Commento al Vangelo – XXII domenica tempo ordinario – Anno B

Facciamoci toccare il cuore da Dio

Domenica 30 agosto – XXII Domenica Tempo Ordinario – Anno B
Dt 4,1-2.6-8; Salmo 14; Gc 1,17-18.21b.22-27; Mc 7,1-8.14-15.21-23

Dalle labbra al cuore: è questo il cammino che ci fa fare Gesù in questa domenica che inizia con la discussione, anche accesa, nella quale gli scribi e i farisei fanno notare a Gesù che suoi discepoli non osservano in modo scrupoloso le norme religiose del tempo.

Gesù ne approfitta per andare all’essenziale della questione: il centro non è la validità o meno di alcune pratiche religiose, ma la verità del rapporto con Dio. Il problema non è “se” e “come” devo lavarmi le mani prima di mangiare, ma se guardo a Dio come un ispettore dell’Ufficio Igiene o come un Padre che si prende cura di me.

Gesù critica il formalismo vuoto e di facciata dei farisei che vuole inquadrare la relazione con Dio dentro uno schema fisso di dare-avere. “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me”. Forse anche per noi, a volte, credere significa fare, o meglio, non fare, qualcosa. Forse anche noi abbiamo ingabbiato Gesù e la nostra fede in una serie di pratiche e tradizioni da “rispettare” (la Messa per dovere, fare la carità per zittire la coscienza,…) e lasciamo perdere l’essenziale.

Ma la fede cristiana vive nella misura in cui passiamo dall’esteriorità dei gesti religiosi (di per sé buoni) alla sostanza del nostro comportamento, che deve corrispondere sempre più a quello di Gesù. “Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro”.

Solo se ci facciamo toccare il cuore da Dio possiamo incontrarlo e così ogni nostro gesto e ogni nostra parola acquisterà significato. Il cuore quindi va alimentato di tutto ciò che è bello, puro e buono. Va alimentato della Parola di Dio, del Suo Pane, di relazioni positive, di buone letture, di parole gentili; il nostro cuore va alimentato con una cultura della giustizia e del rispetto. Il nostro cuore ha bisogno di amore e di gesti di tenerezza, solo così ciò che ne uscirà saranno propositi di bene: comportamenti puri, onesti, rispettosi dell’altro; franchezza, lealtà, bontà, umiltà, solidarietà, sobrietà e saggezza.

Saremo santi non tanto per quello che le nostre labbra pronunciano, ma per quello che i nostri comportamenti dicono, come dice San Giacomo nella seconda lettura: “Accogliete con docilità la parola che è stata piantata in voi e può portare alla salvezza. Siate di quelli che mettono in pratica la parola e non ascoltatori soltanto…”. Aiutaci Gesù e fa’ che non dimentichiamo mai che Tu, in questo nostro andare, sei con noi.

Sabrina e Andrea Delvecchio

Pubblicato giovedì 27 Agosto 2015 alle 00:00

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