A Pieve di Rivoschio due percorsi storici sui luoghi della memoria

VALLE SAVIO – Due progetti sulla memoria per Pieve di Rivoschio. Sono legati al recupero e alla valorizzazione del “Parco della resistenza e della pace”, sorto il 2 inaugurato 1992, e al suo territorio circostante. Sono stati presentati in Comune a Cesena la settimana scorsa da Vladimiro Flamigni, storico e coordinatore provinciale per i luoghi della memoria, e Ines Briganti, presidente dell’Istituto per la storia della resistenza e dell’età contemporanea (Isrec) di Forlì-Cesena.

L’importanza del piccolo abitato in comune di Sarsina (oggi appena 110 elettori) è nota. “Rivoschio – ha ricordato Flamigni – fu sede dell’8° Brigata Garibaldi e del primo gruppo partigiano del cesenate con rilevanza romagnola. Raccoglieva infatti giovani provenienti da Ravenna, Rimini, Forlì, dalle vallate”. Per questo subì frequenti rastrellamenti che colpirono anche la popolazione civile.

Non solo. Rivoschio, nella sua travagliata storia, conserva un doloroso primato. “Aver avuto a livello nazionale il maggior numero di sacerdoti uccisi dai tedeschi, in rapporto alla densità di popolazione”. Tre religiosi persero la vita in circostanze violente perché accusati di collaborazionismo coi partigiani: don Pietro Paternò, di origini siciliane, che morì nel 1946 dopo 15 mesi di prigionia nel campo di concentramento di Dachau, don Pietro Tonelli, 32 anni, ucciso in un rastrellamento nazista nel ’44, e padre Vicinio Zanelli, 23 anni, nativo di Rivoschio e frate cappuccino del convento di Lugo a cui toccò la stessa sorte di don Tonelli. “Si schierarono a fianco della loro gente, vicino alla comunità. La loro non fu una scelta ideologica, ma morale: schierarsi a difesa di chi quella guerra non la voleva e di chi era innocente”.

Alla luce dei tanti sentieri che attraversano la zona, “per impedire – aggiunge Flamigni – che il nome di Rivoschio cada nell’oblio e che il parco diventi preda del degrado e dell’abbandono abbiamo pensato alla realizzazione di un sentiero della memoria che da Ranchio passi per Campofiore, sede del comando dell’8° Brigata Garibaldi, e giunga fino a Rivoschio”.

Il percorso è già esistente, mentre la novità sarebbe l’installazione di sette pannelli di narrazione storica. I testi sono già pronti. L’altro intervento riguarda l’interno del Parco della resistenza e della pace, “alla cui realizzazione avviata negli anni ’70 – ha sottolineato la Briganti – contribuì Lorenzo Cappelli che fu anche tra i fondatori dell’Isrec sostenendo anche molti progetti”.

Si tratterebbe di creare all’interno del parco “un percorso di carattere storico che riattualizzi quel passato attorno ai temi della pace, della lotta alle ingiustizie, alla mafia, all’illegalità”.

Tutto ciò si potrebbe realizzare sfruttando bandi regionali e sulla montagna con sezioni dedicate alla valorizzazione dei luoghi della memoria.

Pubblicato giovedì 16 Giugno 2016 alle 00:01

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