Terra Santa, il mistero dei luoghi

PELLEGRINAGGIO DIOCESANO GUIDATO DAL VESCOVO DOUGLAS.L’itinerario è stato scandito dai verbi dedicati alla famiglia, a conclusione dell’anno pastorale. Toccate tutte le mete più significative per la fede cristiana

Ai primi di agosto, 38 persone dalla Diocesi in Terra Santa. Dopo il pellegrinaggio alla tomba dei beati coniugi Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi a Roma, quello a Mesero da santa Gianna Beretta Molla e quello a Lisieux al sepolcro degli ormai santi coniugi Luigi e Zelia Martin, genitori di santa Teresa di Gesù Bambino, il pellegrinaggio in Terra Santa, è stato l’ultimo di quelli voluti dal nostro vescovo Douglas in questo anno pastorale riservato alla famiglia e in occasione dei Sinodi ad essa dedicati.

Tutto il viaggio è stato occasione, per monsignor Regattieri accompagnato dal rettore del seminario don Marcello Palazzi, di legare la Parola di Dio, proclamata e ascoltata durante le celebrazioni eucaristiche, al tema di fondo, proponendo alla meditazione dei partecipanti, in ognuna delle sue omelie, un verbo tratto dalle letture.

Nei santuari in Terrasanta si celebra la Messa propria del luogo. In questo modo si ha la possibilità di vivere il mistero nel luogo stesso proposto dal Vangelo. Abbiamo in questo modo celebrato l’Annunciazione, la Trasfigurazione, il Natale, l’istituzione dell’Eucaristia, la Risurrezione e l’Ascensione oltre alla XIX domenica del Tempo ordinario ricordata nel deserto di Giuda.

A Nazareth, nella Grotta-Casa di Maria nella Basilica dell’Annunciazione: in questa prima omelia nella città dove visse la Sacra Famiglia, il vescovo ha proposto il verbo ASCOLTARE e ASCOLTARSI, da fare nostro e meditare. Abbiamo avuto anche l’opportunità di incontrare la Fraternità Dei Piccoli Fratelli di Gesù Carità della Famiglia Spirituale Charles de Foucauld; padre Paolo, parlandoci del senso della loro presenza a Nazareth, nel luogo dove visse Charles de Foucauld, beatificato da papa Benedetto XVI il 13 novembre 2005, ci ha fatto meditare sui trenta anni di vita ordinaria vissuti a Nazareth da Gesù insieme alla sua famiglia.

Sul Monte Tabor il commento ha ricordato il verbo TRASFIGURARE, rifacendosi anche al tema del prossimo Convegno di Firenze: “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”. Trasfigurare nella famiglia i momenti di vita di tutti i giorni in momenti di luce per dare, pur nelle fatiche, un nuovo significato alla nostra vita, senza eliminare la nostra umanità elevata, trasformata e purificata dalla Fede. Con la Preghiera e l’Eucaristia è possibile trasformare il nostro peccato in occasione di luce.

Nel Deserto di Giuda, la “chiesa” più grande al mondo, con un silenzio assoluto, senza pareti e porte e come tetto il cielo azzurro, il vescovo ha aiutato i presenti a meditare le letture domenicali (1re 19,4-8; Sal 33; Ef 4,30-5,2; Gv 6,41-51) proponendo il verbo CONDIVIDERE, particolarmente significativo per la famiglia, luogo eletto per la condivisione nella carità.

A Betlemme, nella Grotta della Natività: dalla Parola di Dio proclamata, monsignor Regattieri ha tratto il verbo PRENDERSI CURA uno dell’altro, perché è famiglia solo se non ci sono indifferenza e disinteresse, ma ci si fa carico sia delle gioie che dei dolori.

A Betlemme l’incontro con le suore Dorotee dell’Istituto Paolo VI “Effetà”. Nell’Istituto partecipano alle lezioni scolastiche oltre 170 bambini sordomuti dei territori palestinesi, ai quali è così data la possibilità di completare la scuola dell’obbligo e anche di diplomarsi.

A Gerusalemme, sul Monte Sion: al “Cenacolino Francescano”, la celebrazione della Messa dell’istituzione dell’Eucaristia. Il vescovo ha proposto il verbo ALLEARSI – STRINGERE UN PATTO: un’alleanza che si rifletta nella famiglia e nell’amore coniugale per essere un patto visibile umano, uomo e donna, come immagine del patto di Gesù sulla Croce.

A Gerusalemme: nella Basilica della Risurrezione dove abbiamo avuto la possibilità di celebrare, alle ore 7.30 la Messa solenne della Risurrezione, davanti alla Tomba vuota; è l’unica Messa giornaliera che, secondo quanto previsto dalle complesse regole dello Status Quo, può avere una durata di quarantacinque minuti e durante la quale può essere suonato l’organo mentre si alzano i canti in gregoriano. Nella breve omelia, il vescovo Douglas ha proposto il verbo RINNOVARE da applicare alla vita familiare.

Sempre a Gerusalemme, sul Monte degli Ulivi: ospiti del Monastero della Piccola Famiglia della Resurrezione, piccola enclave della nostra Diocesi nella Città Santa, la celebrazione dell’Eucaristia dell’Ascensione. Tutti abbiamo potuto godere di celebrare insieme questa ultima Eucaristia, nel giardino a cielo aperto che ha come abside la Città Santa. Come non immaginare, ascoltando la lettura di At 1, 1-11 di essere qui insieme ai discepoli di Gesù che “stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava”? Il verbo proposto dal vescovo nel commentare le letture è stato USCIRE. Uscire dalle nostre case, dalle nostre chiese, così come auspicato da papa Francesco, perché il Vangelo che il Signore ha affidato a ogni persona possa essere davvero annunciato a tutti.

Luciano Veneri

Pubblicato giovedì 27 Agosto 2015 alle 00:01

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