“Chiesa in uscita”, a Re gli esercizi spirituali del Cvs di Cesena

Dal 16 al 22 agosto scorso, un bel gruppo del Centro Volontari della Sofferenza della diocesi di Cesena-Sarsina ha partecipato, assieme alle diocesi di Pinerolo, Vigevano, Fermo, Macerata e Saluzzo, agli esercizi spirituali a Re, nelle bellissime montagne della valle Vigezzo (Verbania).

Gli esercizi si sono svolti in una casa priva di barriere architettoniche che il nostro fondatore beato monsignor Luigi Novarese ha fatto costruire cinquant’anni fa, con l’aiuto di tante persone e le preghiere di tanti ammalati, per permettere proprio a questi ultimi di vivere l’esperienza degli esercizi spirituali.

Il predicatore degli esercizi spirituali è stato il nostro vescovo Douglas Regattieri, che è venuto a Re per la prima volta ed è stata per noi una gioia essere guidati da lui. È stato per ciascuno di noi un amico che ci ha aiutato a fare e a vivere un’esperienza di fede.

Il tema dei nostri esercizi era: “Chiesa in uscita alla scuola della prima comunità cristiana”. Il primo brano biblico che ci ha aiutato a riflettere è Atti 2,42-48. Il vescovo ha voluto farci comprendere che lo Spirito Santo è la forza aggregante che fa dei vari gruppi una comunità.

La comunità cristiana era fondata su tre pilastri:
1. L’ascolto della Parola di Dio: l’ascolto della Parola, è simile alla mensa Eucaristica: noi, “mangiamo” la Parola.
2. La comunione: i membri delle prime comunità erano perseveranti nella comunione e facevano opere di misericordia. Dall’intesa profonda che si era creata tra i membri della comunità nasce la necessità di una condivisione anche materiale. Si tratta di un’esperienza di comunione globale che, partendo da legami spirtuali profondi, interessava anche la vita esteriore compresi i beni materiali.
3. I membri della comunità erano perseveranti nello spezzare il pane e nelle preghiere. Il gesto dello spezzare il pane lo viviamo quando partecipiamo alla Messa. Non è pensabile una chiesa senza eucarestia e viceversa una eucarestia senza chiesa. Occorre rimettere di più al centro questo sacramento come lo era nella prima comunità.

In Atti 5, 1-11 viene narrato il racconto della punizione di Anania e Saffira. Da esso capiamo che la Parola di Dio è valida e propositiva anche quando riferisce momenti negativi. Si tratta di leggerla bene. Dobbiamo prendere coscienza del nostro peccato, e non dobbiamo correre il rischio di minimizzarlo e di dire: “Che male ho fatto?” perché quello che si fa di bene fa bene a tutti, quello che si fa di male fa male a tutti. Dobbiamo avere la capacità di smascherare i nostri peccati, perché il peccato di uno sconvolge la vita della Chiesa ed è un guaio per tutti.

Nella nostra seconda giornata di esercizi, giornata penitenziale, il predicatore ha messo in luce l’importanza del servizio con le tre G. Ognuno di noi deve servire il prossimo: Gioiosamente, Generosamente e Gratuitamente. Queste tre azioni le compiamo quando “offriamo” noi stessi al Signore, per metterci a servizio degli altri.

Nel pomeriggio abbiamo rivissuto il momento della vocazione e la conversione di Paolo. La vocazione è una chiamata. Da sempre noi siamo stati chiamati fin dal grembo materno, da sempre noi siamo nel pensiero di Dio. L’apostolo Paolo si converte e passa da un sistema fatto di leggi, all’incontro con una persona: Gesù. Lui, cambia la vita di Paolo e la stessa cosa succede anche a noi. L’incontro con Gesù ci consente di trovare la vera gioia e la pienezza.

