La morte del professor Dino Pieri. Domani i funerali. Il ricordo di Paolo Turroni

La frase può sembrare banale, quasi scontata: ma davvero per la cultura cesenate e per quella romagnola in generale, la morte di Dino Pieri, avvenuta nella notte di venerdì 28 aprile, rappresenta un terribile vuoto. Nato nel 1937, è stato docente di Letteratura italiana e Storia presso l’Istituto tecnico “Pascal” di Cesena, lasciando un ricordo indelebile in tanti allievi che hanno continuato ad apprezzarne, anche da adulti, il carisma, l’affetto, la illuminata disciplina con cui ha saputo adempiere alla delicata funzione di formatore. Il funerale si svolgerà domani, sabato 29 aprile, alle 15,30, alla chiesa di San Domenico, in viale Mazzoni, a Cesena.

Ha affiancato alla professione un’intensa attività di ricerca nell’ambito della storia sociale romagnola, pubblicando libri su aspetti del costume e della società fra Otto e Novecento: ricordiamo la biografia di Don Baronio, la storia del “Lugaresi”, i suoi libri sul ciclismo (“Uomini in bicicletta”, “La Romagna del pedale”, “I Tour degli italiani”, una passione che accompagnò tutta la sua vita come ciclista, oltre che come studioso).

Dino Pieri sapeva come pochi scavare nei documenti, dando nuova vita a impolverate carte. Ricordiamo quattro opere, dedicate a quattro episodi della storia locale che permettevano riflessioni sulla storia italiana: “Lo Zingaro maledetto: colera e società nella Romagna dell’800”; “La squadra di Porta Romana”, sulla Romagna del coltello e del revolver, ritratto di una città di provincia in cui era facilissimo fare e subire violenze; “Grandi manovre”, resoconto sulla visita a Cesena di Vittorio Emanuele III, primo re d’Italia che “osò” recarsi nelle terre del più incallito repubblicanesimo; “Appuntamento a mezzanotte: Renato Serra e uno scandalo di provincia”, uno dei più bei libri realizzati sulla figura archetipica ed emblematica della cultura cesenate, Serra, di cui Pieri analizzò un episodio di vita amorosa senza entrare in pruriginose rievocazioni, ma servendosene per tratteggiare in modo estremamente efficace la vita del grande critico e il mondo che lo circondava. Frutto dell’erudizione di Pieri fu la “Bibliografia degli scritti su Renato Serra”, dalle origini fino al 2005, un’opera monumentale che costò al suo autore una vera, durissima fatica.

Oltre che alla storia, la grande passione di Dino Pieri fu la letteratura romagnola e in romagnolo, affiancato dall’amata moglie, Maria Assunta Biondi, conosciuta sui banchi di scuola e rimasta al suo fianco per tutta la vita. Proprio accanto a lei ha fatto parte del Comitato Scientifico che ha curato la fondamentale “Opera Omnia” di Aldo Spallicci, occupandosi insieme alla moglie della pubblicazione di sette volumi. Nel nome di Aldo Spallicci, punto di riferimento come scrittore e come uomo, per oltre trenta anni è stato segretario della Società di Studi Romagnoli, e vicedirettore della rivista “La Piê”, fondata da Aldo Spallicci, sempre alla ricerca di nuove valide ricerche che valorizzassero tutti gli aspetti della cultura romagnola: attento nei confronti dei poeti e dei prosatori che si sono avvicinati al dialetto romagnolo e alla storia locale, di molti ha seguito l’attività, curandone le pubblicazioni, a tutti dispensando con estrema generosità utilissimi consigli, invitando sempre a non essere precipitosi nelle affermazioni, a cercare sempre i documenti che autorizzassero una interpretazione a discapito di un’altra, a valutare sempre ogni aspetto della questione. Il tutto, con la severità dell’erudito che ricordava a memoria persino in che pagina si trovasse una certa poesia, ma anche col sorriso di chi era sempre in grado di ironizzare in primo luogo su se stesso.

Dino Pieri lascia la moglie, Maria Assunta Biondi, i tre figli, Lorenzo, Bruna e Pierbiagio, e tanti nipoti che poterono godere dell’affetto del loro nonno, ma lascia a tutti i cesenati e a tutti i romagnoli un grande tesoro, rappresentato dai suoi numerosi libri e dai suoi tanti articoli, tutti caratterizzati da una qualità che spesso manca agli storici e ai ricercatori: una lingua italiana classica ed elegante, dalle movenze ampie e raffinate, in grado di farsi leggere e di incantare i suoi lettori, sia che trattasse dell’amatissimo ciclismo sia che commentasse una poesia.

L’Amministrazione comunale di Cesena, in una nota, ricordando Dino Pieri ha affermato che “restano i tanti suoi scritti e lavori ai quali, da oggi, andrà dedicata ancor maggiore attenzione, per perseguire in quell’opera di divulgazione del sapere a cui ha dedicato una intera vita”. Ci auguriamo che così avvenga e la conoscenza di questo grande cesenate sia mantenuta operante anche per le nuove generazioni.

Paolo Turroni

Pubblicato venerdì 28 Aprile 2017 alle 16:54

Una risposta a “La morte del professor Dino Pieri. Domani i funerali. Il ricordo di Paolo Turroni”

Commenti

  1. giorgio tonini 30 Apr 2017 / 16:35

    E’ stato un carissimo amico d’infanzia ritrovato dopo tanti anni, a causa della mia assenza da Cesena per lavoro, a Mercato Saraceno per la presentazione di alcuni suoi libri sul ciclismo due dei quali, ora in mio possesso, con specifiche dediche alla nostra amicizia.
    Conservo un ricordo speciale di lui e mi duole non aver potuto godere e vivere a fondo, come avrei voluto, della sua amicizia.

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