Oltre il tornaconto di bottega

di Francesco Zanotti

Alla fine il No ha vinto. Anzi, ha stravinto, forse oltre ogni attesa. Su cinque italiani andati alle urne, tre si sono espressi contro la riforma costituzionale proposta.

Oltre le previsioni anche i votanti che, compresi quelli all’estero (di questi due su tre hanno votato Sì) che hanno abbassato la percentuale, sono andati oltre il 65 per cento. Un dato impressionante, ma incontrovertibile: su questa materia tanto dibattuta, gli italiani hanno voluto dire la loro.

Un bel segnale di partecipazione per la nostra democrazia a volte fin troppo traballante. Un desiderio, quello di esserci, da cui ripartire per rimettere insieme un Paese lacerato da una lunghissima campagna referendaria con la quale si sono divise anche le famiglie. Se non siamo ai tempi di Guelfi e Ghibellini poco ci manca. Lo scontro c’è stato, eccome.

Matteo Renzi ha perso e lo ha ammesso in diretta televisiva nella notte tra domenica lunedì, a poco più di un’ora dalla chiusura delle urne. Ha perso nettamente e lo ha detto senza cercare vie di fuga. Se ne è assunto la piena responsabilità, anche perché mesi fa fece l’errore strategico di puntare sulla personalizzazione della consultazione referendaria, trasformatisi in breve in un voto pro o contro il suo governo.

Sono troppi i malumori nel Paese e spira sul continente e nel mondo un vento contro che favorisce chi si schiera come anti. Sì, perché se è certissimo che Renzi esce sconfitto e si è giustamente dimesso dall’esecutivo da lui presieduto, d’altro canto non è per nulla chiaro chi potrà raccogliere questo successo.

Oltre al popolo italiano espressosi in maniera netta, quale parte politica, o coalizione, ora si assumerà l’onere di governare la transizione in modo da arrivare a una legge elettorale necessaria per andare al voto politico?

Il rischio di tornare alle urne per una nuova legislatura è dietro l’angolo, con il rischio evidente di un’assai probabile ingovernabilità, visti i due sistemi diversi per eleggere Camera e Senato. L’Italia in questo momento non ha certo bisogno di ulteriore incertezza, oltre a quella derivante dal perdurare della crisi e dalla mancanza di lavoro in specie per i giovani. Sul piatto rimane anche la divisiva questione immigrati per nulla risolta e che tanto vede impegnate alcune forze politiche di stampo populista.

“Ora tocca al fronte del No fare proposte”, ha detto Renzi in maniera provocatoria. Ora tocca al Paese, potremmo aggiungere noi, tirare fuori le migliori risorse e abbandonare i toni da stadio. C’è in ballo un bene più grande rispetto al tornaconto di bottega.

Corriere Cesenate 44-2016

Pubblicato martedì 6 Dicembre 2016 alle 18:30

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