Commento al Vangelo – VIII domenica del Tempo ordinario – Anno A

Non è possibile servire due padroni: Dio e la ricchezza

Domenica 26 febbraio (Anno A) – 8ª Domenica Tempo Ordinario
Is 49,14-15; Sal 61; 1Cor 4,1-5; Mt 6,24-34

Il Vangelo dell’ottava domenica del tempo ordinario ci propone una parte ulteriore del Discorso della montagna. Gesù si rivolge ai suoi discepoli con parole chiare e confortanti che ci toccano in profondità. Sono parole chiare perché ci presentano una scelta senza compromessi, ma anche confortanti perché ci ricordano che Dio è Provvidenza.

Sono versetti che invitano a chiederci a chi affidiamo la nostra vita, qual è lo scopo della nostra vita, poiché non è possibile servire due padroni: Dio e la ricchezza. In un cuore riempito dalla ricchezza non c’è posto per la fede in Dio. Le parole del Signore rischiano di apparirci astratte e illusorie se pensiamo alla situazione attuale, alla precarietà, ai problemi della crisi economica. Non sono un invito a non darsi da fare, all’ozio e neanche al disinteresse. Sono, in realtà, molto concrete e indicano una strada precisa: a chi cerca il regno di Dio e la sua giustizia non mancherà niente.

Papa Francesco, nell’Angelus del 2 marzo 2014, affermava che “Se si lascia a Dio il posto che gli spetta, cioè il primo, allora il suo amore conduce a condividere anche le ricchezze, a metterle al servizio di progetti di solidarietà e di sviluppo”. La Provvidenza di Dio che non abbandona neanche gli uccelli del cielo o i gigli del campo passa attraverso il nostro servizio agli altri, il nostro condividere con gli altri. E proseguiva ancora il Santo Padre: “Se invece qualcuno accumula soltanto per sé, cosa gli succederà quando sarà chiamato da Dio? Non potrà portare le ricchezze con sé, perché il sudario non ha tasche! È meglio condividere, perché noi portiamo in Cielo soltanto quello che abbiamo condiviso con gli altri”.

“Fraternità, via e fondamento per la pace” era il titolo del Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace di qualche anno fa. Riconoscersi figli dell’unico Padre e quindi fratelli implica un comportamento conseguente, adeguato ai bisogni dell’altro. Questa pagina di Vangelo ci ricorda che il nostro unico padrone non è solo un padrone, ma anche un Padre premuroso che si prende cura dei suoi figli, delle loro preoccupazioni.

“Non preoccupatevi” è l’ammonizione ricorrente nel brano. Le preoccupazioni, oltre alle ricchezze, rischiano di soffocare la nostra ricerca del Regno di Dio. La fede nella Provvidenza, pur non dispensando dallo spendersi per una vita dignitosa, ci libera dall’affanno per le cose e dalla paura del domani. Gesù stesso ci ha insegnato che cosa significhi vivere con i piedi ben piantati per terra, attenti alle concrete situazioni del prossimo, e al tempo stesso tenere lo sguardo verso il Cielo, immerso nella misericordia di Dio.

Il brano di Vangelo di questa domenica ci ricorda una verità che oggi nel dibattito politico rischia di venire accantonata: la vita è un bene indisponibile, dipende da Dio, non siamo noi a decidere o determinare un solo attimo della nostra esistenza.

Marco Castagnoli

Pubblicato giovedì 23 Febbraio 2017 alle 00:00

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