Attacco a Barcellona. La testimonianza del cesenate Giacomo Andreucci

Nella Barcellona colpita a morte dal terrorismo, vive da quasi cinque anni il 37enne cesenate Giacomo Andreucci. Qui, dopo aver lavorato per Google, multinazionale dell’hi-tech, da un anno è occupato in una startup che ha sviluppato una piattaforma per l’insegnamento delle lingue online (www.learnlight.com).

Grazie a Dio mi trovavo nel quartiere della Sagrada Familia, distante dalla Rambla e dalla zona a rischio. Ieri pomeriggio avevano chiuso l’area intorno alla Rambla, e oggi l’hanno riaperta”, debutta Giacomo, che racconta di una città che non vuole cedere alla paura e che fin da subito ha cercato di tornare alla quotidianità.
“Stamattina c’erano poche persone in giro per le strade, poi il flusso è ripreso – prosegue –. I monumenti principali, come la Sagrada Familia, e i musei hanno aperto normalmente, con file di turisti, anche se un po’ meno del solito. Parlando con la gente, si evince che l’attacco ha spaventato, però non c’è aria di depressione ma molto dolore per le vittime”. Nell’attentato sono morte 14 persone, di cui due italiani, e 130 circa sono i feriti.
Andreucci è molto conosciuto a Cesena per essere stato il fondatore di Teleosservanza, una delle prime esperienze italiane di tv di strada. “E’ stato un evento inaspettato: Barcellona si credeva al sicuro e invece i fatti hanno dimostrato che è vulnerabile come qualsiasi altra grande città turistica. Penso che la vita riprenderà presto il suo ritmo normale, ma tante cose verranno riviste a livello di sicurezza e di organizzazione degli spazi pubblici”, conclude.
Francesca Siroli

Pubblicato venerdì 18 Agosto 2017 alle 17:58

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