In ricordo di don Ezio, un piccolo ma grande sacerdote

È tutta la comunità diocesana, con la presidenza del vescovo Douglas, che si è convocata nella Cattedrale della nostra Chiesa di Cesena-Sarsina, per dire “addio” a monsignor Ezio Casadei. I confratelli sacerdoti, i tanti amici di Comunione e Liberazione venuti anche da lontano, con le famiglie dei carissimi fratelli Francesco e Aureliano, con tanti giovani e non più giovani che hanno goduto della sua amicizia sacerdotale.

Don Ezio è nato a Sant’Angelo di Gatteo il 18 maggio 1925; è stato chiamato all’eternità del Cielo nelle prime ore di giovedì 12 febbraio. La sua famiglia, di solide radici cristiane e la parrocchia sono state il suo primo seminario dove è maturata la sua vocazione sacerdotale. Una formazione continuata poi e approfondita nel seminario diocesano e, in parte, nel seminario regionale. Un itinerario verso il sacerdozio reso entusiasta dall’amicizia cordiale di tanti preti impegnati nella formazione all’apostolato dei fratelli laici, nel contesto prezioso dell’Azione Cattolica. Come non ricordare, tra i molti, don Lino Mancini.

Ordinato sacerdote dal vescovo Vincenzo Gili nella festa di San Giovanni Battista del 1948, fu dapprima cappellano nella parrocchia di Calisese (dal 1948 al 1956), poi a Sant’Agostino (dal 1956 al 1959). Mesi e anni segnati da profonde lacerazioni sul piano sociale e politico, ma ancor più fecondati dalla energia del Vangelo, testimoniato da cristiani adulti e da comunità nelle quali la fede era dono da condividere, per una società più libera e giusta. Ben presto fu nominato assistente diocesano della Giac, animatore con gli amici laici delle iniziative promozionali del Csi e del Centro Turistico Giovanile; fu assistente poi della Fuci.

Insegnante di italiano nel seminario diocesano nell’antica sede vicino alla Cattedrale e insegnante di Religione nella scuola media “Pascoli”, fu a lungo insegnante al Liceo scientifico “Righi”, fortemente impegnato perché la scuola fosse, ogni giorno di più, spazio educativo. Affrontando con passione le sfide che si presentavano nel cammino delle nuove generazioni. Ed è in questo contesto che don Ezio (ormai zio Billy per i suoi ragazzi) incontra, con altri sacerdoti di Romagna (ricordo don Francesco Ricci di Forlì e don Giancarlo Ugolini di Rimini) don Luigi Giussani. Nasce tra noi – siamo a metà del 1962 – seppure con difficoltà, prima Gs e poi Comunione e Liberazione. Da allora si sono moltiplicate le generazioni che nel carisma del Servo di Dio don Luigi Giussani hanno vissuto la gioia della fede e il desiderio di condividerla.

Le difficoltà – e semmai anche le tensioni sorte di quando in quando – hanno sempre trovato, tuttavia, in don Ezio sintesi nella obbedienza alla Chiesa, al Papa, al vescovo. Come non annotare, riconoscenti a lui, i buoni e preziosi frutti maturati nelle scuole della Fondazione Sacro Cuore, nell’orizzonte di cooperazione missionaria internazionale promossa dall’Avsi e le attività caritative che fanno capo a Il Disegno. A don Ezio che l’ebbero zelante presidente nel servizio liturgico e nel ministero del confessionale, i canonici del Capitolo della Cattedrale dicono, dando voce a tutta l’assemblea: “Arrivederci nel coro del Paradiso; non temere Billy di essere richiamato! se distraendoti volgi lo sguardo sorridente sul cammino che ancora ci impegna nella grande e gioiosa impresa della evangelizzazione”.

Piero Altieri

Pubblicato giovedì 19 Febbraio 2015 alle 00:01

Trattandosi di un vecchio articolo non è più possibile commentare.

Brevi quotidiane

Ultimi articoli

Ultimi interventi

Parole di Vita

Archivio Documenti