Caro padre Rosario, se vuoi benedire nozze gay, ti diciamo questo… con carità di fratelli

Caro padre Rosario,
su “La Voce” del 9 novembre e a più riprese, a seguire, su “il Resto del Carlino”, leggo che benedirai e sposerai persone dello stesso sesso. Capisco che i media devono fare colpo con certe notizie. Come cattolico sono rimasto angustiato (e con me una miriade) nel leggere questa notizia. Non puoi dire che fai certe unioni nel nome della Chiesa, perché offenderesti il Papa, i vescovi, i sacerdoti, le suore, i cattolici che in essa si riconoscono. Sono d’accordo con te quando dici che la Chiesa deve benedire tutti, buoni e meno buoni, lo ha detto più volte anche papa Francesco; unioni regolari e non, ma altro è celebrare un matrimonio fra uomini o donne dello stesso sesso.

Anche l’apostolo Filippo battezzò e benedì l’eunuco perché figlio di Dio come tutti, ma si è fermato lì (At 8, 34-39). La Chiesa è vicina a tutti, ma questo non vuol dire che deve fare cose contrarie ai comandamenti di Dio.

Tu avrai studiato Diritto Canonico e Morale, quindi conosci bene queste cose. Hai giurato obbedienza alla Madre Chiesa nel giorno dell’Ordinazione sacerdotale e fino a prova contraria essa benedice le nozze fra uomo e donna con l’obbligo della procreazione. Dio stesso quando creò uomo e donna (Gen 1, 26- 28) disse loro: “Crescete e moltiplicatevi” e questo non è possibile fra persone dello stesso sesso; non ci sono altre interpretazioni possibili. Se due persone vogliono convivere, nessuno può vietarglielo, almeno con le leggi vigenti, ma non certamente col sigillo e il carisma del sacerdote.

Il tuo e nostro modello è Gesù e le nostre leggi sono il Vangelo. Egli avrebbe assolto, perdonato, avuto misericordia, ma mai benedetto un matrimonio contro natura. Un conto è benedire uno che ha ucciso e che prova pentimento, e altro dire: “Ti benedico, ma continua ad ammazzare”. Così è per i figli di Dio che si sentono diversi; benedirli sì, ma non unirli in matrimonio: non esiste! I figli, poi, sono il frutto dell’amore fra uomo e donna (marito e moglie) non di un seme di uno sconosciuto prestato o comprato (questo hanno dichiarato voler fare le due donne intervistate che, fra l’altro, sono venite dalla Campania in Romagna per evitare le critiche della loro gente).

I figli hanno il diritto di sapere chi sono il loro padre e la loro madre. Purtroppo sono queste vittime innocenti a subirne le conseguenze per colpa dell’egoismo degli adulti! Hai mai pensato a quanto male procuri a te stesso e agli altri con questo tuo fare contro le leggi Divine, della Chiesa e della natura? O cerchi notorietà, protagonismo. “Guai a chi produce scandalo, sarebbe meglio per lui che gli si mettesse una macina da mulino al collo e fosse gettato nel profondo del mare…” (Mt 18, 6-9). Che lo Spirito di Dio sceso su di te il giorno della Cresima e ancor più il giorno della tua sacra Ordinazione, ti faccia ravvedere; noi preghiamo per te. Ti diciamo queste cose con carità di fratelli.

M.D.

Carissimo amico,
pubblico volentieri questa lettera aperta a padre Rosario (questo sacerdote non appartiene al nostro clero diocesano) che si è detto disponibile a benedire le nozze di due donne abitanti a Cesena. Anzi, ringrazio per queste righe che rimettono un po’ di ordine in una materia sulla quale a volte si rischia di essere approssimativi. Mi pare che i termini usati siano rispettosi delle persone e del Catechismo della Chiesa cattolica, oltre che del Vangelo e i suoi insegnamenti.

Siamo chiamati a fornire un giudizio sui fatti e a salvare sempre le persone. Solo Dio conosce fino in fondo il cuore di ogni uomo.

A presto.

Francesco Zanotti
zanotti@corrierecesenate.it

Pubblicato giovedì 20 Novembre 2014 alle 00:01

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