Il lavoro, senza annunci

di Francesco Zanotti

Da “una riforma al mese” al “passo dopo passo”. Non è di certo un cambio da poco. Sto parlando del mutamento di strategia prodotto dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Dopo le prime settimane di sfolgoranti annunci circa cambiamenti fulminei, il giovane premier ha deciso per un andamento lento. E per questa nuova cadenza ha chiesto la pazienza dei cittadini per almeno mille giorni. Detta così, pare quasi uno scherzo. Un po’ come dire che fin qui si è andati per burle.

Non è facile per nulla governare l’Italia. Ne sanno qualcosa il professor Mario Monti e anche Enrico Letta, stimatissimi all’estero, buttati dalla rupe in patria nel volgere di pochi mesi. Un Paese in crisi ha spinte in ogni direzione. Tutti si lamentano, tutti chiedono, tutti vogliono. Non è semplice assumere decisioni impopolari, in grado di scontentare grandi fette di popolazione. È molto più gratificante restituire 80 euro al mese in busta paga a dieci milioni di italiani. Eppure. Perché c’è un eppure anche in quell’occasione, ci sono stati tanti mugugni anche allora.

I dati economici non aiutano. L’Euro non incentiva le esportazioni. In Italia eravamo abituati a favorire l’export grazie alla debolezza della moneta. Ora quella continentale fa parte del club delle forti e anche le leva monetaria è venuta meno. Per dare fiato all’economia, invece, forse oggi sarebbe necessario immettere un bel po’ di cartamoneta sul mercato per favorire le imprese nostrane ed europee. La deflazione incontrata dopo 55 anni può deprimere ancor di più i consumi, in attesa di ulteriori ribassi nei prezzi. Una spirale non facile da interrompere.

Che farà l’ex sindaco di Firenze? Smetterà di fare annunci che rischiano di rivelarsi un boomerang? Adotterà una strategia più accorta? La sua è l’ennesima mossa per pendere tempo in vista della legge di stabilità, scadenza davanti alla quale non potrà più scappare? Lui, Matteo Renzi, dovrà affrontare diverse questioni. Ha sbandierato la riforma della scuola per poi rinviarla subito, mentre altre al momento sono solo nelle intenzioni, come quella sulle partecipate. Anche in materia di spending review si è vissuto di proclami e poco altro.

La gente è paziente, ha memoria corta, ma penso non gradisca che si dica e non si agisca di conseguenza. Meglio non dire se poi non si può fare. La richiesta di rinviare il giudizio nel 2017 sembra solo un’illusione. Ci sono urgenze non rimandabili, il lavoro su tutte, di fronte alle quali non si dovrebbe perdere neppure un minuto. Occorre agire subito, senza ulteriori indugi. E senza annunci.

Corriere Cesenate 31-2014

Pubblicato martedì 2 Settembre 2014 alle 18:30

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