Tormentone poste

di Francesco Zanotti

Non si può stare un solo giorno tranquilli. Non si fa in tempo a prendere un minimo di respiro che subito arriva una notizia che fa ritornare tutta l’apprensione di un momento davvero terribile per la stampa. Torno in argomento perché i lettori devono sapere. Dobbiamo tenerli informati su quanto sta accadendo sulle nostre teste e sul nostro lavoro. Ma anche e soprattutto su ciò che succede nel mondo dell’informazione, vero snodo per un Paese democratico.

È davvero a rischio il pluralismo e con esso tutta l’informazione legata al territorio, settimanali diocesani in testa. Non sto qui a ripetere quanto già scritto un’infinità di volte sulla nota vicenda dei contributi all’editoria. Ora si ragiona di riforma e ben venga, anche se rimane il nodo tutto da sciogliere sul quantum del 2014 e anche per l’anno in corso. Briciole, ricordiamolo, ridotte sempre più negli ultimi anni. Briciole distribuite con il contagocce e incerte fino alla fine.

Un sostegno inutile se il giornale non giunge nelle case dei lettori. È della scorsa settimana la buona notizia della sospensione da parte di Poste italiane del Piano previsto dal primo ottobre. Piano che prevede, in tre fasi, la consegna a domicilio nei piccoli comuni una settimana al lunedì, mercoledì e venerdì e quella successiva di martedì e giovedì. Una scelta incomprensibile che seleziona i cittadini e pone notevoli difficoltà e chi è abbonato a quotidiani e settimanali.

Opportuno è giunto l’intervento del Governo a stoppare le Poste. Poi, però, le Poste hanno fatto sapere che il loro Piano viene sospeso non per tutta la corrispondenza (ancora non riguarda il nostro territorio), ma solo per i prodotti editoriali. Quali l’effetto e il senso di questa specifica, se Poste italiane fa uscire i postini solo per consegnare i giornali? Resta difficile rispondere. Non si intravede nè logica nè buon senso in una tale decisione. Rimane il dubbio di voler caricare i soli giornali di tutto l’onore per la loro consegna a casa dei lettori-abbonati. Un peso da fare gravare ancora di più, vagliando i prodotti da portare nelle buchette delle lettere.

Cercheremo soluzioni alternative, pare abbastanza scontato. Non smetteremo di dire la nostra su queste decisioni imposte solo per raccattare quattrini. Pochi ricordano che il servizio universale che Poste dovrebbe garantire cinque giorni su sette fa parte di quelli essenziali, come impone l’Unione europea. Qualcuno vuole imbavagliare le voci della periferia? Faremo di tutto per resistere. Ai voi lettori chiediamo di sostenerci, come sempre.

Corriere Cesenate 35-2015

Pubblicato martedì 6 Ottobre 2015 alle 18:30

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