Andare in Terra Santa, perché?

DAL 6 AL 13 OTTOBRE IL PELLEGRINAGGIO DIOCESANO

“La condizione dei cristiani è quella di essere pellegrini”. Mi colpiscono le parole del cardinale Carlo Maria Martini, lette in questi giorni, mentre cercavo di rispondere alla domanda che mi era stata rivolta da alcune persone: “Perché si dice che ogni cristiano deve andare in Terra Santa, almeno una volta nella sua vita?”.

Il viaggio in Terra Santa assume, più di ogni altro, la dimensione del pellegrinaggio e ricorda a chi lo compie che “la vita cristiana è un itinerario, è un muoversi, partire da un posto per arrivare ad un altro passando per tappe intermedie”. Sono ancora parole di Martini. Oltre a poter ammirare la bellezza di paesaggi straordinari che la regione del Medio Oriente offre ai visitatori, ad avere contatti con mondi e popolazioni interessanti, a gustare sapori e conoscere tradizioni storiche e religiose di queste culture, con le visite a vari siti archeologici, per un L credente il pellegrinaggio in Terra Santa è, prima di tutto, un’esperienza di fede.

Significa, cioè, poter ripercorrere le strade e i luoghi dove Gesù di Nazareth è passato, dove Dio ha voluto assumere e condividere la vita stessa degli uomini, dove ha compiuto il suo progetto di salvezza universale e con la Pasqua di morte e risurrezione ha indicato a tutti il destino della Gerusalemme celeste.

Trovarsi nella Città santa, come a Betlemme, a Nazareth, sul lago di Tiberiade, a Cafarnao, sul monte Tabor… significa per un cristiano poter vedere quei luoghi, riascoltare quelle parole, meditare quei fatti che hanno Gesù come protagonista e che, oltre alla storia, appartengono al cammino di fede di ciascuno. Anche ricordarsi dei cristiani che vivono in Terra Santa e recarsi a far visita alle loro chiese e ai loro pastori è un segno di comunione nella fede.

Si è soliti parlare del pellegrinaggio in Terra Santa paragonandolo ad un corso di esercizi spirituali. E’ un’intensa esperienza di vita interiore, quella proposta con le celebrazioni, i momenti di riflessione e di preghiera nei vari luoghi toccati dall’itinerario.

In questo anno santo della misericordia, infine, la visita in Terra Santa, assume il carattere proprio del pellegrinaggio giubilare. La Basilica del Getsemani, alle pendici del monte degli Ulivi, consente di attraversare l’unica porta santa presente a Gerusalemme.

Pier Giulio Diaco

Pubblicato giovedì 22 Settembre 2016 alle 00:01

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