Famiglia naturale per millenni, anche prima di Cristo. Non piace più? Allora chiamiamola “famiglia bio”

Caro direttore,
diciamo la verità, in un periodo di crisi di fede è quasi confortante sapere che tante associazioni “locali” e immagino anche molto rappresentative dei cittadini di Cesena seguano in modo così interessato e attento le parole del nostro vescovo Douglas, magari arriverà a breve anche l’intervento di qualche bocciofila o di un circolo pesca (ovviamente non voglio offendere queste realtà) che pur di andare sui giornali per comunicare a tutti che esistono proveranno a dire la loro sulle parole del vescovo.

Ovviamente la mia è ironia, il diritto di replica e il diritto di espressione è sacrosanto, ma sarebbe opportuno capire quante persone a livello locale realmente rappresentano queste associazioni che troppo spesso danno l’impressione di esistere soltanto perché in contrapposizione a qualcuno o a qualcosa.

Fatta questa premessa vorrei togliermi l’abito del cattolico prof. di religione e provare laicamente (come dicono gli amici atei usando la ragione) a spiegare alcuni semplici concetti rispetto alle loro affermazioni.

1) “le famiglie sono tutte bellissime anche quelle omosessuali con figli”: chi legge questa frase capisce quello che vuole e non discuto, ma a qualcuno non viene in mente che quei bambini sono stati originati da un uomo e da una donna? Questi bambini non hanno forse il diritto di essere cresciuti dal padre e dalla madre che li hanno generati? Mi sembra una domanda molto laica che parla di diritti e doveri..…

2) Tutte le associazioni dall’Usar all’Arcigay si sono scagliate contro il concetto di famiglia naturale. Cosa vuol dire famiglia naturale? In un mondo che vuole essere libero dagli invadenti interventi umani e preferisce energie bio, alimenti bio, pannolini bio, farmaci omeopatici, case a impatto zero, certificazioni green e altro ci può essere qualcuno che difende l’uomo non creato in laboratorio?

Dire famiglia naturale significa laicamente quel luogo in cui da un rapporto sessuale tra un uomo e una donna nasce una vita, chiamiamola famiglia bio, famiglia green o famiglia naturale, ma sembra abbastanza chiaro cosa significhi. E’ stato così per millenni ancor prima che esistesse il cristianesimo.
Non si capisce perché su tutti gli altri aspetti che ho citato si fanno battaglie e si seguono le mode e invece per quello che riguarda l’uomo qualsiasi sperimentazione o tecnica da laboratorio è possibile anzi incoraggiata.

Se io uccido una persona è evidente il significato del termine morte naturale, se mi butto da un aereo col paracadute cado perché c’è la legge naturale di gravità, se metto 2 persone dello stesso sesso dentro una stanza a fare sesso sembra banale dirlo, ma una vita non può nascere. Non c’entrano religioni, filosofie o altro. E’ la natura che ci impone queste leggi, l’uomo può inventare il paracadute, potrà forse dire di poter volare, ma certamente non potrà dire che la legge di gravità non esiste.

Poi qualcuno dirà che è normale parlare di uteri in affitto, vendita di ovociti e spermatozoi, ma almeno non si può togliere il diritto a qualcuno di dire che tutto questo naturale non è e non è neanche bio, green. Anzi, dietro a tutte queste pratiche ci sono società che lucrano miliardi sulla pelle delle persone.

3) “Tutti i diritti per tutti”, questo è lo slogan che ho visto pubblicizzare ad alcuni ragazzi scout nell’ultimo Gay Pride di Roma. Anche qui mi permetto di riflettere in modo laico sulla questione. Sarebbe utile riprendere gli studi universitari sulle varie dottrine politiche, ma annoierei tante persone. In estrema sintesi per come ognuno la vuole vedere lo Stato è composto da persone diverse che ovviamente hanno desideri, passioni, pulsioni, interessi molto diversi. E’ nella logica della convivenza civile che un qualsiasi desiderio non possa diventare legge riconosciuta per tutti, vivremmo nel caos e nell’anarchia. La convivenza civile si basa sul riconoscimento di leggi che partono da valori condivisi e riconosciuti (come voleva essere la nostra carta costituzionale). In questo senso il principio “io ho un desiderio e questo deve essere riconosciuto dallo stato” è il contrario di ciò che sta alla base dello Stato stesso che deve perseguire innanzitutto un bene comune e non un bene particolare.

