Commento al Vangelo – XIII domenica del tempo Ordinario – Anno C

Gesù offre sempre la possibilità di ricominciare

Domenica 26 giugno (Anno C) – 13ª domenica Tempo Ordinario
1Re 19,16b.19-21, Salmo 15; Gal 5,1.13-18; Lc 9,51-62

Il Vangelo della XIII domenica del Tempo Ordinario ci presenta le condizioni richieste da Gesù ai discepoli. Alcune risposte del Signore ci impressionano perché appaiono lontane dalla nostra mentalità.

Egli ha le idee chiare sulla sua missione, sulla sorte che l’attende e sulle caratteristiche del discepolo. “Prese la ferma decisione” di andare verso Gerusalemme, città che non è solo un luogo geografico, ma è il luogo dell’amore totale per noi. La stessa determinazione e lo stesso amore Gesù chiede senza illusione a chi lo segue, come abbiamo ascoltato domenica scorsa nel Vangelo.

Egli parla di una croce per tutti da portare ogni giorno. Il cardinal Biffi utilizzava un’espressione molto significativa: “Gesù non prende in considerazione assunzioni a tempo parziale o contratti a termine”. Sa che siamo deboli, ma nello stesso tempo capaci, con il suo aiuto, di compiere liberamente scelte decisive e costruire il nostro destino eterno.

Giacomo e Giovanni auspicano una forte punizione per i Samaritani che si erano rifiutati di accoglierli, ma ricevono dal Signore un rimprovero. Non vuole che la fede sia una costrizione, ma una libera adesione. “La fede non è una verità che s’impone con la violenza, non è verità che schiaccia il singolo. Il credente non è arrogante” (papa Francesco, Lumen fidei, 34).

Seguire Gesù può significare sperimentare il rifiuto e l’incomprensione. Di fronte a questi atteggiamenti il Signore propone l’amore e non la di ogni giorno vendetta. Il discepolo è colui che segue la logica del Signore non quella umana.

L’evangelista Luca ci presenta tre personaggi anonimi che mostrano a tutti le condizioni della sequela. Il primo è un tale generoso con una scarsa consapevolezza di cosa significhi seguire il Signore. La risposta che riceve da Gesù ci fa capire che il discepolo deve essere disposto a condividere la sorte di Cristo e a non avere casa in questo mondo.

Il Signore chiede a chi lo segue di tagliare i legami con le cose del mondo e non esserne schiavo. Questa forma di povertà apre anche a un modo nuovo di vedere gli affetti. Lo impariamo dall’esperienza del secondo personaggio. La risposta che riceve dal Signore sembra paradossale, ma fa capire che l’annuncio del Regno viene prima di tutto, senza eccezioni. È Dio lo scopo della vita e anche la famiglia è un mezzo orientato a rispondere a Dio. Gesù invita a vivere la famiglia con un orientamento nuovo.

Il Signore non ama i rimpianti o le incertezze. È l’esperienza del terzo personaggio, ma anche la nostra. Chi non si è mai voltato indietro? Tuttavia sappiamo che Gesù non ha cercato degli eroi. Non lo erano neanche i dodici, Pietro compreso, poiché anche lui si è “voltato indietro” rinnegandolo per tre volte. La sua esperienza, come quella dei Santi testimonia che se seguiamo Cristo, Egli ci dà sempre la grazia di ricominciare.

Marco Castagnoli

Pubblicato giovedì 23 Giugno 2016 alle 00:00

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