Commento al Vangelo – XXVIII domenica tempo ordinario – Anno B

Il vero grande tesoro: l’amore di Dio e la vita eterna

Domenica 11 ottobre – XXVIII Domenica Tempo Ordinario – Anno B
Sap 7,7-11; Sal 89; Eb 4,12-13; Mc 10,17-30

“Che cosa devo fare per avere la vita eterna?”. A questa domanda senz’altro Gesù ha gioito perché quest’uomo che corre per incontrarlo non dice: “Che cosa bisogna fare”, ma: “Che devo fare…”. Vuole impegnarsi personalmente per realizzare il progetto di Dio su di lui. Ed è quello che Gesù si aspetta da ciascuno di noi.

E noi sposi cristiani ci siamo mai fatti la stessa domanda? “Maestro buono, cosa devo fare perché mio marito, mia moglie, abbia la vita eterna?”, cioè sia felice camminando verso la santità? È questo il progetto che ci siamo impegnati a realizzare il giorno del nostro matrimonio nel quale non sono io, ma è Dio il principio e il fine della nostra vita: non posso amare sempre più il coniuge senza amare sempre di più Dio e viceversa. È questo amore che arricchisce la nostra vita spirituale, consolida l’unità e ci aiuta a sopportare le difficoltà.

Forse però ci accontentiamo di una felicità terrena senza aspirare alla vera felicità che è quella eterna, siamo attenti alla legge e osserviamo i suoi comandamenti: andiamo alla Messa tutte le domeniche, mandiamo i figli al catechismo, restiamo fedeli al nostro matrimonio… ma, come il giovane ricco, sentiamo che qualcosa ci manca perché la felicità non sta nella fedeltà a delle regole.

Per questo Gesù ci dice di vendere tutto! Noi subito pensiamo ai beni materiali, ma spesso non sono quelli che appesantiscono la nostra vita e il nostro cuore. Dobbiamo vendere quelle zavorre che ci portiamo dentro e che ci impediscono di incontrare il nostro sposo: l’orgoglio, per imparare a chiedere scusa e a perdonare; il possesso dell’altro, per imparare a non manipolare; l’essere scapolo sposato, per aprire lo sguardo alle esigenze dell’altro… Se le nostre mani sono piene di cose, non possiamo accogliere e abbracciare il nostro coniuge. Così è il nostro cuore: se è pieno di questi atteggiamenti non può spalancarsi nel dono completo di sé e nell’accoglienza dell’altro.

“Allora Gesù fissatolo lo amò”: se ci lasciamo toccare da quello sguardo, ci accorgeremo di aver legato il nostro cuore a pretese e attese verso il nostro coniuge, non importa se più o meno grandi: sono le nostre ricchezze, quelle che dobbiamo vendere. Ma non andiamo via tristi perché non si tratta di lasciare, ma avere cose grandi, il tesoro: l’amore di Dio e la vita eterna. Ecco allora cosa fare: mettere tutto nelle Sue mani e seguirlo, riceveremo cento volte tanto perché nulla è impossibile a Dio.

Sabrina e Andrea Delvecchio

Pubblicato giovedì 8 Ottobre 2015 alle 00:00

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