Sindone: in quel Volto dolore, morte e Risurrezione

Più di 400 i pellegrini che da Cesena-Sarsina, in pullman, si sono recati in visita al Sacro Telo, sabato 25 aprile.

A Torino, davanti al Telo della Sindone, per interrogarci sul mistero del dolore e della morte, offrendoci la speranza della vita e della Risurrezione di Cristo. Oltre quattrocento persone – da diverse parrocchie della diocesi e una quarantina di soci e volontari dell’Unitalsi di Cesena – hanno partecipato al pellegrinaggio promosso dalla Diocesi e organizzato dall’Ufficio pellegrinaggi al capoluogo piemontese in occasione dell’Ostensione della Sindone, a pochi giorni dall’apertura (è possibile recarsi pellegrini al Sacro Telo fino al prossimo 24 giugno).

Sabato scorso, di buon mattino, quattro pullman sono partiti dal piazzale dell’Ippodromo di Cesena. A questi si aggiungono i due pullman partiti rispettivamente da Borello, San Carlo e Case Finali (queste ultime due comunità a Torino anche domenica 26 aprile) e il pullman attrezzato per disabili organizzato dall’Unitalsi.

Le oltre cinque ore di viaggio sono state tempo prezioso di incontro e preghiera. “L’ostensione della Sindone ci fa pellegrini a Torino – l’introduzione alla riflessione proposta in ogni pullman -. Di fronte al Sacro Lino contempleremo l’immagine di un uomo che ci invita a meditare la passione, morte e risurrezione di Gesù Cristo. Un invito ad accogliere ogni giorno la croce e, con la forza dello Spirito, essere sempre suoi testimoni”.

Nel piazzale dei Partigiani, ai piedi del monumento “Nei secoli fedele”, il ritrovo di tutti i pellegrini. Guidati dal vescovo Douglas, accompagnati dai numerosi “Volontari della Sindone” che in giacchetta lilla e con tanta cortesia hanno scandito gli 800 metri, i pellegrini vengono introdotti nella Cattedrale dove è custodito il Sacro Telo……?.

Una mostra ha presentato alcune testimonianze di santi e un video ha preparato i pellegrini. Di pochi minuti, in un silenzio che parlava di attesa, preghiera ed emozione, lo ’sfilare’ dei pellegrini davanti alla grande tela, “un’icona scritta con il sangue di un uomo flagellato, coronato di spine, crocifisso. L’immagine impressa sulla Sindone è quella di un morto, ma il sangue parla della sua vita. Ogni traccia di sangue parla di amore di vita. È come una sorgente che mormora nel silenzio, e noi possiamo sentirla, possiamo ascoltarla…” (papa Benedetto XVI).

Nel primo pomeriggio, nel vicino Santuario della Consolata, la comunità dei cesenati si è ritrovata insieme al vescovo Douglas per la celebrazione della Messa. “Poche ore fa abbiamo contemplato l’uomo dei dolori il cui volto si è impresso sul Sacro Lino. Noi lo abbiamo guardato, e con la stessa intensità Lui ha guardato noi. In Lui abbiamo rivisto le ferite dei nostri dolori. Ferite che, illuminate nella luce della Pasqua di Risurrezione, diventano luce per ogni nostro cuore ferito”, le prime riflessioni proposte dal vescovo.

“Nel Sacro Lino abbiamo contemplato le cinque piaghe che sintetizzano i dolori dell’uomo di oggi: i giovani, accecati da false illusioni; la famiglia, quando dà spazio agli egoismi ed è colpita da pericolose colonizzazioni ideologiche; i morti nel Mar Mediterraneo; i cristiani perseguitati e, ancora, il disprezzo per la vita umana. Gesù Cristo, l’uomo dei dolori, porge uno sguardo misericordioso verso i dolori dell’uomo e del mondo e, intrisi della luce della sua Risurrezione, diventino luce per il mondo”.

Riprendendo il brano del Vangelo appena ascoltato, il vescovo Douglas ha proseguito: “Senza ’scomodare’ la fede, si capisce che dietro a ogni dolore c’è un germe di bene che dà vita. E per conoscere Dio, bisogna conoscere l’uomo”.

Nel Santuario dedicato a Maria Consolata, la preghiera del vescovo Douglas è rivolta a Lei, madre di Gesù e madre nostra: “La nostra consolazione è retta dalla materna mediazione di Maria, consolatrice dei dolori dell’uomo”.

Sabrina Lucchi

Pubblicato giovedì 30 Aprile 2015 alle 00:01

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