Commento al Vangelo – XXII domenica del tempo Ordinario – Anno C

Il segreto di una famiglia felice è vivere una fecondità allargata

Domenica 28 agosto (Anno C) – 22ª domenica Tempo Ordinario
Sir 3,19-21.30-31; Sal 67; Eb 12,18-19.22-24a; Lc 14,1.7-14

Il Vangelo della XXII domenica del tempo ordinario ci presenta Gesù invitato a pranzo a casa di uno dei capi dei farisei. La partecipazione del Signore ai banchetti è un evento ricorrente nei testi evangelici e in queste occasioni Egli pronuncia sempre degli insegnamenti decisivi.

In genere lo troviamo a tavola con uomini ricchi e influenti, ma, a volte, anche con peccatori o comunque con persone lontane da Lui per vari motivi. Non esclude nessuno dalla Sua attenzione. Di fronte a Lui c’è un posto per tutti, non ci sono posti riservati. Osservando come gli invitati sceglievano i primi posti a tavola, racconta una parabola ambientata in un banchetto di nozze. È una parabola, non un insegnamento di buon comportamento o di gerarchie a tavola. La scena presentata può essere anche l’immagine della nostra vita: la lotta per il primo posto, l’orgoglio di voler apparire.

Gesù mette in crisi questo atteggiamento facendoci riflettere su cosa serve il primo posto sulla terra e sulla posizione dell’uomo in rapporto a Dio. Ci insegna l’umiltà, la strada scelta da Lui che “ha preso l’ultimo posto nel mondo – la croce – e proprio con questa umiltà radicale ci ha redenti e costantemente ci aiuta” (Deus caritas est, 35).

Papa Francesco in una delle prime meditazioni mattutine presso la Casa Santa Marta ci ricordava che tutta la storia della nostra fede è fatta di umiltà e ci parla di umiltà. A cominciare dal fatto storico della nascita di Gesù “tutto l’amore di Dio, per arrivare a noi, prende la strada dell’umiltà. Dio, umile, si abbassa: viene da noi e si abbassa. E continuerà ad abbassarsi fino alla croce”. L’umiltà, affermava il Santo Padre, è “la regola d’oro”: per il cristiano “progredire” vuol dire “abbassarsi”.

La parabola ci aiuta a capire che al “pranzo” della vita siamo tutti invitati e il Signore vuole che ognuno scopra il suo posto. La posizione l’ha assegnata Lui, l’ha preparata Lui ed è quella in cui troviamo la nostra realizzazione e felicità.

Gesù c’impartisce anche un’altra lezione: nella vita cristiana non deve entrare mai il tornaconto umano come motivo delle nostre azioni. È una logica che appare difficile e che richiama a un’altra parola chiave: la gratuità. La persona umile agisce, serve il prossimo e non pretende nessuna ricompensa. La vera ricompensa la darà Dio chiamandoci “amici”, facendoci andare più avanti, vicino a Lui, esaltandoci.

Nell’Esortazione apostolica Amoris Laetitia papa Francesco cita questo brano nel capitolo quinto parlando della “fecondità allargata” e lo applica alla famiglia. Il segreto di una famiglia felice è “vivere in maniera eloquente” questo testo evangelico. Al paragrafo 183 leggiamo: “Una coppia di sposi che sperimenta la forza dell’amore, sa che tale amore è chiamato a sanare le ferite degli abbandonati, a instaurare la cultura dell’incontro, a lottare per la giustizia”.

Marco Castagnoli

Pubblicato giovedì 25 Agosto 2016 alle 00:00

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