Porte e cuore aperti all’eremo di Sant’Alberico

Da metà giugno, sacerdoti, diaconi e laici si alterneranno nella struttura di Capanne di Verghereto. Già diverse le adesioni e altre se ne attendono

Un eremita stabile ancora non c’è, ma Sant’Alberico non resterà vuoto nell’estate che si sta avvicinando. Per supplire alla mancanza temporanea del custode di questo luogo solitario adagiato sulle pendici del monte Fumaiolo, i sacerdoti della diocesi di Cesena-Sarsina si alterneranno in una sorta di staffetta per accogliere i pellegrini che si recheranno all’eremo e tenerne vivo lo spirito.

“Abbiamo chiesto la disponibilità a preti e diaconi, da soli o in compagnia di parrocchiani, di trascorrere una o più settimane all’eremo vivendo in spirito di preghiera e accoglienza dei pellegrini. Si partirà da metà giugno e speriamo di riuscire a coprire tutto il periodo estivo”, informa il parroco di Alfero-Riofreddo, don Edero Onofri.

Le adesioni dei sacerdoti non si sono fatte attendere. “Già tre o quattro hanno dato la propria disponibilità e attendo ancora conferme, è stata infatti una proposta accolta con gioia dal clero diocesano – prosegue don Edero -. Nel periodo in cui permarranno all’eremo, chiediamo loro di autogestirsi e mantenere un clima sobrio nel rispetto del silenzio del luogo”.

Per i laici è sempre prevista la possibilità di soggiornare all’eremo per qualche giorno, immergendosi in un ritiro spirituale. Il rifugio, che si trova a Capanne di Verghereto ed è raggiungibile solo a piedi, è composto da quattordici cellette, refettorio, cucina, chiesa e sacrestia.

Trovare chi prenderà il posto di fra Michele Falzone, deceduto per malattia nel gennaio dello scorso anno, non è affatto facile. Per Sant’Alberico, “luogo che parla di Dio, che dice Dio al mondo di oggi” occorre “una presenza significativa”, aveva detto il vescovo Douglas Regattieri. C’era stata qualche candidatura nei mesi scorsi, tra cui quella di Diana Bisacco che però non aveva superato il periodo di prova. Ma grazie all’impegno di don Edero Onofri, l’eremo non è mai stato abbandonato: fino a novembre, prima dell’arrivo dell’inverno, il suo portone era spesso aperto per dare il benvenuto a quanti si fermavano e il venerdì e la domenica è stata regolarmente celebrata la Messa.

Francesca Siroli

Pubblicato giovedì 21 Maggio 2015 alle 00:01

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