore e la paura non è rispondere con le stesse armi dei terroristi, nonostante questa sia la via più razionale da seguire, ma trovare una guida da seguire, un punto fermo e saldo che non vacilla davanti a queste assurde atrocità e nemmeno davanti alla morte.

Elisa Del Testa (Cesena)

Carissima Elisa,
grazie di cuore per questo tuo intenso e appassionato scritto a cui do spazio molto volentieri. È bello che una giovane fresca di maturità (e che maturità, visto il tuo 100 su 100, complimenti!) si interroghi, e lo faccia pubblicamente, su temi così importanti e delicati.

Colgo solo un brandello del tuo scritto. Ti chiedi come mai certi giovani possano uccidere così facilmente. Arrischio una risposta prendendo ciò che ha detto lunedì scorso a Cesenatico il noto giornalista della Stampa, Domenico Quirico (vedi edizione cartacea). A queste persone è stato tolto il problema del rimorso. Combattono convinti di essere nel giusto e di dover stabilire un nuovo ordine sociale, secondo la loro fede e le loro convinzioni. Questa guerra, ha aggiunto Quirico, durerà ancora 20-30 anni.

Mi fermerei qui. Ce n’è abbastanza per riflettere, anche per approfondire quanto ha detto sempre Quirico nel corso della sua serata invitato dalla parrocchia di San Giacomo.

Buone e meritate vacanze.
Francesco Zanotti
zanotti@corrierecesenate.it

Pubblicato giovedì 21 Luglio 2016 alle 00:00

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