Commento al Vangelo – XXXIV domenica tempo ordinario – Anno B

La regalità: l’altro al centro della vita, con totale rispetto

Domenica 22 novembre – XXXIV Domenica Tempo Ordinario – Cristo Re
Dn 7,13-14; Salmo 92; Ap 1,5-8; Gv 18,33b-37

La Chiesa celebra oggi la fine dell’anno liturgico contemplando Cristo come Re, ma la sua regalità va oltre i nostri schemi che identificano il re come un personaggio potente, dominatore e irraggiungibile. Gesù sovverte ancora una volta la nostra logica e si presenta come un re che ha scelto di dimorare in noi e guidarci con dolcezza, un re mite e umile di cuore che lascia libertà di scelta.

Gesù, in tutto il suo Vangelo, ci dice che è solo nel dono di sé, nella bontà e nel sacrificio la radice di ogni bene: il suo regno infatti ha come trono la croce e come legge il servizio. Gesù propone a tutti noi la sua via della regalità, perché ognuno di noi, con il dono del Battesimo diventa “sacerdote, re e profeta”.

E se Gesù re è il punto di riferimento che guida con amore il suo gregge, anche noi siamo chiamati a essere a nostra volta guide amorevoli: dei nostri figli, che chiedono ascolto e orientamento in una società povera di esempi positivi e ricca di stimoli lontani dal messaggio evangelico. Dei nostri colleghi di lavoro, perché vivendo relazioni impostate sulla fiducia e sul rispetto reciproco, possiamo sovvertire la logica dell’arrivismo e della competizione a tutti i costi. Di chi incontriamo in parrocchia e nella vita di ogni giorno, perché guardando Cristo Re dell’universo come principio e fine delle nostre azioni, potremo liberarci una volta per tutte da atteggiamenti di superiorità e invidia.

La regalità è un dono che viene dato anche a noi sposi uniti nel Sacramento del matrimonio quando, attraverso le promesse, ci consegniamo, in Gesù, totalmente l’uno all’altra, e ci impegniamo a servirci reciprocamente per tutta la vita. È soprattutto quando diciamo al nostro coniuge “…prometto di onorarti tutta la vita” che esprimiamo la regalità come servizio. Onorare vuol dire obbedienza reciproca totale, vuol dire mettere l’altro al centro dell’attenzione e della vita con profondo e totale rispetto.

Gesù esprime il suo essere Re servo nella lavanda dei piedi. Allora chiediamoci: quante volte ho lavato i piedi a mia moglie/marito in questa dimensione di servizio e di amore? Possiamo infatti lavare la biancheria più sporca, ma non avere il cuore grande di chi è capace di “lavare” l’anima del coniuge, prendendone su di sé il negativo, come ha fatto Gesù con noi sulla croce, che è il suo trono. Che il Signore Re dell’Universo ci faccia dono del suo cuore capace di tale amore.

Sabrina e Andrea Delvecchio

Pubblicato giovedì 19 Novembre 2015 alle 00:00

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