Congresso Eucaristico diocesano: un focus sugli incontri
Due serate di avvicinamento, quella di martedì 17 e quella di giovedì 19 maggio, ci daranno la possibilità di sgrezzare la ricca e densa tematica del Congresso eucaristico diocesano che si aprirà ufficialmente con la celebrazione eucaristica in Cattedrale presieduta dal vescovo Piero Marini, domenica prossima, 22 maggio.
Il giorno della vigilia, sabato pomeriggio 21 maggio alle 15, saranno i ragazzi del catechismo di tutta la Diocesi a ricordarci l’atteggiamento dell’accoglienza, che non è un’attesa immobile e passiva, ma un andare incontro a Gesù donato a noi da Maria, sua e nostra Madre. Saliranno al Monte, i ragazzi, al santuario della Madonna, per fare propri i pensieri, i sentimenti e le indicazioni della Mamma (“Qualsiasi cosa vi dica, fatela”) chiedendo a lei l’aiuto per una risposta pronta, gioiosa e perseverante.
Il programma della settimana del Congresso è ormai noto e diffuso da tempo, anche grazie ai richiami e ai servizi di questo settimanale. Alcuni appuntamenti risaltano per la notorietà dei personaggi invitati, come nel caso di padre Raniero Cantalamessa che guiderà il ritiro spirituale del Presbiterio giovedì mattina, 26 maggio, o in quello del cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato di sua Santità, che concluderà solennemente il Congresso con la Messa vespertina di domenica 29 maggio.
Faranno da cornice o da sfondo l’adorazione quotidiana al santuario del Suffragio e le tre mostre allestite a San Zenone e a Palazzo Ghini, come pure la presenza in Cattedrale della reliquia del miracolo eucaristico di Bagno di Romagna (1412), il Sacro Corporale esposto all’altare del Bregno. Proprio la memoria di questo miracolo accaduto nel territorio della nostra Diocesi offre l’occasione di indicare il cuore della Settimana Eucaristica: la Celebrazione del Corpus Domini di giovedì sera, 26 maggio.
È davvero un fatto singolare che la manifestazione pubblica più importante e solenne riguardante la fede nel sacramento dell’Eucaristia, sia stata istituita per tutta la cristianità da papa Urbano IV come risposta a una crisi di fede. Il miracolo di Bolsena (1263) era stato il segnale inviato da Dio stesso non solo al prete boemo Pietro da Praga, ma anche a coloro che in ogni tempo e luogo sperimentano l’aridità, il dubbio, l’assalto razionalistico, lo scetticismo nei confronti della presenza reale di Cristo risorto nel pane e nel vino consacrati. La bolla Transiturus (1264) regalava all’intera Chiesa un appuntamento annuale di cui fare tesoro, per gli ammonimenti stratificati che la festa del Corpus Domini contiene: non pensare alla fede come a un patrimonio inattaccabile, non sorprendersi del dubbio che insorge, rispondere con atti di fede rinnovata, sorreggersi vicendevolmente con una testimonianza di fede semplice ma concreta e visibile.
Il secondo appuntamento da rimarcare è quello del pranzo con i poveri nella chiesa di Sant’Agostino, domenica 29, giorno della chiusura. “Se condividiamo il pane celeste, come non condivideremo quello terreno?”: comunione verticale e orizzontale non solo chiedono di incrociarsi, ma sono l’una l’autenticazione dell’altra. Non solo “essere in grazia di Dio” richiede discernimento, obbedienza, pentimento e conversione senza fine, ma trae l’alimento principale proprio dal pane vero disceso dal cielo, che nutre il dono di sè come modo di essere e di vivere ogni azione e ogni relazione. Il farsi prossimo, a questo punto, non tollera sconti o ritardi.
Chi è il mio prossimo? Di chi posso e devo farmi prossimo? Come sempre la prima distanza è mentale e la prima barriera è quella del cuore. Il segnale che il pranzo a Sant’Agostino intende lanciare, insieme al richiamo permanente della Casa-famiglia in vescovado, che resterà come segno permanente del Congresso e dell’Anno dell’Eucaristia, potrà trovare ancora distrazione e sordità, ma sempre meno motivi per giustificare una condivisione dimezzata.
don Walter Amaducci