La famiglia, di nuovo

di Francesco Zanotti

“Negli ultimi trent’anni è cambiato il mondo”. Lo ha detto lunedì scorso l’arcivescovo Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio consiglio per la famiglia, ospite a Cesena in qualità di relatore alla “tre giorni” di aggiornamento del clero. Il tema del suo intervento ha riguardato tutto il pianeta-famiglia. In particolar modo, i mutamenti repentini avvenuti negli ultimi anni e la loro incidenza sulla vita della comunità cristiana.

Pensiamo un momento a quanto accaduto con l’avvento di Internet. Cosa ha comportato e modificato nei rapporti personali e nel modo di vivere, in casa, al lavoro, nei viaggi, ovunque ci troviamo. La Rete rappresenta una rivoluzione in atto e amplifica il divario, già di per sé notevole, tra le generazioni.

Dobbiamo prendere coscienza di ciò che è capitato e di quello che succede in ogni istante. Si tratta di una rivoluzione culturale, un nuovo modo di pensare l’esistenza, i rapporti, i legami, lo stesso essere persona. Siamo nel trionfo del culto dell’io, all’egolatria, come l’ha definito monsignor Paglia. Siamo alla polverizzazione della società, minata da un individualismo portato all’esasperazione, invasi dalla cultura dello spappolamento.

Questa mentalità travolge tutto e tutti. È un rischio anche per la Chiesa e per il nostro modo di essere Chiesa. Pensiamo di salvarci da soli, ognuno per la sua strada, con un rapporto diretto con Dio, così come possiamo e pensiamo di gestire qualsiasi altro aspetto della nostra esistenza. Siamo i padroni di noi stessi e ogni uomo crede di essere immortale, dimenticando invece che “siamo polvere e polvere ritorneremo”.

A un cristianesimo individualista siamo chiamati a opporre, a proporre, ma soprattutto a testimoniare un cristianesimo di popolo. Ma non solo. Se ci salveremo, ci salveremo insieme: questo molti di noi l’hanno imparato al catechismo, ma oggi mi pare non sia più sufficiente come ragione da “spendere” con i giovani. Alla comunità cristiana viene chiesta la gioia dell’appartenenza, quella di un’esperienza che riempie la vita e risponde al desiderio di felicità insito da sempre in ogni persona.

Dobbiamo scommettere di nuovo sulla famiglia. Essa è il luogo in cui ci si educa e si cresce nella condivisione, nella fraternità, nel rispetto reciproco. La famiglia è anche lo spazio in cui si trasmette la fede. Una fede non più basata solo sui precetti e sui divieti, ma incarnata e praticata nel quotidiano scorrere del tempo, nei gesti semplici che danno senso allo scandire delle giornate. La famiglia è la cellula primaria della comunità. Senza di essa si sfalda la città. Si sgretola una civiltà.

Corriere Cesenate 33-2014

Pubblicato martedì 16 Settembre 2014 alle 18:30

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