Bottega Pascucci, sette generazioni per 190 anni di storia

RUBICONE – C’è compleanno e compleanno. Sabato 26 novembre, in via Verdi 18 a Gambettola, la bottega Pascucci, l’antica stamperia a mano, ha festeggiato i suoi 190 anni di storia, essendo stata fondata nel 1826.

Si sono alternate sette generazioni, ora rappresentate da Giulio, Matteo e Veronica, per 190 anni di tradizione e arte tramandata di padre in figlio.

La bottega è la stessa da quando il primo Pascucci, Giuseppe, inaugurò l’attività come tintore prima e come stampatore poi. Oggi come allora sembra che il tempo non sia mai passato, perché tutto è rimasto intatto. Gli ingredienti e la tecnica usati per la stampa (rigorosamente fatta a mano con il mazzuolo che batte sullo stampo di pero) sono sempre gli stessi.

Ne parliamo con Riccardo Pascucci, uno degli attuali titolari assieme al fratello Giuseppe e al nipote Giulio.

Quale è il segreto di questa longevità?

Sapersi rinnovare mantenendo viva la tradizione. Ciò significa, per esempio, continuare a fare le coperte per i buoi che faceva il bisnonno, le tende da mare che faceva il nonno, fino ad arrivare ai giorni nostri attraverso l’incontro con grandi artisti: Tonino Guerra e le sue farfalle, Ilario Fioravanti con la Madonna della Canapa, Gianfranco Zavalloni e il suo mondo fanciullesco, Dario Fo, Vittorio Belli, Tinin Mantegazza con il suo circo e Roberto Papetti.

Come fanno i giovani dell’ultima generazione ad avvicinarsi e ad amare questo lavoro?

L’incontro con questi artisti ha stimolato la rinascita di un interesse nuovo, più vicino alle nuove generazioni, capaci di ridare slancio ai nostri prodotti con la propria creatività manuale, che ci consente di rinnovare, attraverso disegni e colori, la nostra primavera.

In un mondo sempre più tecnologico e industrializzato come riuscite a sopravvivere nel mercato?

Era solito dire Tonino Guerra: “Sono molto vicino agli artigiani per il prezioso lavoro che svolgono. Molti di loro oggi hanno smesso di incantarci e così ci tengono compagnia soprattutto i prodotti senza vita che fanno le macchine”. Le case si rinnovano, i mobili non sono più quelli di un tempo, anche le abitudini cambiano e riuscire a trasformare in forma viva e non fredda i nostri prodotti ci consente, ancora oggi, di incantare con la nostra passione e la nostra poetica tradizione.

Piero Spinosi

Pubblicato giovedì 1 Dicembre 2016 alle 00:01

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