Giornata per la Vita: abitare tutto l’umano

di Annamaria Amaducci

Ci sono molti e differenti spunti di riflessione nel messaggio dei vescovi italiani dal titolo “Solidali per la vita” per la prossima Giornata che si celebra domenica 1 febbraio. “I bambini e gli anziani costruiscono il futuro dei popoli. I bambini perché porteranno avanti la storia, gli anziani perché trasmettono l’esperienza e la saggezza della loro vita”.

Queste parole ricordate da papa Francesco sollecitano un rinnovato riconoscimento della persona umana e una cura più adeguata della vita, dal concepimento al suo naturale termine. Ma ecco che viene evidenziata la triste realtà dell’avanzata dell’inverno demografico in Italia e in Europa.

“Stiamo vivendo un preoccupante declino demografico e una domanda incalza: che mondo lasceremo ai figli? Ma anche: a quali figli lasceremo il mondo?”.

Un Paese per crescere e offrire opportunità di lavoro ha bisogno anche di bambini, ha bisogno dei consumi costanti e sani che le famiglie possono assicurare, di un numero sufficiente di giovani che lavorano. Un recente rapporto Censis riporta che il 2013 è stato l’anno nero per le nascite in Italia: dal 2008, inizio della crisi che non finisce, abbiamo perso circa 62mila nati.

Si è passati dai 576.659 bimbi del 2008 ai 514.308 del 2013, e non solo per la crisi economica, ma anche per il ridursi della popolazione femminile in età fertile e un preoccupante aumento della sterilità maschile e femminile. Ma “il triste fenomeno dell’aborto è una delle cause di questa situazione, impedendo ogni anno a oltre centomila esseri umani di vedere la luce e di portare un prezioso contributo all’Italia”.

La relazione ultima del Ministero della Salute sull’attuazione della legge 194 evidenzia un progressivo calo del numero degli aborti dal 2012 (107.192) al 2013 (102.644), ma volutamente viene omessa la triste realtà della “nuova clandestinità”, ossia gli aborti chimici precocissimi causati dalle cosiddette “pillole del giorno dopo o dei 5 giorni dopo”, che numerosi studi scientifici internazionali dimostrano capaci di impedire l’annidamento del piccolo embrione eventualmente concepito. Su circa 400mila “contraccettivi di emergenza” venduti all’anno, la stima è che si verifichino dai 15mila ai 20mila aborti misconosciuti.

Sta di fatto che in Italia, dal 1978 al 2013, sono state uccise 5.541.421 piccole creature umane: è come se fossero stati annientati tutti gli abitanti di una metropoli. A questo punto l’esortazione dei vescovi è verso la riscoperta e la crescita di nuove forme di solidarietà per famiglie e gestanti in difficoltà, bambini in abbandono, anziani soli e migranti.

Purtroppo sembra che vi sia una diminuzione di richieste di adozioni e di affidi, frutto di un calo di “altruismo” e di apertura al bisogno dei più deboli e dell’avanzare di una pseudo-etica che predica l’autodeterminazione e l’individualismo. È proprio questo il male della nostra società. Ecco perché i vescovi invitano alla solidarietà per la vita: per non restare indifferenti di fronte a una società che rischia di ridursi senza amore, di fondarsi sull’autodeterminazione che ci ha fatto cadere “nella globalizzazione dell’indifferenza”.

Celebrare ancora una volta la Giornata per la Vita è concretizzare quella fantasia dell’amore che può farci uscire da questo vicolo cieco inaugurando un nuovo umanesimo: “Vivere fino in fondo ciò che è umano migliora il cristiano e feconda la città”.

Pubblicato giovedì 29 Gennaio 2015 alle 00:01

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