In questa giornata, abbiamo ricevuto il sacramento della riconciliazione e vissuto la celebrazione penitenziale.
Durante la giornata eucaristica, invece, abbiamo potuto stare accanto a Gesù, per tanto tempo. Gesù era lì nel Santissimo Sacramento e aspettava ognuno di noi, per parlare al nostro cuore.

Gesù nel corso di questi esercizi spirituali, ha parlato a ciascuno di noi in maniera diversa, in maniera personale ed è stato per noi importante fare memoria dell’azione dello Spirito Santo, perché é lui che guida la Chiesa oggi, e la fa essere Chiesa in uscita, capace di fare la verità nella carità.

Successivamente, la domenica 6 settembre a Montilgallo, si è tenuto l’incontro di gruppo diocesano, per mettere tutti al corrente dell’esperienza degli Esercizi e riprendere il cammino con più lena. Particolarmente significative sono state le testimonianze di chi ha partecipato per la prima volta agli Esercizi: tutti, senza eccezione, hanno messo in luce il clima di profonda preghiera respirato a Re, la collaborazione reciproca tra le diocesi, la scoperta di persone che magari si conoscevano poco o non si conoscevano affatto, la possibilità di pregare a lungo senza distrarsi (cosa che a casa propria è più difficile), la serenità vissuta anche in mezzo alla fatica (che pure c’è stata).

Oltre alle meravigliose catechesi del Vescovo che hanno entusiasmato tutti i partecipanti, c’è stata, poi, la riscoperta e il richiamo a taluni aspetti specifici del nostro carisma: la preghiera di intercessione e di riparazione, l’offerta della propria sofferenza (aspetto che riguarda tutti e non solo gli ammalati), il dinamismo redentivo del sacrificio che diventa salvifico se unito a quello di Cristo.
Forte è stato, inoltre, l’invito ad approfondire con attenzione i messaggi dell’Immacolata a Lourdes e a Fatima, che sono un po’ il nostro Dna: non basta conoscerli superficialmente, ma occorre riscoprirli e farle propri nella vita di tutti i giorni.

Il vescovo e gli altri sacerdoti hanno, poi, sottolineato che il Cvs è una porzione della Chiesa a tutti gli effetti, quindi occorre radicarsi bene nel cammino della propria diocesi (il prossimo anno sarà dedicato all’Eucaristia, che è la radice della Chiesa) e della Chiesa universale (l’8 dicembre si aprirà il Giubileo della misericordia), non limitandosi a coltivare il proprio orticello.

In sintesi, questi sono i verbi sottolineati agli Esercizi e che tutti dobbiamo praticare: uscire (quanti hanno bisogno di Cristo e magari non lo sanno neanche!), annunciare (il beato Charles de Foucauld, martire, si propose di gridare il Vangelo con la vita), educare (la testimonianza di un ammalato sereno ha un’efficacia dirompente perché induce a chiedersi come è possibile tutto ciò), trasfigurare (il beato Luigi Novarese ripeteva che la croce è un passaggio, la gioia è una dimora e i segni della Passione sono i segni della gloria).

Lo Spirito Santo ci illumini e ci guidi, con tutta la Chiesa, nel cammino verso la santa montagna, che è Cristo Signore!

Arianna Paglierani (CVS di Cesena)

Pubblicato giovedì 15 Ottobre 2015 alle 00:00

Una risposta a ““Chiesa in uscita”, a Re gli esercizi spirituali del Cvs di Cesena”

Commenti

  1. valda 18 Ott 2015 / 22:30

    Condivido l’accurato resoconto spirituale di Arianna. Io vorrei soffermarmi sul clima caldo, familiare, gioioso assaporato fin dal nostro arrivo nella casa per gli esercizi spirituali a Re presso cui mi sono recata invece carica delle mie restrizioni emotive e mentali. Con mia sorpresa ho potuto constatare che lì non vi sono barriere di nessun tipo. Eravamo in tanti, circa 250, ma tutto è così bene organizzato e ritmato dall’impegno insieme che sembravamo un uno.
    Grazie per avere avuto l’occasione di effettuare questa esperienza

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