Il postino non suona più due volte

Il piano di Poste Italiane prevede la consegna della corrispondenza a giorni alterni, una settimana tre volte e quella successiva due. Le proteste dei primi cittadini

di Cristiano Riciputi

Una volta si parlava di servizi essenziali e quello delle Poste era uno di questi. In un Comune, anche nelle zone più isolate dell’Appennino, c’erano dei punti fissi che legavano la gente al territorio. La chiesa, la scuola, le Poste, il negozio di generi alimentari… Poi, per vari motivi, alcuni di questi sono andati scomparendo.

L’ultima novità, in negativo, riguarda le Poste: come già scritto su queste colonne negli scorsi numeri, dai prossimi mesi c’è il rischio che la consegna non sia più quotidiana, ma a giorni alterni per i Comuni al di sotto dei 30mila abitanti e con una bassa densità di popolazione (meno di 200 abitanti per chilometro quadrato).

Nel comprensorio cesenate si salverebbero solo Cesena, Cesenatico, Gambettola, San Mauro Pascoli, Savignano e Gatteo. Tutti gli altri non vedrebbero più la presenza quotidiana del portalettere, fermo restando che la consegna del sabato è stata soppressa già alcuni anni fa.

Secondo il piano redatto, i postini andrebbero di casa in casa la prima settimana il martedì e il giovedì e, la settimana seguente, il lunedì, mercoledì e venerdì. I disagi si possono ben comprendere: ritardi, accumuli di posta, consegna dei quotidiani in maniera assurda rispetto alla data di uscita. Senza contare le difficoltà per i portalettere stessi che si troverebbero a dover smaltire in soli due giorni, o tre, la posta di tutta la settimana. Un altro dubbio: già oggi capita (anche a Cesena, non solo nelle zone più isolate) che se un postino è in malattia non venga sostituito a causa delle carenze di personale. Se ne deduce che quando ciò capiterà in questi piccoli Comuni non è escluso che i cittadini vedano il portalettere solo poche volte al mese. E della loro posta urgente che ne sarà?

Si tratta di ipotesi ovviamente e, precisiamo, le decisioni non vengono prese a livello locale. Gli uffici di zona, come quello di Cesena, dipendono dalle scelte compiute “ai piani alti” di Roma. I dipendenti delle Poste del territorio fanno il massimo per garantire i servizi, ma loro stessi, lo annotiamo noi, molto spesso non vengono messi nelle condizioni per poter lavorare nel migliore dei modi.

Abbiamo chiesto il parere dei primi cittadini dei Comuni del comprensorio interessati dalla poco gradita novità.

RONCOFREDDO

“E’ una vergogna. Da un lato tutti a incensare coloro che scelgono di presidiare il territorio restando in montagna, dall’altro tolgono i servizi”. Massimo Bulbi, sindaco di Roncofreddo, è molto arrabbiato riguardo al piano di riduzione di consegna della posta. “Questo delle Poste è un ulteriore smacco per i residenti. Ogni giorno facciamo i salti mortali per garantire un minimo di servizi e non è facile a causa del taglio dei trasferimenti statali. E’ arrivato pure il ’regalo’ dell’Imu agricola, altra batosta per i residenti delle zone svantaggiate. Abitare in certe aree, pur nella bellezza del paesaggio, è poco comodo e non si possono tagliare in maniera selvaggia i servizi già carenti”. Bulbi conclude dicendo che “ormai le Poste fanno di tutto relegando all’ultimo posto il motivo per cui sono nate”. Bulbi affronta un altro tema: “Il nostro territorio è soggetto a dissesto idrogeologico eppure lo Stato si ricorda di noi in rari casi. Per fortuna, quest’anno, una mano è arrivata dalla Regione. Per quale motivo un cittadino dovrebbe rimanere a presidiare il territorio se poi viene preso a pesci in faccia?”.

VERGHERETO

Enrico Salvi non usa mezzi termini: “Se il progetto andrà a compimento, non sarà altro che l’ennesimo caso di penalizzazione per i cittadini che abitano nelle zone di collina e montagna. Tutti i giorni noi sindaci lottiamo contro il depauperamento dei servizi. Una volta le Poste, un’altra i trasporti, poi le scuole, poi i presidi medici. Tutto viene accentrato su Cesena. Vivere in montagna è costoso e paghiamo, indirettamente, molte più tasse. Volete sapere perché? Ecco la risposta: se per la normale quotidianità un abitante di Cesena spende 200 euro al mese di carburante, uno di Verghereto ne spende cinque volte tanto in quanto per recarsi presso i servizi pubblici deve percorrere molti più chilometri. E il prezzo del carburante è costituito per lo più dalle accise”.

LONGIANO

Non ha molto da aggiungere il sindaco Ermes Battistini: “Abbassare il livello dei servizi è una sconfitta per tutti. E a rimetterci sono i cittadini, specialmente quelli più anziani. Spero proprio che le Poste possano ripensarci. Se serve, dobbiamo essere uniti e protestare tutti insieme”.

