Viaggio in Francia del vescovo Douglas, la cronaca/4

Continuiamo la pubblicazione della cronaca del viaggio-pellegrinaggio che il vescovo Douglas ha compiuto in Francia, insieme a Luciano Veneri e a Graziella Batani, ai primi di luglio. Si susseguiranno varie puntate che saranno pubblicate sempre nella sezione Chiesa e Diocesi.

Quarto giorno, giovedì 9 luglio 2015

Ci siamo svegliati in tempo e siamo quindi partiti alle 7.05 per la nostra meta della mattina: Alençon.
Il tempo è bello ma in questi giorni nel nord della Francia abbiamo goduto di temperature veramente mode-rate fra i 14 e i 16 gradi, come in questa occasione, fino a massimo 24 gradi, mentre arrivavano notizie di temperature torride da Cesena.
Ci siamo diretti subito verso sud, rimandando la colazione e pregando mattutino e lodi prima di riprendere la lettura di “Storia di un’anima” della nostra cara Teresina che ormai sentivamo sempre più vicina a noi, come una vera sorellina.

Lungo il tragitto Graziella ci ha anche letto alcune note, da una piccola guida dedicata alla famiglia Martin, che visse in questa cittadina della bassa Normandia fino a poco dopo la pasqua di mamma Zelia; abbiamo così potuto ripercorrere i momenti salienti della vita di questa famiglia cristiana nata dall’ incontro di Luigi e Zelia sul ponte San Leonard ad Alençon, ponte che unisce le due rive del fiume Sarthe, quando nell’incontrarlo lei sentì una voce che la rassicurava:“questo è l’uomo che ho preparato per te”.
Abbiamo trovato anche informazioni sulla casa via Saint Blaise n 50, dove visse la propria vita ordinaria la famiglia Martin; qui, dall’aprile 2008, sono le suore della congregazione Piccole Suore di Santa Teresa del Bambin Gesù ad essere le custodi del piccolo santuario e della casa-museo dove nacque anche Teresina. Se-condo la guida le suore sono veramente “gentilissime” e questa affermazione ci ha fatto molto sorridere e ha fatto dire a mons. Douglas: “avremo modo di verificare se lo sono realmente!”
Siamo arrivati velocemente e ancora era tutto chiuso, abbiamo quindi passeggiato lungo le strade del centro storico per trovare un bar aperto ma siamo riusciti a fare colazione solo presso un piccolo albergo che ci ha proposto un buon buffet del quale abbiamo approfittato, sapendo che avremmo quasi certamente saltato il pranzo per il lungo viaggio da affrontare nel pomeriggio.
Ritornando verso la casa abbiamo notato alcune suore fuori dalla casa e le abbiamo avvicinate; erano sorri-denti e molto comunicative e, parlando anche in italiano, ci hanno detto di essere originarie del Kenia e del Brasile. Ci hanno subito invitato ad entrare ed a sederci per un caffè nella saletta di attesa fino all’apertura del santuario; dalla conversazione con loro abbiamo avuto la conferma che sono della congregazione Piccole Suore di Santa Teresa del Bambin Gesù nata ad Imola per volere di don Giuseppe Mazzanti.
Il nostro Vescovo le ha quindi informate, che solo pochi giorni prima aveva sottoscritto, insieme agli altri ve-scovi della Conferenza Episcopale dell’Emilia Romagna, il nulla osta per l’inizio della causa di beatificazione del loro fondatore; un’altra “coincidenza” che ha avuto come immediata conseguenza la sorpresa, l’allegria e l’immediata chiamata della loro madre superiora che è arrivata subito e ci ha invitato a gustare il caffè, fi-nalmente all’italiana nella moka, nella loro cucina affacciata su un giardinetto pieno di meravigliose ortensie multicolore. Non c’è dubbio: le suore sono veramente “gentilissime”!
Conversando con Suor Ritalba, la superiora, abbiamo appreso che é stata consacrata lo stesso anno di mons. Douglas, nel 1973, che ha 63 anni ed è stata missionaria in diversi paesi, fra questi il Kenia, dove ha vissuto esperienze insieme all’indimenticata Annalena Tonelli e ad Assunta Riva, ora Agata monaca, responsabile del monastero della Piccola Famiglia della Resurrezione di Valleripa alle Palmeiras, a Quelimane, in Mozambico visitato dal Vescovo lo scorso anno.

Suor Ritalba ci ha parlato di Santa Teresa e anche della sorella Leonia così legata spiritualmente alla sorella più giovane; Leonia è stata l’unica visitandina fra le sorelle tutte carmelitane, ed entrò nel Monastero della Visitazione di Caen. La superiora ci ha raccontato di come fosse stata la “più difficile” delle figlie dei Martin, con una infanzia ribelle e complicata e che, dopo l’inizio del processo diocesano per la beatificazione, an-nunciato in data 24 gennaio 2015 dal Vescovo di Lisieux, alla ricognizione effettuata sulla salma il corpo è ri-sultato incorrotto. Il processo è iniziato proprio perché tanti segni sono già stati constatati come avvenuti per sua intercessione e in particolare per famiglie in difficoltà con figli “problematici”.
La nostra richiesta di potere celebrare l’Eucarestia nella cappella viene subito esaudita e, dopo la firma sul libro delle visite, suor Ritalba ci ha accompagnato al piano superiore per introdurci nella cappella del san-tuario, ricavata proprio a fianco della camera da letto dei Martin, dove nacque Santa Teresa, dove c’è ancora la culla che la accolse ed il letto dove morì la mamma Zelia. Una parete della camera da letto è stata ab-battuta e solo una lastra di vetro divide la stanza dalla cappella. A fianco dell’altare un reliquiario in metallo dorato con al centro un fiore contenente una reliquia di Santa Teresa affiancato a destra e a sinistra dalle reliquie dei due genitori Luigi e Zelia.
Si è unita a noi una delle suore ed è iniziata la Santa Messa; l’emozione che si vive normalmente partecipan-do alla celebrazione della Santa Messa, in quel luogo, è stata amplificata dal sentirci avvolti dall’amore di Dio proprio in quel luogo dove quell’Amore, vissuto e testimoniato ogni giorno della loro vita da due santi genitori, ha prodotto tanto frutto!
In questa famiglia ordinaria, illuminata dalla fede, confrontata con i rischi della vita, minata dalla malattia, sono emerse le risposte e le vocazioni delle cinque ragazze. Quattro di loro hanno scelto lo stesso Carmelo, quello di Lisieux. Leonia invece ha orientato la sua scelta verso la Visitazione di Caen.

