La testimonianza del cesenate Lorenzo Minotti al pellegrinaggio a piedi Macerata-Loreto

Questa settimana lascio lo spazio delle lettere al direttore a uno scritto molto particolare. Sabato scorso, durante la 34esima edizione del pellegrinaggio a piedi Macerata-Loreto, l’ex calciatore di serie A, il cesenate Lorenzo Minotti, ha portato la testimonianza che riporto qui sotto.

Sempre in argomento segnalo il pezzo di Stefano Spinelli che si trova a pagina 3 e che dice, ancora una volta di più, di come sia davvero unica l’esperienza che si vive durante la notte, nelle lunghe ore scandite dalla preghiera, dal canto e dai passi.

L’immagine di un popolo in cammino è quella che meglio riassume un momento indimenticabile che non si riesce a descrivere nella sua interezza. E’ da vivere, proprio come è successo a Minotti e a sua moglie che hanno camminato assieme agli altri 80mila e al centinaio di cesenati fra i quali c’ero anch’io.

Infine, grazie mille a Minotti per aver deciso di condividere la sua testimonianza anche con i lettori del Corriere Cesenate.

Francesco Zanotti
zanotti@corrierecesenate.it

Carissimo Francesco, come d’accordo ti giro la mia testimonianza al pellegrinaggio. Prendo l’occasione per aggiungere che per me e mia moglie la Macerata-Loreto è stata un’esperienza stupenda e indimenticabile. Penso che tutti dovrebbero viverla almeno una volta nella vita.

Mi ha colpito la perfetta organizzazione e la gioia che chiunque vi partecipa porta dentro se stesso. Eravamo una folla sterminata ma sono stati tanti, belli e intensi i momenti di “solitudine” in cui ho sentito una presenza divina camminare accanto a me.

A presto. Un abbraccio.

Lorenzo Minotti

Prima di tutto un saluto e un abbraccio a tutti voi, miei compagni di viaggio in questa notte speciale. Mi chiamo Lorenzo. Da bambino sognavo di fare il calciatore. Da grande ho fatto davvero il calciatore. Ho giocato in serie B, poi in serie A e anche nelle Coppe europee. Dio mi ha donato perfino la possibilità di alzare al cielo qualche Coppa in stadi da brivido come Wembley, San Siro e perché no il Tardini di Parma, proprio come avevo sognato e fantasticato di fare da bambino nei lunghi pomeriggi passati a giocare a pallone con gli amici del paese, cercando di emulare i miei miti/calciatori. Poi, come se tutto ciò non fosse stato sufficiente, è arrivata la maglia azzurra della Nazionale e la possibilità di vivere e respirare la magica atmosfera di un Mondiale e di una finale persa ai rigori contro il Brasile.

La mia perciò è stata una carriera ricca di trionfi, di successi, di vittorie, di emozioni e piena di partite indimenticabili. Dietro a tutto questo però, o meglio di pari passo, sono stati altrettanto presenti tanti momenti difficili e complicati, tante cocenti sconfitte, delusioni, amarezze, momenti di scoramento e di smarrimento, di ansia e di stress, di perdita di sicurezza e di autostima, di sacrifici e di rinunce a non finire, per non parlare poi dei tanti infortuni e delle operazioni chirurgiche che ho dovuto affrontare e superare. La mia carriera perciò, che continua ancor oggi nelle vesti di dirigente sportivo, è stata ed è tutt’ora un susseguirsi e un alternarsi continuo di momenti belli ed entusiasmanti ad altri più complicati, difficili e pieni di prove da superare.

Oggi ho 45 anni e riflettendo sul mio passato e sulla mia attuale situazione voglio ringraziare Dio perché mi ha donato questo percorso di vita e per affrontarlo mi ha fornito di due strumenti potentissimi, che mi hanno permesso di non perdere mai l’orientamento e mi hanno guidato, ispirato, consigliato e accompagnato in ogni istante della mia esistenza e cioè la Fede e la Famiglia. “Tutto concorre al bene per chi ama Dio”, ci ha detto San Paolo: ecco, questa è la chiave per affrontare la vita.

Dobbiamo vivere con la consapevolezza che ciascuno di noi è il frutto di un progetto di Dio unico e irripetibile. Dobbiamo comprendere che ciascun passo della nostra esistenza, bello o brutto, felice o pieno di dolore, facile o ricco di insidie e difficoltà, fa parte di un disegno più grande di noi, che oggi non riusciamo a vedere nella sua interezza, ma che certamente dobbiamo vivere per il nostro maggior bene e per realizzare la volontà di Colui che ci ha creato e ci ama come figli.

Voglio terminare questa mia breve testimonianza recitando una preghiera che, permettetemi, consiglio di fare vostra e di ricordarla ogni qualvolta sarete chiamati a fare scelte, a prendere decisioni importanti o semplicemente a vivere. “Padre Dio, io mi abbandono a Te! Fa di me ciò che Ti piace. Qualunque cosa Tu faccia di me, io Ti ringrazio. Sono pronto a tutto, accetto tutto, purché la tua volontà si compia in me e in tutte le tue creature. Mio Dio, non desidero nient’altro. Rimetto la mia volontà nelle tue mani, te la dono con tutto l’amore del mio cuore, perché Ti amo”.

Pubblicato giovedì 14 Giugno 2012 alle 00:00

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