Terra da amare e custodire

di Marco Castagnoli

“Viaggiatori sulla terra di Dio”, accompagnato dalla frase che pronunciò Giacobbe al risveglio dopo la notte del famoso sogno – Certo, il Signore è in questo luogo e io non lo sapevo (Gen 28,16) – è il titolo del messaggio che i vescovi presidenti delle Commissioni della Cei per i problemi sociali e il lavoro, ecumenismo e dialogo, cultura e comunicazioni sociali hanno rilasciato in occasione della XII Giornata per la custodia del creato.

La “terra di Dio”, la casa comune, come ci ha ricordato papa Francesco nella Laudato Si’, manifesta i sintomi e protesta per la violenza provocata dal cuore umano ferito dal peccato. Occorre cercare delle soluzioni che il Pontefice individua non solo nella tecnica, ma «nel cambiamento dell’essere umano».

È un compito di ogni persona, un dovere di fede per noi cristiani consapevoli che il destino dell’intera creazione è attraversato dal mistero di Cristo.

Nel Messaggio per la Giornata si sottolinea che questo compito va accompagnato da una educazione alla custodia del creato e da una formazione dello sguardo perché «impari a coglierne ed apprezzarne la bellezza, fino a scoprirvi un segno di Colui che ce la dona».

Guardare alla terra di Dio con lo sguardo di Cristo. Come Cristo su questa terra siamo dei viaggiatori. E Gesù, come ci ricorda il Messaggio, era attento a «contemplare la bellezza seminata dal Padre suo» e pronto ad invitare «i discepoli a cogliere nelle cose un messaggio divino». Il viaggio, da sempre metafora della vita, è una occasione di missione, di una Chiesa in “uscita” che annuncia il Vangelo ad ogni creatura.

Questa dimensione missionaria non può essere messa da parte nel caso del turismo in «questo 2017 proposto alla comunità internazionale come anno del turismo sostenibile». Il turismo sostenibile può essere visto come una applicazione concreta di quella “civiltà dell’amore” di cui parla la Laudato si’ al n. 231.

E’ espressione dell’amore per la società, dell’impegno per il bene comune che non riguarda solo le relazioni tra gli individui. «Per rendere la società più umana, più degna della persona, occorre rivalutare l’amore nella vita sociale – a livello, politico, economico, culturale – facendone la norma costante e suprema dell’agire» (Compendio Dottrina Sociale della Chiesa, 582).

Turismo sostenibile significa accoglienza che non dimentichi le persone più fragili, ospitalità che impatti il meno possibile sull’ambiente, sobrietà evitando sprechi di cibo, energia e spropositato consumo del suolo, rispetto del creato. È un turismo che mette al centro la promozione della persona e la custodia del creato e diventa applicazione concreta di una “cultura della cura che impregni tutta la società” (LS, 231).

Corriere Cesenate 30-2017

Pubblicato martedì 29 Agosto 2017 alle 18:30

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