La loro fede era serena, umile, ardente e radicata nella vita della Chiesa. Teresa scrisse a padre Bellière, alla fine di luglio 1897, due mesi prima della sua morte : “Il buon Dio mi ha donato un padre ed una madre più de-gni del Cielo che della terra. Essi chiesero al Signore di dar loro molti figli e di prenderli per Sé. Questo desiderio fu esaudito: quattro angioletti volarono in Cielo e le cinque figlie rimaste nell’arena presero Gesù come Sposo”.
Al termine un’altra suora ci ha accompagnato nella visita di tutta la casa e delle varie stanze: la stanza dove Zelia aveva il suo laboratorio di pizzo di Alençon con le lavoranti, le scale dove Teresina piccola ad ogni gra-dino chiamava sempre la mamma per sentirne la voce e scendere; come dono finale, suor Ritalba ci ha fatto aprire la stanza che si affaccia sulla cappella, dandoci la possibilità di entrare e soffermarci in preghiera pro-prio accanto alla culla dove Teresina ha certamente sognato per la prima volta le gioie del Paradiso.
Il Vescovo Douglas ha chiesto a Suor Ritalba se fosse possibile avere una reliquia dei coniugi Martin e lei ha chiamato il rettore del santuario, che ha promesso di spedirne una non appena possibile.
Dopo una visita al negozietto per l’acquisto di qualche ricordino si è fatta l’ora di lasciare, anche se a malin-cuore, la casa e di salutare quelle suore davvero “gentilissime”!
Alle ore 11.40 ci siamo messi nuovamente in viaggio per la nuova meta: Nevers, dove incontreremo un’altra santa, alla quale io mi sento particolarmente legato, Santa Bernadette Soubirous.
Abbiamo effettuato una sola sosta alle 15.00 per un velocissimo pic-nic nel verde, e siamo arrivati alle 16.00 al convitto Espace Bernadette, ricavato all’interno dell’antico convento di Saint-Gildard, casa madre della Congregazione delle Suore della Carità di Nevers dove, lasciando Lourdes, la sera del 7 Luglio 1866, Berna-dette Soubirous decise di rifugiarsi fuggendo dalla notorietà e dalla curiosità della gente. Ci rimase 13 anni presto costretta a letto da asma, tubercolosi, tumore osseo al ginocchio; qui, all’età di 35 anni, Bernadette si spense il 16 aprile 1879, mercoledì di Pasqua.

E’ un luogo molto bello, circondato da giardini, prati e aiuole fiorite, dove io e Graziella siamo stati altre volte; in questa occasione ci hanno accolto alla reception dicendoci che hanno tante prenotazioni e che, nono-stante la conferma ricevuta da diversi giorni, non potevano assegnarci la camera doppia, e non avevano po-sto neppure per cenare; quindi noi due dormiremo separati: tre celletta singole, vicine, molto semplici ed essenziali, con bagno al piano ma il tutto è decoroso e pulito e, soprattutto, si dorme a pochi metri da dove riposa la Santa.
Abbiamo anche chiesto di potere celebrare la Santa Messa alle ore 7 anziché partecipare alla celebrazio-ne delle ore 8.00 in lingua francese ricevendo però una ulteriore risposta negativa; per l’insistere con carità di mons. Vescovo e l’intercessione di Bernadette l’addetto si è finalmente addolcito concedendoci il dono richiesto e rimandando le pulizie della cappella, previste per la stessa ora. Deo gratias!
Siamo andati subito a fare un saluto a Bernadette il cui corpo incorrotto è riposto in un’urna di vetro situata nella cappella del convento a fianco dell’altare con il tabernacolo contenente in Santissimo, poi, alle 18.00, siamo ritornati per il vespro. Siamo quindi usciti per una visita a piedi della città, che sorge sulla Loira al cen-tro della Francia: la Cattedrale, pesantemente bombardata del 1944, il centro Medioevale e la passeggiata lungo l’argine della Loira, sempre con la bella luce di queste latitudini.
Dopo la cena in una rustica trattoria locale siamo rientrati alle ore 22.00 con ancora luce. Il nostro caro Ve-scovo ci ha augurato la buonanotte e noi ci siamo fermati ancora un po’ a parlare con una simpatica signora francese, Juliette, innamorata dell’Italia e desiderosa di parlare italiano con noi.
Dopo l’ultimo saluto alla Santa nella cappella ed una preghiera davanti al santissimo siamo andati anche noi a dormire, separati, ma più uniti che mai. Domani si partirà per il ritorno in diocesi e a casa.

Pubblicato lunedì 27 Luglio 2015 alle 08:01

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