4) “Famiglie omosessuali e Costituzione: questo matrimonio s’ha da fare”. E’ interessante vedere come queste persone aperte al dialogo abbiano invitato soltanto relatori a favore dei matrimoni omosessuali, ma va bene che ognuno a casa sua faccia quello che vuole (tranne il Vescovo ovviamente). Mi permetto soltanto di sottolineare che la stessa senatrice Cirinnà che ha presentato la discussa bozza su famiglie omosessuali dice chiaramente che se si segue la carta costituzionale in materia di famiglia non si può parlare di matrimoni tra persone dello stesso sesso, perché sarebbe contro la stessa Costituzione.

A questo punto nasce una domanda: “come si possono realizzare in Italia matrimoni tra persone dello stesso sesso?”

Semplicissimo, si aggira il limite della Costituzione, la senatrice per la sua proposta di legge dice di far riferimento all’articolo 2 e 3 della costituzione che rimanda alla libertà di associazione tra persone e non alla famiglia.

In sintesi si dice: “questa cosa per la costituzione non si può fare, però la facciamo lo stesso chiamandola in un altro modo e dando gli stessi diritti di quella cosa che non si può fare”.

Anche qui mi permetto una considerazione laica e razionalista, andando oltre quello che ognuno pensa sui matrimoni dello stesse sesso, giuridicamente e politicamente siamo alla repubblica delle banane. Se un politico che crea le leggi afferma questo immagino che ogni cittadino si senta poi il diritto di interpretare a suo modo le leggi su tasse, codice della strada, fisco, ecc..

Invece è chiaro e palese per tutti che se a livello personale voglio vivere e coltivare quel mio particolare desiderio lo posso fare senza problemi (sempre nei limiti di legge che possono essere modificati o allargati) ma questo non significa che io abbia bisogno di un riconoscimento legislativo per rendere il mio particolare desiderio possibilità per tutti.

5) Infine arriviamo alla citazione quasi comica dell’UAAR “Noi laici crediamo invece che la famiglia sia un organismo che è sano solo se è ricco di amore, accoglienza, condivisione e rispetto, indipendentemente dal sesso di chi lo compone. Sono esistite per secoli comunità monosessuali che hanno allevato generazioni di bambini e bambine: sono i monasteri e i conventi che si sono occupati degli orfani e dei trovatelli, ma che non hanno mai destato le ire dei cattolici intransigenti. Quando si comincia a selezionare cosa è “naturale”, e dunque “giusto”, e cosa no, ci si avvicina pericolosamente ad un pensiero intollerante che ha creato, nei secoli, atroci sofferenze”.

Premesso che è abbastanza assurdo affermare che è giusto quello che si sta affermando mentre sia ha la pretesa di indicare a priori sbagliato quello che dice un altro e nello stesso momento indicarlo come intollerante, vorrei fare presente che la frase su monasteri e conventi è un clamoroso autogol. Infatti questi luoghi accudivano i bambini che venivano affidati loro non per desiderio personale (come ora vorrebbero fare le coppie omosessuali) ma per amore alla vita dei bambini che altrimenti sarebbero stati condannati alla morte e alla fame.

Il punto però è che in questi monasteri venivano educati alla bellezza della famiglia cristiana e naturale, formata cioè da un uomo e una donna; questa educazione ha permesso a migliaia di bambini di crescere e costruire nuove famiglie ed è anche per questo motivo che nella nostra regione esistono così tanti Casadei, Casadio, Diotallevi.

Questo esempio dimostra esattamente quello che dicono tante associazioni cattoliche scese in piazza recentemente sull’importanza di una educazione che tenga conto della famiglia naturale e non di un’educazione che lascia in sospeso il genere dei bambini.

Dopo queste considerazioni “laiche” mi rimetto nel ruolo di padre, marito e insegnante segnalando ai nostri amici che se vogliono invece riscoprire la bellezza di una famiglia naturale ne possiamo parlare.

Cordiali saluti.
Domenico Tallarico

Carissimo Tallarico,
dico solo che mi piace molto la definizione di famiglia-bio. Penso proprio che la adotterò. Voglio vedere chi avrà il coraggio di scagliarsi contro. Bio, green, et similia: sì, ci siamo. Mi hai convinto.

A presto.

Francesco Zanotti
zanotti@corrierecesenate.it

Pubblicato giovedì 2 Luglio 2015 alle 00:00

Trattandosi di un vecchio articolo non è più possibile commentare.

Brevi quotidiane

Ultimi articoli

Ultimi interventi

Parole di Vita

Archivio Documenti