Camminando sui passi di San Vicinio

L’ormai rinomato Cammino si snoda in Appennino, da Cesena fino all’eremo di Camaldoli e a La Verna. Un itinerario per amanti della natura e della spiritualità

di Michela Mosconi

Se è vero che viviamo in un tempo frenetico, sempre di corsa tra lavoro, appuntamenti e agende piene di impegni da onorare, si sente, d’altra parte, l’esigenza di fermarsi un po’, alla ricerca di quiete e silenzio. Se per anni parlare di Romagna ha significato turismo balneare, spiaggia rovente, bagni al mare, caos rivierasco, negli ultimi tempi sono sempre di più le persone che intendono scoprire l’entroterra, prediligendo un tipo di vacanza diverso, all’insegna della natura e di tutto ciò che il territorio cesenate può offrire.

E’ in quest’ottica che si può leggere la richiesta, sempre più insistente, di informazioni sul Cammino di San Vicinio o l’intenzione di gruppi o singoli di percorrerlo tutto o una parte. Si tratta di un fiore all’occhiello del Cesenate, con il suo quartier generale a Sarsina dove nacque nel 2008 su felice intuizione del Comitato per i mille anni della Basilica Cattedrale della città plautina.

Oggi questo percorso ad anello si sviluppa per 320 chilometri, 14 tappe, due deviazioni e sei collegamenti su sentieri segnalati partendo dal capoluogo plautino, con un percorso che abbraccia tutto l’Appennino romagnolo con le sue ricchezze culturali, enogastronomiche e di spiritualità e “dove contano – dice Michele Buldrini presidente dell’Associazione il Cammino di San Vicinio – per raggiungere la meta, più le motivazioni personali che la preparazione fisica”.

Per divertimento, per svago, ma anche per riscoprire le radici della propria fede. Il Cammino di San Vicinio, ricordiamo, si snoda per diverse località in cui sono forti i segni di una fede antica e che testimonia le radici cristiane dell’Europa: l’eremo di Camaldoli, quello della Verna e di Sant’Alberico. Toccando pievi incantevoli come quella di Montesorbo o Bagno di Romagna o cattedrali millenarie come la Basilica di Sarsina. Un territorio che invita al silenzio e alla preghiera, un cammino che non è solo attività fisica ma che invita ad un’intima riflessione personale e spirituale. Un giro alla portata di tutti, diventato un punto di riferimento importante per gli amanti del trekking e delle camminate anche grazie agli importanti miglioramenti per la sua valorizzazione.

SEMPRE PIU’ FRUIBILE

“Abbiamo superato le difficoltà iniziali – spiega Michele Buldrini -. Ora si tratta di lavorare per farlo conoscere di più, valorizzandolo ulteriormente grazie alle sinergie con gli enti e i Comuni sui quali il cammino passa”. Dopo un periodo di ’collaudo’ durante il quale si sono resi necessari diversi interventi di manutenzione della sentieristica in seguito ad atti vandalici con cartelli divelti, saccheggi e altre azioni incivili, si è lavorato per migliorare il percorso, renderlo sempre più attraente e fruibile.

“Siamo entrati a far parte del progetto Cammini d’Europa, su cui il Gal L’Altra Romagna sta lavorando dal 2012. Questo ci ha permesso non solo di entrare a far parte di un circuito più grande, ma anche di attivare una serie di azioni per dare maggiore visibilità al nostro Cammino che si è potuto dotare di un nuovo sito web, una cartina 1:5000, una nuova brochure, dei totem che verranno distribuiti negli uffici turistici e in altri punti strategici. Il materiale verrà diffuso a breve, non appena ci sarà l’ok della Provincia”, spiega Buldrini.

Attraverso la Rete di Operatori Locali (Rol) e dopo aver vinto un bando apposito, Pierluigi Bazzocchi ha portato avanti un prezioso lavoro di mappatura e monitoraggio di b&b, ostelli, ristoranti e di tutte le strutture in grado di offrire pernottamento e ristoro a chi compie il tragitto, ma anche punti vendita di prodotti legati al territorio. “Questo ha permesso anche un lavoro di sensibilizzazione nei confronti di albergatori e ristoratori. Chi sarà disponibile a garantire prezzi contenuti per i pellegrini e i camminatori avrà la possibilità di aver affisso il simbolo del Cammino nella propria struttura”.

CAMMINATORI IN GRUPPI

L’opera di sensibilizzazione è quella su cui Michele Buldrini insieme ai suoi collaboratori sta puntando molto. A Sarsina, per esempio, grazie alla presenza di gruppi di camminatori, è nata un’iniziativa, Itineraria (il festival del camminare lento), che ha proprio il Cammino come protagonista. “Il suo appeal verso le istituzioni e gli enti, penso alle tante Pro Loco sparse sul territorio, è molto buono. Appoggio tutte le iniziative che da questi provengono. Se ogni Comune o ente si facesse promotore di iniziative, il Cammino dispiegherebbe il massimo delle sue potenzialità e l’Associazione che guido potrebbe fungere anche da coordinamento dei vari eventi”.

Che il Cammino di San Vicinio sia un’opportunità unica per il territorio lo hanno capito anche in pianura: il Comune di Cervia ha aderito all’Associazione tanto che è al vaglio una variante del tragitto fino ad allungarlo alla località delle saline. Mentre si sta studiando un’altra deviazione al percorso in modo da toccare il centro storico di Mercato Saraceno attualmente tagliato fuori.

Intanto sempre più persone decidono di percorrerlo. “Recentemente – svela Buldrini – un ragazzo di Cesena, ben preparato atleticamente, l’ha percorso tutto in tre giorni e sappiamo di gruppi che si stanno preparando per la seconda decade di luglio”. Un paio di anni fa sono riusciti nell’impresa anche tre sarsinati, bravi camminatori, che lo hanno percorso interamente in una decina di giorni. Il grande lavoro dietro al percorso dedicato al Santo Protettore di Sarsina e della diocesi si avvale anche del prezioso contributo della sezione cesenate del Cai che, conclude Buldrini, “ha contribuito a mettere in sicurezza i sentieri, testando il percorso e rendendolo più sicuro”.

Pubblicato giovedì 16 Luglio 2015 alle 00:01

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