Commento al Vangelo – XXIII domenica tempo ordinario – Anno B

Ritagliamoci uno spazio di silenzio e di ascolto

Domenica 6 settembre – XXIII Domenica Tempo Ordinario – Anno B
Is 35,4-7a; Salmo 145; Gc 2,1-5; Mc 7,31-37

In questo brano del Vangelo di Marco, dove viene raccontata la guarigione di un sordomuto, ci ha particolarmente colpito un gesto di Gesù che a volte può sfuggire: “Lo prese in disparte, lontano dalla folla…”. È un dettaglio che sentiamo forte, urgente e necessario per noi perché ci fa capire che Gesù ci vuole incontrare, è Lui che ci cerca per creare con noi un rapporto personale vero, sincero, intimo (pose le dita negli orecchi e con la saliva toccò la lingua).

Ma dobbiamo avere il coraggio di sottrarci dalla confusione che caratterizza la nostra quotidianità, spegnendo cellulare, televisore…, lasciando da parte le preoccupazioni, il lavoro, le tante cose da fare e ritagliarci uno spazio per farci raggiungere e incontrare. Un giorno è formato da 1.440 minuti: è così difficile trovare 30 minuti per metterci in ascolto della Parola che ci nutre e ci fa desiderare di essere guariti?

A volte sfuggiamo volontariamente questi momenti perché ci obbligano a guardarci dentro, a metterci a nudo di fronte a Gesù e a scoprirci sordi e muti alla sua Parola. A tu per tu con Lui ci accorgiamo delle nostre fragilità, del nostro peccato, delle nostre incoerenze, del nostro cuore duro e della nostra incapacità di amare e di seguirLo nel dono completo e gratuito di sé. Così preferiamo la confusione… Ma è proprio dentro le nostre fragilità e il nostro peccato che possiamo assaporare lo sguardo amorevole e misericordioso di un Padre che vuole cambiare il nostro cuore, la nostra vita per far emergere i nostri bisogni più veri: essere amati e perdonati!

Ermes Ronchi evidenzia che Gesù prima guarisce gli orecchi: “Simbolo eloquente: sa parlare solo chi sa ascoltare. Primo servizio da rendere a Dio e all’uomo è l’ascolto. Senza, non c’è parola vera”. E la prova che sappiamo “ascoltare” con il cuore la Parola di Gesù e la sappiamo “dire” in modo corretto è, alla fine, lo stile della nostra vita, che può portare a tutti l’annuncio del profeta Isaia: “Dite agli smarriti di cuore: coraggio, non temete! Ecco il vostro Dio, Egli viene a salvarvi”.

È Dio che incoraggia, e quando Dio incoraggia i suoi figli vuol dire che Lui stesso si coinvolge e interviene. Dio ha mandato suo figlio Gesù fra noi, non ci abbandona nello smarrimento! Seguire Gesù ci fa incontrare la strada della felicità e ci fa diventare uomini nuovi, capaci di ascoltare parole di speranza e di raccontare quante cose meravigliose sa fare il Signore nel nostro cuore.

Sabrina e Andrea Delvecchio

Pubblicato giovedì 3 Settembre 2015 alle 00:00

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