Il decano dei giornalisti cesenati è Pietro Castagnoli

La scorsa settimana abbiamo iniziato una serie di interviste ai giornalisti del territorio con maggior esperienza. Questa settimana è la volta del professor Castagnoli, già preside del Liceo Classico. Seguiranno altre puntate.

CESENA – Molti in città non lo sanno, ma il decano dei giornalisti cesenati è il preside Pietro Castagnoli. Ha in tasca una tessera da giornalista-pubblicista con la data del 1956. Si tratta di un vero record. Nell’elenco regionale è ai primi posti, ovviamente. Castagnoli è uomo di vastissima cultura. Su questo fatto nessuno può obiettare.

Tutti lo conoscono, soprattutto per avere guidato il Liceo Classico “Vincenzo Monti” dal 1984 al ’94. Fu lui a introdurre l’insegnamento della lingua straniera fino all’ultimo anno, l’alternanza scuola-lavoro e l’avvicinamento a un mondo allora quasi sconosciuto, quello dell’informatica.

Nato in città nell’anno del nevone, il 21 gennaio 1929, Castagnoli ama la sua terra e la sua lingua. Definisce la sua “una vita in salita, primo di quattro fratelli”. Poliedrico e attento osservatore del mondo, ha sempre avuto la capacità di interrogarsi e di guardare avanti.

Come giornalista nel 1996 ha ricevuto, dall’allora presidente regionale dell’Ordine Claudio Santini, la medaglia d’oro per la lunga attività iniziata nel ’56 con la fondazione del “Lavoro di Romagna”. Quella rivista si stampava a Forlì, nella tipografia di Fulvio Marzocchi dove era presente anche “La Pié” di Aldo Spallicci. “A Spallicci mi sentivo legato – dice il preside – per i personaggi che difendevano la nostra lingua madre, il romagnolo in tutte le sue espressioni, ma nella visione di una terra madre da coltivare”.

Castagnoli cita la cerimonia del ’96. “Santini ricordò che eravamo alla vigilia di un cambio radicale della professione del giornalista. Arrivava la tempesta di Internet che avrebbe messo in discussione la carta stampata, ma non l’impegno per la tutela di un’informazione equilibrata e al servizio della verità. Questo è il servizio cui è tenuto chi vuole comunicare secondo la regola delle cinque W: chi, quando, dove, perché, cosa, secondo un ordine di completezza. Compito immane per chi come me veniva dalla filosofia e dalle domande sul senso delle cose e della vita”.

Sposato con Myriam dal 1954, “una sarda di Sassari che ho sempre ammirato per la sua eleganza e la cura per i legami familiari e personali”, Castagnoli ha una figlia, la commercialista Ester, e un nipote che lo mantiene allenato con il latino e il greco. Oltre alla famiglia, alla formazione classica, alla laurea in filosofia a Bologna nel ’52, ci sono altri due incontri decisivi per la sua vita: quello del 1963 con il filosofo della scienza Francesco Barone che lo introdusse al mondo della robotica, dei computer e alla rivoluzione informatica.

E poi l’ultimo, anche questo molto importante per la sua esperienza, quello con il Rotary International di cui il preside incarna l’anima più genuina di servizio alla società sotto il profilo culturale e di apporto di idee e di sguardi sul futuro. Come direttore della rivista nazionale rotariana, “Realtà Nuova”, ora interrotta, pubblicò un numero speciale, marzo-aprile 2002, sulle tre grandi religioni: cristiana, ebraica e islamica. “Gerusalemme, crocevia del mondo”, il titolo di quel numero monografico. Un’intuizione realizzata grazie anche alla presenza dell’allora nunzio apostolico a Gerusalemme, il romagnolo di Sogliano al Rubicone monsignor Pietro Sambi, ma che resta pur sempre una visione di grande respiro. Oggi potremmo dire un’intuizione profetica, alla maniera di papa Francesco.

Fz

Pubblicato giovedì 13 Novembre 2014 alle 00:02

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