SOGLIANO

Stupore e sconcerto sono le impressioni che Quintino Sabbatini mostra alla notizia del taglio del recapito postale. Il sindaco di Sogliano dice che “resto senza parole di fronte a una decisione unilaterale che penalizza le nostre comunità. Spero che si possa far sentire la nostra voce e fare qualcosa contro questa penalizzazione. La consegna della posta è un servizio pubblico e non capisco perché noi sindaci, che rappresentiamo le comunità, siamo stati tenuti all’oscuro di tutto ciò. E’ vero che grazie a internet tante comunicazioni oggi viaggiano su altri canali, ma non dimentichiamo che i nostri Comuni sono proprio quelli meno servizi dalle ’reti’ veloci. E poi la fascia di popolazione anziana usa poco internet ed è legata alla carta. Quindi si vanno a penalizzare proprio le persone più deboli. Non so se alle Poste l’hanno capito. Ma anche per i più giovani ci sarebbero disagi: io sono abbonato al Sole24ore e, secondo quanto voi mi dite, il numero del venerdì mi sarebbe consegnato il lunedì. Se poi c’è il postino ammalato, ecco che slitta di altri giorni”.

BAGNO DI ROMAGNA

“Sono totalmente contrario e pronto a qualsiasi battaglia in tutte le sedi per evitare la consegna a giorni alterni. E’ una cosa intollerabile. In montagna già ci sono tanti disservizi: vogliamo aggiungere anche questo?”. Marco Baccini, sindaco di Bagno di Romagna, appare come il più risoluto. “Se vogliono che la gente abbandoni i nostri territori ce lo dicano subito. Abbiamo la maturità di non chiedere e pretendere mai troppo, ma non vogliamo scendere sotto certi limiti di servizi. Gli uffici postali nel nostro territorio attualmente sono tre: uno a Bagno, uno a San Piero e uno a Selvapiana che però è aperto solo due mattine ogni settimana. Non mi pare che Poste italiane, da noi, abbia un livello di presenza così elevato da poter dimezzare i giorni di consegna”.

MONTIANO

Fabio Molari è di poche parole. “Questa assurda decisione è il frutto della privatizzazione di un servizio pubblico che tale doveva restare. L’ufficio postale, il postino, sono dei simboli, dei punti di riferimento in una società, specie nei piccoli paesi dove sono importanti il Comune, la chiesa, la farmacia… Vogliamo che la posta sia recapitata tutti i giorni. Già ci siamo adeguati alla sospensione del sabato. Ora non si può fare a giorni alterni. Non è ammissibile”.

SARSINA

Sulla stessa linea dei suoi colleghi è anche Luigino Mengaccini, primo cittadino di Sarsina. “Nel nostro territorio, anche in anni recenti, sono stati chiusi degli uffici postali. Al momento sono attivi quello del capoluogo e quello di Ranchio. Altri tagli ci penalizzerebbero ulteriormente. Credo che come Unione dei comuni dovremmo farci sentire. Non capisco perché quando si devono fare dei risparmi si vanno a colpire sempre i cittadini che già si trovano in difficoltà. O meglio, posso anche capirlo: è più facile colpire i più ’deboli’. Negli scorsi mesi ho scritto più volte a Bologna e a Roma per far sentire le nostre proteste e il nostro malessere di fronte a certi tagli”.

MERCATO SARACENO

“Se andrà avanti così, sarà un fatto gravissimo. Un servizio come quello delle Poste non lo si può trattare come una normale questione commerciale”. Monica Rossi guida Mercato Saraceno, un territorio in cui gli uffici postali sono tre, ma solo uno a tempo pieno, nel capoluogo. “A Taibo e a Piavola – precisa la Rossi – l’ufficio è aperto un paio di mattinate la settimana. Linaro e Montecastello sono stati chiusi da tempo. E poi in estate i problemi si acuiscono a causa delle ferie del personale. Ma vedo che le cose non vanno bene neppure nei grandi centri: tempo fa mi sono recata all’ufficio centrale di Cesena per consegnare una raccomandata. Ho preso il biglietto e ho fatto la fila. Solo che hanno avuto la precedenza coloro che fruivano dei servizi bancari, anche se giunti dopo di me. Ho aspettato 42 minuti per spedire una semplice busta. Sono disservizi che fanno male, così come farebbe male la consegna a giorni alterni. Bisogna protestare e farsi sentire. Chi abita in valle non è un cittadino di serie B”.

GATTEO

Dalle colline, dirigendoci verso il mare, si giunge a Gatteo che potrebbe essere coinvolto nella riduzione, ma non è ancora certo dato che ha un’elevata densità abitativa. Il primo cittadino Gianluca Vincenzi, ad ogni modo, non si tira indietro e risponde prontamente alle nostre sollecitazioni. “Se il servizio postale sarà ridotto, qualsiasi sia il Comune, sarà una disgrazia. Perché la posta ordinaria già è claudicante e diminuire i giorni di consegna provocherà dei disservizi. Ma vorrei soffermarmi anche su un altro concetto: ormai si va verso la concentrazione dei servizi. I Comuni con meno di 3000 abitanti già sono chiamati a riunire molte funzioni. A breve si alzerà l’asticella e si arriverà a quelli con 5000 abitanti. Tutte queste unioni portano a una diminuzione del livello qualitativo, specie nelle zone più isolate”.

Pubblicato giovedì 27 Agosto 2015 alle 00:01

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