Una piazza in cerca d’anima
di Michelangelo Bucci
Sono ormai sette mesi che gli archeologi, affiancati dagli esperti della Soprintendenza, stanno scavando in piazza della Libertà a Cesena. Il loro lavoro ha riportato alla luce le fondamenta dell’antico ospedale di San Tobia (accanto alla cappella omonima, oggi museo diocesano), di parte del complesso episcopale e del convento dei Carmelitani, oltre alla piccola strada che li divideva: l’antica via del Carmine (quasi di fronte all’imbocco di Galleria Oir), prolungamento dell’attuale via Verdoni.
A venire alla luce ossari, tombe, pozzi, frammenti di epigrafi, oggetti di terracotta, l’area dei chiostri e il perimetro degli edifici. Testimonianze importanti, raccolte e catalogate in modo certosino dagli addetti ai lavori.
Opere che trovano importanti conferme nei documenti ritrovati, nei giorni scorsi, all’Archivio diocesano (una miniera d’oro per gli appassionati). Si tratta di antiche planimetrie che riportano in modo dettagliato la storia dell’ospedale di San Tobia e del convento dei Carmelitani (con l’annessa chiesa di Santa Marta). La scoperta del professor Giampiero Savini ci riporta a cavallo tra il XVII e il XVIII secolo “fotografando” lo stato degli edifici al tempo e le ipotesi progettuali sul convento.
Gli edifici storici sono stati rasi al suolo, assieme all’adiacente palazzo Mori (ex Venturelli), a metà degli anni ’50 del secolo scorso. Il tutto per ricavare una piazza che non è mai stata tale, essendo destinata da subito a parcheggio per le auto (stessa sorte venne riservata, nei medesimi anni, al palazzo Almerici).
Un progetto scellerato all’insegna del piccone che, nelle intenzioni dell’Amministrazione del tempo, doveva proseguire con lo sventramento della Valdoca (per fortuna mai attuato) per un più agevole collegamento tra il nuovo parcheggio e viale Carducci.
Della bellezza dei palazzi di un tempo restano ora solo qualche pietra, poche foto e preziosi disegni. Oltre a una piazza vuota ancora in cerca di un’anima.
“Hanno fatto un deserto e lo hanno chiamato nuova piazza” (cito a memoria adattando dalla GERMANIA di Tacito).
La piazza è senz’altro senz’anima, e anche peggio… ma il diktat di Coop, Conad & Co. era ineludibile: muoia dunque il centro storico e vittoria ai nuovi “barbari” di periferia.
La giunta del sindaco Lucchi passerà tristemente alla storia della nostra città: ma che importa, di fronte alla prosecuzione della carriera politica del nostro eroe?