A proposito di assistenza sanitaria e domiciliare

La crisi non può colpire chi è già in difficoltà

Caro direttore,
ho lavorato nella sanità pubblica per quasi 40 anni, dai tempi del Consorzio socio-sanitario a quelli della “grande aziendalizzazione”.

Qualunque sanitario che abbia attraversato questo periodo può dire con certezza che la qualità tecnica delle cure è migliorata col progresso della tecnologia, e con uguale certezza affermare che la soddisfazione e del malato e dei sanitari è calata progressivamente nel tempo. Le ragioni sono le stesse della caduta della qualità soggettiva di vita di ciascuno, il passaggio da cittadini a numeri, da logica di servizio a logica di potere, dai valori della partecipazione a quelli del centralismo burocratico.

Le recenti vicende del nuovo ospedale e della paventata contrazione dell’assistenza domiciliare ne sono gli ultimi esempi. Decisioni che dovrebbero provenire o passare dalla comunità dei cittadini vengono prese dall’alto con consultazioni assenti o fittizie. Decisioni sulla salute non solo senza il vaglio di tutti i cittadini, ma discutibili anche sul piano tecnico.

Decementificazione, deospedalizzazione, domiciliarizzazione assistita delle cure, sosteneva Umberto Veronesi, spesso inascoltato.

Ora, anziché ridurre le strutture ospedaliere apicali e di degenza, e rafforzare e tecnologizzare l’assistenza territoriale, sta emergendo una politica opposta, più dispendiosa e inefficiente. Anch’io direttamente posso testimoniare che l’assistenza domiciliare a Cesena ha fatto grandi passi avanti grazie alla altissima professionalità maturata negli anni dei suoi tanti qualificati operatori. Sostituirli o destinarli ad altro incarico apparirebbe chiaramente a ogni persona sensata come una mortificazione per gli operatori e una inappropriatezza per i malati. Partecipazione e buon senso forse non abitano più qui. Nessuno si sorprenda poi se crescono proteste e populismi.

Cordiali saluti.
dott. Francesco Ciotti
(Cesena)

Caro Ciotti,
la ringrazio molto per la sua lettera e la sua testimonianza che viene da uno del settore. Grazie anche per le parole riservate agli operatori dell’assistenza domiciliare. Lei usa “altissima professionalità” a cui mi sento di aggiungere anche tanta umanità in chi opera in un ambito così delicato.

Purtroppo ho trovato conferme della paventata contrazione del servizio in un caso che non cito per riservatezza. “Non possiamo venire” è stata la risposta secca ricevuta da una famiglia che aveva chiesto un intervento a domicilio per una visita urgente a domicilio. “Poi si sono scusati”, mi è stato detto, ma quando si è nel bisogno estremo non si può aspettare, come abbiamo scritto due settimane fa. La crisi non può colpire chi è già in estrema difficoltà, come mi hanno detto altri in questi giorni parlando della possibile riduzione dell’assistenza infermieristica domiciliare.

Adesso non ci resta che sperare nel buon senso di chi ha le leve per decidere, vista anche la vicinanza del primo aprile, data da cui dovrebbero scattare nuove incombenze per il personale.

Cordialità.
Francesco Zanotti
zanotti@corrierecesenate.it

Pubblicato giovedì 23 Marzo 2017 alle 00:01

Trattandosi di un vecchio articolo non è più possibile commentare.

Brevi quotidiane

Ultimi articoli

Ultimi interventi

Parole di Vita

Archivio Documenti