La morte del professor Dino Pieri. Il ricordo dell’Ute

Anche Daniele Vaienti, a nome dell’Università della terza età (Ute), ha voluto esprimere un pensiero per la morte del professor Dino Pieri. Ecco il testo inviato in redazione.

Un saluto affettuoso ad un vecchio amico – ancora un o- che ci lascia. Dopo Pier Giovanni, Don Giancarlo, Don Dante e Franco: che altre parole si potrebbero trovare ancora?
Dino ci ha onorato per tanti anni della sua amicizia, continuando a collaborare con l’Università della Terza Età, assieme ad Assunta, con una serie di lezioni nelle quali i due si integravano perfettamente: ricordo in particolare gli interventi su Spallicci, l’autore – forse – più caro e le commosse letture di Assunta, a completare, integrare, esaltare quanto Dino aveva appena detto e a preparare quello che sarebbe seguito, secondo una ‘scaletta’ preparata e meditata – lo si vedeva – con molta cura ed attenzione e con grande partecipazione emotiva.

Dino e il suo amore per la poesia, per il dialetto e quello – grandissimo – per il ciclismo e le storie di Romagna. Autore di tanti libri e saggi di cui altri diranno certamente in questi giorni, libri che rimarranno nelle nostre biblioteche private e pubbliche.
Dino e la sua generosa disponibilità: ricordo, nel primo anniversario della morte di Nello, quando il Sindacato Pensionati volle ricordarlo con un premio di poesia e a presiedere la giuria venne proprio Dino, a consigliarci nella scelta, a far notare gli autori più interessanti, specie quelli in dialetto. Se ne fecero, di quel premio tre edizioni, diradandone via via la frequenza, poi non se ne fecero più. Mi ricordava, Dino, la sua antica amicizia con Nello e la stima reciproca e si diceva onorato di presiedere quella piccola, piccolissima cosa, ricordando Nello nel suo amore semplice per la poesia.
Con l’Ute Dino e Assunta hanno collaborato a lungo, portando spesso in anteprima il frutto delle loro fatiche letterarie. Mi piace ricordare alcuni titoli delle loro conferenze degli ultimi anni, quelli a partire dai quali ho anch’io iniziato a collaborare in qualche modo all’Università della Terza Età di Cesena, giunta ormai, oggi, al suo Trentennale:
16 ottobre 2007 La bicicletta nel costume, nella letteratura, nello sport
29 aprile 2008 Mistero e sogno, sentimenti e ironia nella poesia di Cino Pedrelli
28 ottobre 2008 La Trafila Romagnola per salvare Garibaldi
26 maggio 2009 Gli umili delle nostre colline nell’opera poetica di Duilio Farneti
3 novembre 2009 Vita e morte degli scariolanti romagnoli nella bonifica dell’agro romano
11 maggio 2010 La poesia di Don Sergio Cappelletti: una voce fuori dal coro della dialettalità romagnola
3 dicembre 2010 Il percorso umano e poetico di Tolmino Baldassari, un lirico puro della dialettalità romagnola
27 gennaio 2013 Mendicanti e vagabondi per le strade di Cesena
18 febbraio 2014 A Castelvecchio Pascoli, nella casa del Poeta
16 dicembre 2014 Nelle trincee del Podgora con Decio Raggi, Don Carlo Baronio, Aldo Spallicci, Renato Serra
Venne anche, Dino, ad onorarci con due bellissime conferenze che organizzai alla “Rimbomba” con gli amici del Circolo Culturale Filatelico Numismatico “Ennio Giunchi” di Cesena nella tradizionale manifestazione d’autunno aperta alla città:
1 novembre 2013 – Celebrazione del centenario della nascita di Mario Vicini “e’ gag ad Gaibéra”
31 ottobre 2015 – Celebrazione del centenario della grande guerra, della morte di Renato Serra e Decio Raggi e degli altri romagnoli sul Podgora
La mostra gli piacque moltissimo, con un’inedita documentazione sul rapporto fra Serra e lo Sport, con preziosi autografi serriani concessi da Lia Pedrelli, con gli ingrandimenti delle tavole di Beltrame e con tantissima documentazione che attirò un numero importante di visitatori.
Ricordo che gli raccontai la storia del primo gagliardetto della “Renato Serra” che era ancora “Sport Club” e diventerà Società Sportiva solo dopo e che continua ancora la sua attività gloriosa. Fu ricamato da Rachele, la madre di Serra, in suo ricordo e lo ritrovai fortunosamente, dopo lunga ricerca, esponendolo a quella mostra assieme ad un busto di Renato in scagliola su un alto piedistallo. I due cimeli erano di proprietà della “Renato Serra” e proposi, al Presidente Dones, alla fine della mostra di fare una donazione al Comune, per Casa Serra o la Malatestiana.
C’è voluto molto tempo e un po’ di cocciuta insistenza ma, finalmente, i cimeli sono “tornati a casa” proprio ieri, il giorno prima che Dino se ne andasse.
Ne sarebbe stato contento, ne sono sicuro.

Pubblicato sabato 29 Aprile 2017 alle 09:03

Trattandosi di un vecchio articolo non è più possibile commentare.

Brevi quotidiane

Ultimi articoli

Ultimi interventi

Parole di Vita

Archivio Documenti