Roberto Ambroni, amico sorridente nell’Anteas e nella vita

CESENA – “Io non sono adatto, però, se credi, ci provo. Ma non ti assicuro niente”.

Con queste parole cariche di umiltà Roberto Ambroni ha accolto la proposta dell’amico Luigi Brancato di diventare presidente dell’Anteas (Associazione Nazionale Terza Età Attiva per la Solidarietà).

Brancato, per 16 anni segretario generale della Fnp Cisl di Cesena e poi della Romagna, oggi ricorda l’amico Roberto Ambroni che lo scorso 15 ottobre ha cessato la sua battaglia contro un male implacabile.

“Ricordo di averlo chiamato un giorno di oltre dieci anni fa – spiega Brancato -. Io da Bologna ero rientrato da qualche tempo a Cesena. A lui ho lanciato la proposta di guidare l’Anteas. Immediatamente Roberto per la sua indole semplice e modesta ha risposto di non esserne in grado. Poi con quella tenacia e volontà che lo hanno sempre accompagnato si è buttato in questa avventura. Di recente in un’assemblea a Cesenatico di Anteas aveva ricordato quei giorni e poi aveva ringraziato per aver ricevuto questa occasione. Un’esperienza, quella di darsi agli altri, che lo aveva sempre reso felice e che ogni volta gli riempiva il volto di quel sorriso che non smetteva mai di mostrare”.

Sì, perché Ambroni era un uomo gioioso. Sin da subito non si è risparmiato e insieme a Brancato ha fondato e sviluppato Anteas Cesena. I due amici per anni hanno camminato su un sentiero comune fatto di gratuità e di solidarietà. Un impegno che non ha mai tradito e che lo ha portato a scoprire un mondo di bisogni nascosti in cui lui ha agito con fermezza e con soluzioni concrete.

Si sono allacciate quindi collaborazioni come quella con don Sanzio a San Mauro Pascoli con l’obiettivo di monitorare le persone sole presenti nel territorio e programmare visite a domicilio per incontrare gli anziani e fare loro compagnia.

E ancora sono sorti ambulatori sociali nel quartiere Oltresavio di Cesena, a Gualdo e a San Carlo in cui, solo nel 2015, sono state fornite circa 5mila prestazioni e poi sono stati organizzati servizi a sostegno di anziani e disabili come il trasporto attraverso un Fiat Doblò.

La lotta alla solitudine era una preoccupazione al centro di tante azioni di Ambroni, il quale aveva anche cuore gli oltre 130 volontari dell’associazione per i quali non mancava mai di organizzare momenti di socializzazione.

“Le sue castagnate erano imperdibili e non dimenticherò mai – conclude Brancato – il nostro viaggio a Roma per il Giubileo, dove lui e io in compagnia delle nostre signore abbiamo percorso lunghi tratti a piedi e abbiamo vegliato tutta la notte. Amici nell’Anteas e nella vita. Mi mancherà!”.

Pubblicato giovedì 20 Ottobre 2016 alle 00:02

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