Commento al Vangelo – SS. Corpo e Sangue di Cristo – Anno C

Dall’Eucarestia deriva la responsabilità sociale dei credenti

Domenica 29 maggio (Anno C) – Santissimo Corpo e Sangue di Cristo
Gen 14,18-20; Sal 109; 1Cor 11,23-26; Lc 9,11b-17

Il Vangelo di questa domenica, solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, ci presenta il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Gesù ha trascorso una giornata parlando alle folle e guarendo chi aveva bisogno di cure. Mostrando alla gente la misericordia di Dio. Verso sera gli apostoli chiedono a Gesù di lasciare andare la folla nei villaggi vicini per trovare cibo e alloggio.

Papa Francesco ha sottolineato come questa soluzione proposta al Signore dai suoi discepoli rappresenti una tentazione attuale anche per noi cristiani: ognuno pensi a se stesso! Ma la soluzione di Gesù va in un’altra direzione: “Voi stessi date loro da mangiare”. Il Signore non manda mai via chi lo cerca. Quel “date” ci ricorda un altro versetto del Vangelo: “Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare”.

I discepoli, però, hanno solo cinque pani e due pesci. Gesù allora compie una serie di azioni che rimandano al sacramento dell’Eucaristia: alza gli occhi al cielo, recita la benedizione, spezza i pani e li dà ai discepoli perché li distribuiscano. Sono gli stessi gesti che Lui ha compiuto nell’Ultima Cena. Pochi pani e due pesci condivisi e affidati a Cristo sfamano tutti a sazietà, anzi avanzano, fino a riempire dodici ceste.

Il Signore non compie una “magia”, ma un segno che invita ad avere fede in Dio, Padre che non ci fa mancare il “nostro pane quotidiano”, se noi sappiamo condividerlo come fratelli. Gesù ci insegna come dobbiamo accostarci all’Eucaristia. Dobbiamo avere gli stessi suoi di ogni giorno sentimenti, cioè la compassione e la volontà di condividere. La comunione eucaristica mi unisce alla persona che ho accanto, ma anche ai fratelli lontani.

Lo slogan scelto per il Congresso Eucaristico che stiamo celebrando in Diocesi ci ricorda proprio questo: “Se condividiamo il pane celeste come non condivideremo quello terrestre?”. A questo proposito il nostro vescovo ha scritto sul Corriere Cesenate della settimana scorsa: “Esso mette in evidenza lo stretto legame tra Eucaristia e Carità. Infatti come tutto inizia dalla Carità, cioè dall’Amore di Dio per l’umanità, così tutto ha termine e trova pienezza in essa”.

Papa Benedetto nell’omelia pronunciata il 23 giugno del 2011 disse: “Chi riconosce Gesù nell’Ostia santa, lo riconosce nel fratello che soffre, che ha fame e ha sete, che è forestiero, ignudo, malato, carcerato; ed è attento a ogni persona, si impegna, in modo concreto, per tutti coloro che sono in necessità. Dal dono di amore di Cristo proviene la nostra speciale responsabilità di cristiani nella costruzione di una società solidale, giusta, fraterna”.

L’impegno sociale a cui come cristiani siamo chiamati deriva proprio da qui come ci hanno insegnato, con il loro attaccamento all’Eucaristia, i grandi Santi sociali.

Marco Castagnoli

Pubblicato giovedì 26 Maggio 2016 alle 00:00

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