Il centro storico cambia pelle, i cittadini mutano abitudini

Il centro storico di Cesena si conferma un tema caldo e divisivo in città. La notizia che i lavori per la riqualificazione di piazza della Libertà (non ancora cominciati dato che siamo solo alle indagini archeologiche) partiranno a fine estate, in ritardo di tre mesi, ha riacceso le critiche, veementi, di chi ha visto nella chiusura del parcheggio “delle Poste” un attacco al cuore della città.

Il rinvio sarebbe legato alla volontà dell’Amministrazione comunale di verificare, sulla base di nuovi documenti, i requisiti dell’impresa vincitrice del bando per i lavori sull’area. Si tratta di una società di Rimini che aveva offerto 1,8 milioni di euro (più oneri di sicurezza). In questo modo il Comune vorrebbe evitare uno stop in corso d’opera o andamenti a singhiozzo del cantiere.

Allo stesso tempo l’Amministrazione ha annunciato un nuovo concorso di progettazione, riservato ad architetti e ingegneri, per l’area prossima all’Ufficio postale, 670 metri quadri da destinare a giochi per bambini e famiglie.

Nel frattempo la situazione sul versante commerciale non è delle migliori. Ai tanti negozi sfitti in zona si è aggiunta la libreria Feltrinelli, chiusa nel maggio scorso a poco più di cinque anni dall’inaugurazione. La libreria, comunque, non era mai entrata nel cuore dei cesenati a differenze delle tante altre presenti in centro (Giunti, Bettini, Mondadori). Basti pensare che a pochi mesi dall’inaugurazione aveva chiuso il proprio bar interno, mentre nel tempo l’assortimento si era assai ridotto.

La Galleria Oir, al di sotto dell’omonimo palazzo, si conferma un mezzo mortorio. Qui il commercio è comatoso da anni, ben prima che il parcheggio di piazza della Libertà chiudesse nell’ottobre scorso, a conferma che le auto non possiedono alcun tocco taumaturgico.

Allargando lo sguardo all’intero centro, non si può certo dire che il cuore della città stia morendo, bensì cambiando pelle. Il turnover di attività in certe zone del centro è importante, ma lo stesso si verifica anche nelle gallerie centri commerciali. Assai più in crisi appaiono le frazioni cittadine, alcune ormai del tutto desertificate e prive di esercizi commerciali.

Anche il Foro Annonario si conferma un’esperienza bifronte. Quello che doveva essere il magnete alimentare del centro non funziona (tranne il piccolo Conad all’interno), con attività che aprono e chiudono nel giro di poco tempo. Se chi è dentro soffre però, chi è andato fuori (i vecchi occupanti) prospera, e ha fatto rinascere le vie e le piazzette adiacenti, un tempo puntellate di vetrine sfitte.

La stessa piazza del Popolo, additata per decenni come uno spazio vuoto e informe, è rinata con l’apertura di un’osteria di alto livello, un qualificato ristorante di pesce, una gelateria artigianale, un nuovo pub, senza considerare la vicina Pappa reale. Una zona negletta è divenuta ormai la regina del centro.

Si conferma attrattiva anche la cosiddetta “zona movida”, vicino ai teatri Bonci e Verdi, pur in assenza di parcheggio. Anzi, l’estensione della Ztl (quella attuale, farlocca, è in vigore dalle 3 alle 5) farebbe bene a locali come La Cantera, che vedono oggi le macchine passare vicino ai propri tavolini (via Sostegni è uscita obbligata per chi entra da porta Santi). Servirebbe piuttosto un nuovo parcheggio al di fuori delle mura, come quello previsto al Sacro Cuore e bloccato da anni.

Michelangelo Bucci

Pubblicato giovedì 14 Luglio 2016 alle 00:01

Una risposta a “Il centro storico cambia pelle, i cittadini mutano abitudini”

Commenti

  1. Antonio Guiducci 22 Lug 2016 / 18:18

    Nelle vie del centro poco frequentate ci dovrebbero essere più panchine dove sono le panchine c’è più vita

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