Parrocchia di Madonna del Fuoco: riprende da qui la Visita pastorale del vescovo

La parrocchia di Madonna del Fuoco-San Tomaso è la prima tappa della visita che il vescovo Regattieri, dal prossimo 16 novembre, intraprenderà nella zona pastorale Rubicone-Rigossa, aperta ufficialmente sabato scorso a Gambettola con una solenne concelebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Douglas.

Don Lawrence Arakkathara, per tutti don Lorenzo, da un anno è l’amministratore parrocchiale (prima aveva prestato servizio in Ospedale e, prima ancora, presso la parrocchia di San Giacomo, a Cesenatico). Il parroco proveniente dal Kerala (stato indiano col 30 per cento di cristiani) è da 26 anni in Italia (di cui gli ultimi sette a Cesena) e la sua lunga presenza nel Bel Paese si nota tutta nel suo italiano invidiabile.

Madonna del Fuoco (circa 1.300 abitanti compreso il centinaio di San Tomaso, piccola frazione a circa 5 km) si sviluppa a est di Cesena verso Gambettola. La parrocchia sorge sulla via Emilia (direzione Rimini), poco dopo la rotonda di Case Finali. “Si tratta – dice don Lawrence – di una zona prevalentemente agricola ma, lungo la via Emilia, con diversi insediamenti industriali. Ciò che ci penalizza, qui, è la mancanza di servizi. Non ci sono scuole, per esempio. I nostri bambini e ragazzi frequentano istituti a Gambettola o a Cesena. L’unica scuola è la materna statale di Case Castagnoli che conta una ventina di iscritti”.

Il primo nucleo di chiesa risale al 1646 con una piccola chiesina oratorio oltre il canale di Ponte San Lazzaro. Realizzata in tempi recenti la chiesa parrocchiale, risalente agli anni ’60, fu voluta da don Scipione de’ Paoli che, dopo la guerra, avviò non sole le pratiche di conversione da oratorio a parrocchia, ma anche la costruzione di quella che sarà l’attuale chiesa di Madonna del Fuoco nel quartiere cesenate di Case Castagnoli. “Il nome Madonna del Fuoco – si legge in alcuni scritti – deriva dal culto della Madonna del Fuoco di Forlì che scaturisce dal miracolo che avvenne nel 1428 quando in una scuola del luogo si verificò un grave incendio e un quadro di autore ignoto raffigurante la Madonna, il Bambino e i Santi rimase completamente intatto”. L’opera fu poi spostata nella Cattedrale di Forlì, e una copia simile all’originale è visibile anche nella chiesa parrocchiale a Case Castagnoli.

Don Lawrence è contento dei suoi parrocchiani. “Si danno molto da fare, considerando che qui non ci sono parchi o altre attrazioni, la chiesa è considerata un punto di riferimento”. Anche se, “la frequentazione alla messa domenicale non è altissima. Si attesta attorno a un 15, 20 per cento”. Oltre alle attività nella chiesa parrocchiale, don Lawrence si reca a dir Messa la domenica anche nel piccolo borgo di San Tomaso, immerso nelle colline cesenati, e sede di una pieve molto antica. Pochi sono i bambini di San Tomaso, “alcuni vengono a catechismo a Madonna del Fuoco, altri preferiscono andare nelle parrocchie dove frequentano la scuola. Nell’ultimo centro estivo che abbiamo fatto insieme si sono però trovati molto bene con noi e sono rimasti anche per il catechismo”.

I bambini e i ragazzi sono seguiti fino alla cresima con la catechesi e incontri settimanali. “Nel post cresima riscontriamo difficoltà a trattenerli – confessa don Lawrence –. Insieme ai catechisti abbiamo pensato a una serata per loro, il giovedì. Un incontro per renderli più partecipi in termini di dialogo, scegliamo un tema e insieme lo sviluppiamo”. Il parroco ha deciso di continuare l’esperienza dell’Oratorio per Crescere (Opc, pensato dal suo predecessore don Primo Venturi). “È un momento comunitario per bambini, giovani e ragazzi che si tiene solitamente la domenica mattina. A volte invitiamo un adulto a parlare, a raccontare la propria esperienza. Un momento che si conclude con la Messa delle undici”.

Nella zona di Madonna del Fuoco non ci sono gruppi o associazioni cattoliche. “Abbiamo alcuni ragazzi che frequentano gli scout e l’Ac, ma a livello personale”. Riguardo le opere parrocchiali, negli spazi accanto alla chiesa sorgono un piccolo bar, e un bel campo da calcio molto curato con volontari che si occupano della manutenzione”. Inoltre esiste un ampio salone parrocchiale, completato da poco, “verrà intitolato durante la visita pastorale a don Primo Venturi, il parroco che mi ha preceduto e che lo volle fortemente”. In parrocchia è attivo un centro Caritas e, dice don Lawrence, “lavoriamo in collaborazione con le parrocchie vicine attraverso la raccolta e la distribuzione di viveri, indumenti e, per alcune situazioni, anche con un sostegno economico”.

La festa patronale della Madonna del Fuoco ufficialmente è il 4 febbraio, mentre la festa parrocchiale (con momenti di preghiera e preparazione liturgica, ma anche stand gastronomici, musica e intrattenimento) si tiene solitamente in settembre.

Michela Mosconi

Pubblicato giovedì 13 Novembre 2014 alle 00:03

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