In corso i lavori di adeguamento liturgico in Cattedrale a Cesena

Saranno inaugurati il 28 novembre. Edilizia di culto e carità non sono in contrapposizione

Egregio direttore,
da molti mesi circola la voce secondo la quale l’altare del Duomo di Cesena e il sito su cui è collocato verranno ristrutturati. (…). L’iniziativa descritta dai più come particolarmente costosa dal punto di vista economico. La notizia si è sparsa anche tra gli ambienti “clericali”. Più sacerdoti hanno preso posizione esprimendo sommessamente il loro disappunto o la loro contrarietà per un’opera che sembra avere una pura valenza estetica più che funzionale, ritenendo più utile devolvere le risorse necessarie alla sua realizzazione a scopi umanitari o a forme di beneficenza ora più che mai necessarie.

Le stesse considerazioni sono condivise anche da una consistente platea di cattolici, di fedeli, di parrocchiani, che altrettanto sommessamente hanno manifestato il loro disappunto. Tra costoro vi è anche il sottoscritto, che, oltre a tentare di darsi qualche risposta non sempre pertinente o esaustiva, si chiede perché il Corriere Cesenate, settimanale di informazione che da sempre si batte per la libertà di opinione e di espressione, abbia scelto di “glissare” sulla vicenda. Si tratta forse di silenzio-assenso? O semplicemente la notizia è del tutto infondata? Oppure si è deciso di tenerla segregata in sagrestia nel timore di un tumulto popolare?

Credo che non solo i lettori del Corriere, ma tutti i cattolici cesenati abbiano diritto a una risposta.
Grazie dell’attenzione prestatami.

Fabrizio Biasini
(ex abbonato)

Egregio Biasini,
ho aspettato diverse settimane per pubblicare la sua lettera solo perché volevo che prima partissero i lavori. Volevo avere in mano qualcosa di concreto di cui parlare. Qua, da sempre, non si censura nulla. Preciso solo che qua noi ci occupiamo di informazione. Non ci interessa, invece, il chiacchiericcio.

E vengo al tema da lei posto. Se nei secoli i cattolici, e tutti i benefattori credenti e non credenti, avessero seguito il suo ragionamento (che a suo dire avrebbe seguito in Diocesi) oggi noi non potremmo ammirare la basilica di San Pietro a Roma, il duomo di Firenze e San Marco a Venezia, solo per citare alcuni luoghi noti in tutto il mondo. Forse che allora i bisogni erano meno urgenti di quelli di oggi?

La prima missione della Chiesa, cioè di tutti noi credenti che vi apparteniamo, è l’evangelizzazione. Tradotto in concreto significa testimoniare e portare a tutti la gioia, e dico gioia, di un incontro decisivo per ogni persona. Il resto, tutto il resto (opere di carità comprese) diventa solo una naturale conseguenza.

Inoltre occorre tenere presente tutto l’impegno che la Diocesi mette in campo per la carità, compresi i grandi lavori di restauro in via don Minzoni che riguardano anche la Caritas. Ci sono fondi per l’edilizia di culto, per il restauro (il patrimonio è da conservare, così come hanno fatto quanti ci hanno preceduto) e per la carità.

Le ricordo anche che per il grande restauro della Cattedrale voluto dal vescovo Gianfranceschi ci furono molti pareri contrari. Oggi noi ne godiamo per quegli interventi e anche ringraziamo. L’intervento attuale, di adeguamento liturgico ed eseguito d’intesa con la Sovraintendenza, riguarda principalmente l’altare e l’ambone, in continuità con i lavori del grande restauro decisi dal vescovo Augusto.

Francesco Zanotti
zanotti@corrierecesenate.it

P.S.: che lei si definisca ex abbonato mi dispiace molto. Spero solo riesca vedere il suo scritto in pagina e abbia un minuto per leggere la mia risposta. A presto, spero.

Pubblicato giovedì 19 Novembre 2015 alle 00:01

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