Da Charlie lezioni di vita

Ogni mercoledì inviamo via email ai nostri missionari sparsi nel mondo un link da cui si può scaricare il giornale in uscita il giorno dopo.

La scorsa settimana, poco dopo l’invio, da Città del Messico è arrivato questo scritto di padre Umberto Mauro, missionario saveriano di Cesena, che qui pubblico a brani per motivi di spazio. Mi pare che la sua lettera possa essere per tutti noi, qua in Europa, una sana presa di coscienza.

Fz

Caro direttore,
sto apprezzando molto tutti gli articoli del Corriere Cesenate, ma oggi, in particolare, quelli dedicati al piccolo Charlie Gard che, nonostante la sua piccolezza e ridotta età, insieme al suo papà e alla sua mamma, sta dando al mondo lezioni di vita e di dignità.

Dovete sapere che ho vissuto i primi 10 anni messicani fra gli Indios Nahuatl della zona più torrida del Messico, che è anche la più povera. Vi confesso che pensavo di aver già visto tutto in termini di sofferenza, dolore, miseria, povertà, violenza e ingiustizia, ma ora mi ricredo: il caso medico del piccolissimo Charlie ha superato tutto. Sono convinto che non si può essere più ingiusti, accaniti e inumani della Corte Europea dei diritti umani.

Il dolore e la disperazione più grandi, a cui ho assistito lungo la mia ormai lunga vita (ho 73 anni), sono quelli di un padre e una madre davanti al figlio morto. È sempre una sconfitta la morte, quando è ingiusta e crudele come quella a cui è stato sentenziato, da esseri poco umani, il piccolo Charlie.

Non posso credere che nella civilizzata Inghilterra e nella ricca Europa vi siano magistrati così selvaggi da disprezzare il valore di ogni vita umana e calpestare la dignità della persona.

Anche se piccolo e fragile, Charlie è sempre una persona e figlio di Dio. Giocare con la vita e la morte degli altri, in nome del diritto, è un’offesa alla umanità e a Dio. Credo che sia ora di smetterla di giocare, come degli dei, con la vita umana degli altri. È molto meglio rivestirsi di umiltà e di saggezza e imparare a rispettare il dolore di chi soffre, anche se ci è lontano ed è irreversibilmente ammalato. Il segnale di una società egoista e con poca anima lo troviamo in coloro che si credono padroni della vita e autorizzati, con sentenze, a disporre di quella altrui: vera patologia, che ha sapore di totalitarismo e di dittatura. La dittatura dei falsi diritti che oggi, purtroppo, prosperano come funghi.

Pensavo di aver visto tutto, ma mi sono accorto che il male continua a sorprenderci, ogni giorno.

Un abbraccio messicano a tutta la vasta comunità del Corriere Cesenate.
Adios.

Corriere Cesenate 27-2017

Pubblicato martedì 11 Luglio 2017 alle 18:30

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