A Sarsina il teatro classico avvicina e attrae

SPETTACOLI – Si è conclusa domenica scorsa a Sarsina la 56esima edizione del Plautus Festival. La rassegna teatrale, che presenta opere di Plauto e di altri autori classici e che è l’unica del genere nella nostra regione durante il periodo estivo, ha confermato ancora una volta la sua validità, richiamando spettatori dalle più svariate località.

Circa il loro numero non è possibile fornire dati precisi perché non sono disponibili, ma l’impressione è quella di un lieve calo di presenze.

Complessivamente gli spettacoli hanno avuto un livello soddisfacente, più o meno in linea con la consueta programmazione del festival. È mancato, nell’anno del 2200esimo anniversario della morte di Plauto, l’evento teatrale che avrebbe caratterizzato la ricorrenza.

In merito ai singoli spettacoli, ottima (avrebbe meritato un pubblico maggiore) è stata la commedia “Il berretto a sonagli” di Luigi Pirandello. Bello il testo, intensa e partecipata l’interpretazione di Sebastiano Lo Monaco che calca con successo i palcoscenici di tutta Italia da decenni con questo celebre testo teatrale dove però il personaggio di Ciampa è risultato forse un po’ grottesco.

Stando agli applausi e alle risate del pubblico, finalmente numeroso, un lusinghero successo ha ottenuto “Miles Gloriosus”, la più nota commedia di Plauto, presentata dal Teatro Europeo Plautino diretto da Cristiano Roccamo. I maggiori applausi li ha riscossi Massimo Boncompagni nel ruolo del soldato spaccone Pirgopolinice, che non è proprio quello principale.

Pubblico soddisfatto anche per “Re Lear” di William Shakepeare. La celebre tragedia sull’ingratitudine è stata, in quest’anno in cui si celebra il 400esimo anniversario della morte del grande autore inglese, l’immancabile opera del “Bardo” che figura in ogni edizione del Plautus Festival. Apprezzato Giuseppe Pambieri, molto applaudito così come tutti gli altri attori dello spettacolo, allestito in modo apprezzabile. Anche questa volta, come già aveva fatto Sebastiano Lo Monaco, nei ringraziamenti finali da parte del regista e degli interpreti, un omaggio a Giorgio Albertazzi.

Divertimento per i numerosi spettatori dello spettacolo dal titolo “Siccome l’altro è impegnato”, con Renato Pozzetto. Di notevole interesse è stata la rappresentazione di “Le supplici di Eschilo in prova”, spettacolo rappresentato con successo lo scorso anno nella prestigiosa rassegna nel teatro greco di Siracusa. La tragedia di Eschilo, molto bene adattata da Moni Ovadia e Mario Incudine, che ne sono stati anche interpreti, ha assunto la dimensione di un’opera musicale con canti talvolta struggenti e con magnifici movimenti coreografici da parte della ventina di bravissime ragazze (dovevano essere una cinquantina) che costituivano il coro delle donne supplici, le vere protagoniste. Lo svolgimento della vicenda, che abilmente mescolava la storia delle figlie di Danao a temi di grande attualità, è risultato però di difficile comprensione non tanto per alcune canzoni in lingua greca quanto per tutta la recitazione, anche nella parte del prologo che inquadrava tutta la storia, in dialetto siciliano certamente non facile da capire. Comunque un successo con pubblico non molto numeroso, come prevedibile.

Annullato lo spettacolo “Serial killer per signora” per l’indisposizione del protagonista Gianluca Guidi, e che in quanto a prenotazioni aveva un quasi tutto esaurito.

Ha fatto seguito la commedia “L’avaro” di Moliere: la vicenda del denaro rubato al vecchio avaro deriva direttamente dall’”Aulularia” di Plauto. Arpagone è un personaggio indubbiamente di maggior spessore rispetto all’Euclione plautino, che risulta poco più che una macchietta ma la struttura scenica è perfetta in entrambe le commedie. Il testo è stato rispettato ed è stata apprezzata la recitazione di Alessandro Benvenuti e degli altri interpreti. Forse una più accentuata caratterizzazione di alcuni personaggi avrebbe potuto giovare allo spettacolo.

Successo che non si è ripetuto con “Agamennone” di Fabrizio Sinisi. Come spesso succede agli autori moderni che si rifanno ai grandi classici (in questo caso Eschilo) i personaggi del mito diventano poco più che un pretesto ed emblematici: così Agamennone è diventato un vecchio stanco e disilluso, Cassandra simbolo di Troia, Clitemnestra conflitto della Donna. Uno spettacolo con lunghi monologhi, talvolta difficile da seguire, ma alla fine ci sono stati scroscianti applausi per Paolo Graziosi (Agamennone) e Daniela Poggi (Clitemnestra).

La rassegna è stata chiusa dalla commedia “Mostellaria” di Plauto presentata dagli attori del Master Class teatrale del Plautus Festival, per la regia del direttore artistico del festival, Cristiano Roccamo.

Piergiorgio Pellicioni

Pubblicato giovedì 25 Agosto 2016 alle 00:01

Trattandosi di un vecchio articolo non è più possibile commentare.

Brevi quotidiane

Ultimi articoli

Ultimi interventi

Parole di Vita

Archivio Documenti