Sorbano in festa con la Messa e la cena di paese

Sorbano, ubicato alle porte della città plautina, è una piccola frazione di 180 abitanti facente parte, dal 2000, della parrocchia della Cattedrale di Sarsina. Mantiene tuttavia una sua identità forte, con un comitato unito e collaborativo, grazie al quale la comunità, domenica 4 ottobre, sarà in festa per il patrono Sant’Egidio Abate, da sempre titolare della parrocchia.

Sarà ricordato anche il compatrono San Massimiliano Kolbe, al quale è stata dedicata la nuova chiesa nel 1983. Alle 18 si terrà la Messa solenne – viene sospesa quella del mattino – e il canto di San Massimiliano Kolbe alla quale seguirà la cena per tutti nel salone sottostante la chiesa.

Sorbano, di origine umbro-etrusca, fu feudo prima della chiesa sarsinate poi di diversi feudatari. Una parrocchia che ha origini prima del Mille e che ha dovuto affrontare per ben sei volte la ricostruzione della sua chiesa a causa delle frane. La prima sede, antica, resistette fino al 1100, poi venne ricostruita, sempre in luoghi diversi, nel 1355, 1634, 1780, 1895, 1983. Il secolo più burrascoso è stato certamente il ventesimo, quando si verificò una frana nel 1939, nella quale vari edifici, ancora esistenti, si spostarono a valle di centinaia di metri rimanendo integri e molte famiglie si trasferirono nella vicina Romagnano, in casette costruite per l’emergenza. La frana diede vari segni di movimento anche nel 1956.

L’anno decisivo fu il 1969 quando, il 13 marzo, il sindaco impose a tutti gli abitanti di Sorbano alta di abbandonare le proprie case. La chiesa venne chiusa in modo definitivo e il parroco don Germano Reali si dovette trasferire a Sarsina continuando il servizio religioso nell’ex edificio comunale. Un evento che segnò drasticamente e improvvisamente la vita della comunità, che venne smembrata e rimase come in agonia per oltre dieci anni. Varie famiglie trovarono alloggio nelle case popolari, altre partirono e in breve la popolazione si dimezzò, passando da 431 abitanti nel 1955 a 303 nel 1967 fino agli attuali 180.

Del periodo toscano rimangono diverse testimonianze, come lo stemma di casa Medici nella campana del 1612 e una grande e pregiata pala d’altare del 1629, riportata recentemente dall’Archivio dopo aver subito un restauro radicale a cura del Capitolo della Cattedrale di Sarsina, raffigurante “la Presentazione di Gesù con Sant’Egidio”, opera di Tomaso Gorini di Firenze. Le altre suppellettili della vecchia chiesa sono state trasportate nella nuova, voluta con grande zelo da don Egisto Battistini al quale va il merito di aver ridestato la vita della piccola comunità così provata.

La chiesa di Sorbano è anche Tempio votivo dei 49 Caduti durante il periodo della Resistenza nel comune di Sarsina. Qui infatti si verificò la rappresaglia del 28 settembre 1944 quando furono fucilati dieci giovani, mentre altri sei riuscirono a salvarsi lasciandosi cadere nella scarpata e scappando lungo il letto del fiume Savio.

Daniele Bosi

Pubblicato giovedì 1 Ottobre 2015 alle 00:01

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