Catecumeni, la gioia di diventare cristiani in età adulta

Hanno seguito un cammino della durata di due anni. In quattro, la notte di Pasqua, riceveranno in Cattedrale, a Cesena, Battesimo, Cresima e Comunione

Diventare cristiani in età adulta. Sono quattro i catecumeni che quest’anno, nella notte di Pasqua, in Cattedrale a Cesena, suggelleranno il loro cammino di conversione ricevendo Battesimo, Cresima e Comunione.

Nella diocesi di Cesena- Sarsina chi desidera incamminarsi verso i sacramenti dell’iniziazione cristiana è seguito dall’équipe guidata da monsignor Mario Morigi. Si tratta di un percorso della durata di due anni, scanditi da incontri quindicinali che prevedono l’ascolto e la spiegazione della Parola di Dio, il dialogo e la preghiera, e che lo scorso 23 novembre si è arricchito dell’incontro, a Roma, con papa Francesco.

Persone con diversi punti di partenza, ma per tutti l’avvicinamento alla fede nasce da un incontro che cambia la vita, dal Vangelo, e dal sentirsi accolti dalla Chiesa.

Con i suoi quindici anni, Medess Allognon, proveniente dal Benin, è la più giovane del gruppo. “Mia madre mi parlava sempre di Dio, di quanto l’abbia aiutata pregarlo nei momenti difficili. È stata lei a insegnarmi il Padre Nostro e l’Ave Maria”, debutta la giovane della parrocchia di San Domenico.

Una decisione a lungo meditata è stata quella di Monia Kridiss, 56 anni, di origine greche, in Italia da tantissimi anni dopo aver vissuto in Tunisia. “Provengo da una famiglia di religione mista – dice la donna, che risiede a Gambettola ed è madre di una figlia di 31 anni -. Ho seguito Dio tutta la vita e ora sono pronta per ricevere i sacramenti. Ho bussato alla Sua porta e Lui mi ha risposto”.

Una scelta di coppia è stata quella di Enkeleja e Gjergji Haxhija, rispettivamente 38 e 48 anni, entrambi albanesi e in Italia da più di vent’anni. “I miei genitori, uno cattolico e l’altro musulmano, hanno lasciato me e i miei fratelli liberi di scegliere quale religione seguire – racconta Enkeleja, che insieme al marito abita a Gatteo e hanno tre figli dai 12 ai 20 anni -. In famiglia la fede non è mai stata motivo di scontro, ma di condivisione. Celebravamo le ricorrenze di entrambe le religioni. Eravamo figli fortunati perché eravamo sempre in festa”.

Nel suo percorso di fede, il catecumeno si avvale del sostegno di un accompagnatore, una figura familiare che lo introduce nella comunità parrocchiale di appartenenza. “Tra di loro si instaura un rapporto di amicizia, stima e collaborazione”, sottolinea don Mario Morigi.

“Non ho esitato nell’accettare questo compito – è la testimonianza di Franca, accompagnatrice di Enkeleja e Gjergji -. Nel giorno in cui riceveranno i sacramenti, sarà per me come riviverli. È un rapporto di scambio. Grazie a loro ho ricevuto stimoli nuovi”.

I catecumeni nelle parrocchie rappresentano una presenza preziosa, perché spesso inducono i fedeli a una verifica sul loro stesso essere cristiani. La loro presentazione nelle comunità parrocchiali avviene nelle prime domeniche di Quaresima.

La consapevolezza della fede dei catecumeni adulti, che non sempre si ravvisa nei giovanissimi, inducono a una riflessione anche lo stesso clero. “Ci si interroga molto su questo aspetto – spiega don Mario Morgi -. La catechesi di oggi non può essere la stessa del passato, quando erano soprattutto le famiglie a educare alla fede. Occorre aiutare i catechisti e i preti”.

Francesca Siroli

Pubblicato giovedì 17 Aprile 2014 alle 00:02

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