Il Macfrut a Rimini ha convinto

Sono stati 35mila i visitatori della fiera, un dato che segna un aumento pari a 10mila unità

di Cristiano Riciputi

Di riminese c’era solo il contenitore. I contenuti erano tutti “farina del sacco” cesenate. E i risultati si sono visti: circa 35mila visitatori per un incremento di 10mila rispetto allo scorso anno. Il fatturato è passato da 2 a 3 milioni di euro.

Il 32esimo Macfrut non ha deluso le aspettative. Forte di una tradizione consolidata ha sfruttato al meglio le possibilità offerte dalla fiera di Rimini: padiglioni bellissimi, fra i migliori d’Italia, ottimi servizi (a volte un po’ cari ha lamentato qualche espositore), grande creatività e cura negli allestimenti.

Tutto il mondo dell’ortofrutta, per tre giorni (23-25 settembre) si è concentrato sulla rassegna organizzata da Cesena Fiera. Il presidente Renzo Piraccini ha espresso soddisfazione ma, dopo un attimo, con la mente si è subito catapultato verso l’edizione del 2016. “Siamo contenti che il lavoro di un anno abbia soddisfatto espositori e visitatori. Ci siamo concentrati sull’estero e i risultati si sono visti. Abbiamo aperto la strada verso l’Iran attraverso l’incontro con una delegazione di imprenditori: nei prossimi mesi ci sarà un allentamento delle sanzioni e le aziende potranno procurarsi gli strumenti per modernizzare le tecniche colturali e di confezionamento. Un’opportunità straordinaria per le imprese italiane, e romagnole in particolare, in grado di dare risposte veloci alle richieste di forniture”.

La rassegna è stata inaugurata dal vice ministro all’agricoltura Andrea Olivero che ha detto: “Anche se i primi segnali, relativi all’inizio del 2015, nel settore dell’agricoltura sono positivi abbiamo ancora molto lavoro da compiere. Dobbiamo abbattere alcune barriere fitosanitarie che ostacolano il commercio con l’estero, incrementare l’aggregazione della produzione e occuparci seriamente della logistica. Gli alti costi dell’energia stanno zavorrando alcune delle nostre imprese. E’ necessario mettere a disposizione tutte le nostre risorse affinchè anche l’Italia faccia la sua parte nel mercato internazionale”.

Il viceministro ha consegnato il premio “Macfrut” a Domenico Scarpellini, presidente di Cesena Fiera per 30 anni e anima di Macfrut, per il suo grande contributo allo sviluppo del settore agro alimentare.

Durante il Macfrut si sono tenuti decine di convegni. Fra questi uno ha dato indicazioni molto chiare: se pesche e nettarine sono in crisi, si possono pensare colture alternative. Ad esempio, negli ultimi 10 anni il consumo di frutta secca è aumentato, nel mondo, del 53 per cento. Le mandorle, da sole, hanno un mercato da 7,3 miliardi di dollari pari al 24 per cento dell’intero comparto che vale 32 miliardi di dollari. Gli articoli più consumati al mondo sono mandorle, noci, pistacchio e anacardio. L’Italia è al decimo posto nella classifica dei produttori e al quinto in quella dei consumatori. Nella pianura romagnola sono già diffusi impianti intensivi di noci. Nelle colline si potrebbero fare ulteriori sperimentazioni per le nocciole.

Un’altra alternativa, forse eccessivamente esotica, viene dal bambù. In un convegno è stato spiegato che un ettaro di questa “graminacea gigante” può dare una redditività lorda di oltre 45mila euro l’ettaro grazie al legname da costruzione e ai germogli per l’alimentazione. Un aspetto negativo: la pianta supera i 20 metri di altezza, come un condominio di 7 piani.

Pubblicato giovedì 1 Ottobre 2015 alle 00:02

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