Giu 01

Storia e memoria di un genocidio a lungo taciuto

“Nessuno, paziente lettore, è più tornato nella piccola città”. Si chiude con la voce della narratrice, Antonia Arslan, ’La masseria delle allodole’, il romanzo che ha fatto conoscere il genocidio armeno. I fili della storia – di una tragedia collettiva di cui si conosce poco e di cui parla malvolentieri, quando non si nega – si intrecciano con quelli della vita della scrittrice nata a Padova nel 1938.

Arslan ha incontrato il pubblico alla Biblioteca Malatestiana il 25 maggio nell’iniziativa promossa dall’associazione Fidapa nell’ambito del Festival della comunicazione, anticipata qualche giorno prima dalla visione della pellicola dei fratelli Taviani tratta dal suo romanzo più celebre.

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Giu 01

Fake news, “I giornalisti devono tornare a fare il loro mestiere”

Un decalogo contro le “bufale”. È il frutto del convegno di formazione per giornalisti “Informare al tempo delle fake news” che si è svolto venerdì 26 maggio nel palazzo del Ridotto, all’interno del Festival della Comunicazione.

Moderati da Chiara Genisio, vice presidente vicario della Fisc, si sono confrontati sul tema la vaticanista dell’Ansa Giovanna Chirri, il vaticanista della Stampa Andrea Tornielli, il direttore dei tg regionali Rai Vincenzo Morgante, e il presidente del Copercom (organo che coordina la comunicazione di 29 associazioni e movimenti cattolici) Domenico Delle Foglie. L’incontro è stato introdotto dal saluto del vescovo Douglas Regattieri.

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Giu 01

Cesena ha incontrato l’ergastolano Carmelo Musumeci

Qual è il confine tra la responsabilità personale dei reati commessi e quella del contesto sociale in cui una persona è cresciuta, a partire dalla famiglia di origine? Quale percorso rieducativo è effettivamente possibile negli istituti penitenziari? Ha senso scontare una pena che dura per tutta la vita?

Sono questi alcuni punti di riflessione emersi dall’incontro “Comunicare dietro le sbarre” tenutosi venerdì sera presso l’aula magna della Biblioteca Malatestiana e proposto all’intero del Festival della Comunicazione insieme alla Comunità Papa Giovanni XXIII e al Cantiere 411.

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Mag 25

L’urgenza dell’Umanesimo moderno secondo Cacciari

La presenza di Massimo Cacciari a chiudere il 2° ciclo di Magistri – promosso dalla Biblioteca Malatestiana e progettato dal suo Comitato scientifico – era attesissima (e non poteva essere diversamente): nessuna sorpresa, dunque, per la grande folla, il profondo silenzio e la prolungata attenzione registrati nel corso della sua lezione. Del resto questo uomo è un maestro e la sua statura (umana, morale, filosofica, culturale) indiscutibile (poi ha anche carattere, che è quello noto: ma quando sale in cattedra, silentium).

Il tema affidatogli: “Umanesimo oggi”. Lo spunto: un saggio denso, suggestivo e novatore (Ripensare l’Umanesimo) inserito nel volume Umanisti italiani. Pensiero e destino, a cura di Raphael Ebgi, Einaudi (“I millenni”) 2016.

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Mag 25

Don Patriciello: “Ho sentito una puzza tremenda, ho capito cosa dovevo fare”

“Noi da tempo abbiamo dimenticato a comunicare come faceva nostro Signore”.

Queste le parole di don Maurizio Patriciello, opinionista e parroco di Parco Verde di Caivano (Na) e soprannominato da Famiglia Cristiana “il prete della terra dei fuochi”, intervenuto lunedì scorso durante uno degli appuntamenti all’interno festival della Comunicazione, quest’anno ospitato dalla diocesi di Cesena-Sarsina e organizzato dal Corriere Cesenate.

Nella sala lignea della biblioteca Malatestiana si è parlato di “Comunicare la solidarietà” con don Maurizio e Laura Delsere, coordinatrice della redazione di Sovvenire (Cei) e i due vincitori del concorso organizzato da sovvenire “Tuttixtutti” per la promozione sociale sostenuto dall’8xmille alla Chiesa cattolica.

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Mag 18

“Più voce alle donne nella Chiesa”

Lucetta Scaraffia de L’Osservatore romano ha presentato il libro “Dall’ultimo banco”

La Chiesa dia più voce alle donne, tornando alle origini del cristianesimo. “Papa Francesco ha aperto molte porte, ma devono essere le donne protagoniste di questa conquista e chiedere, ogni volta, il perché della loro mancata presenza nei sinodi e nelle riunioni in cui si decide il futuro della Chiesa”.

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Mag 18

“Le parole fanno più male delle botte”

È l’ultimo scritto di Carolina Picchio, vittima di cyberbullismo. Lunedì scorso la testimonianza del padre Paolo all’interno del Festival della comunicazione

“Anche le parole possono uccidere”. Lo hanno ripetuto per mesi, a fine 2014, Avvenire, Famiglia cristiana e i settimanali Fisc con una campagna mirata a combattere discriminazioni e vessazioni. Lo ha ribadito papa Francesco, mettendo in guardia dalla calunnia: “Quando io spello un fratello con la mia lingua, questo è uccidere la fama dell’altro. Anche le parole uccidono”. Lo ha scritto, infine, la 14enne Carolina Picchio prima di mettere la parola fine alla sua vita terrena gettandosi nel vuoto: “Le parole fanno più male delle botte”.

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Mag 11

Tra curia e parrocchia: il delicato ruolo dell’economo diocesano

Quando si parla dell’amministrazione dei beni e delle risorse della Diocesi non si può prescindere dall’economo. Dal 2016 ricopre questo incarico don Marco Muratori, parroco a Sant’Angelo e a Gatteo, già per molti anni vice economo, prima con don Ernesto Giorgi (ora vicario episcopale per l’economia) e poi con don Alfio Rossi.

Don Marco non ama concedere interviste, e questa costituisce una piacevole eccezione riservata al settimanale diocesano. Al parlare preferisce i fatti, lui che ama essere concreto, ricordando anche le sue origini scout. È famosa una foto che lo ritrae in divisa durante la visita di papa Giovanni Paolo II a Cesena nel maggio 1986.

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Mag 04

Il saluto del vescovo al Festival della Comunicazione

“Necessaria riflessione su rischi e opportunità della connessione continua”

Riportiamo di seguito il messaggio che il vescovo Douglas ha scritto in occasione del Festival. Lo si può trovare all’interno della pubblicazione in distribuzione nei giorni dell’evento, a cura delle Paoline e della società San Paolo.

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Apr 20

La storia di papa Pio VI, sacerdote a 41 anni

Giovanni Angelo (o Gian Angelo o Gianangelo o Giovannangelo) Braschi nasce a Cesena il 25 dicembre 1717, 30 minuti dopo mezzanotte. Viene alla luce nel palazzo Braschi, oggi Salvi, di corso Garibaldi 15 (già via Croce di marmo), parrocchia della cattedrale di San Giovanni Battista, dal conte Marco Aurelio Tommaso (Cesena, 7 marzo 1684 – 7 luglio 1759) e dalla contessa Ottavia Maria Anna Teresa Bandi (Cesena, 18 novembre 1690 – 15 maggio 1730), sposi il 16 dicembre 1714. La madre è sorella del cardinale Giovanni Carlo Bandi (Cesena, 17 luglio 1700 – Imola, 23 marzo 1784), vescovo di Imola dal 1752 sino alla morte.

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