“Penelope”, un convegno per non dimenticare

Al Palazzo del Ridotto incontro promosso dalle famiglie e amici delle persone scomparse

CESENA – Un’attenta platea ha preso parte, nella mattina di sabato 20 giugno al Palazzo del Ridotto, a Cesena, al convegno promosso dalla onlus “Penelope” Emilia Romagna, l’associazione nazionale delle famiglie e degli amici delle persone scomparse che nel comprensorio cesenate trova espressione nella presidente regionale Marisa Degli Angeli, mamma di Cristina Golinucci, la giovane di Ronta scomparsa oramai 23 anni fa nei pressi del convento dei Cappuccini, a Cesena.

Mentre la città si preparava a vivere la fiera, tra fischietti e profumo di lavanda, il confronto è stato aperto dalla riflessione del vescovo Douglas che ha riportato le parole del Salmo 8: “Che cosa è l’uomo, perché te ne ricordi? Eppure l’hai fatto poco meno degli angeli…”. “Ecco – ha sottolineato il vescovo – la presenza di Penelope ci invita, come Chiesa, ad assumere impegni e a riflettere. La Chiesa c’è, è disponibile perché lavora e valorizza tutti gli uomini, che sono ’poco meno degli angeli’”.

“Il dolore per la scomparsa di un nostro caro – le chiare parole di Marisa Degli Angeli – ci fa sentire la necessità di stare vicini. Ringrazio i volontari che si fanno prossimi di noi famiglie e che all’associazione Penelope dedicano tempo e risorse, per non perdere la speranza, nella ricerca della verità”.

Negli anni, l’approccio e le modalità di ’accoglienza’ di denuncia di scomparsa alle forze dell’ordine – e le primissime e fondamentali indagini che ne conseguono – sono notevolmente cambiate a favore di un intervento preciso e ’presa in carico’ più responsabile. “È questo uno dei frutti dell’impegno di Penelope – ha sottolineato il presidente nazionale Antonio Maria La Scala – ma purtroppo ancora troppo stiamo scontando. In particolare, i 1.385 cadaveri che giacciono non riconosciuti, senza nome e identità, negli obitori italiani, ci dicono che la strada è ancora lunga…”.

“I mass media possono assumere un ruolo importante nello svolgimento delle indagini per una scomparsa – ha sottolineato Silvia Gentilini, vicequestore al Commissariato di Polizia ora a Faenza, fino a pochi anni fa in servizio a Cesena -. Un costruttivo e franco servizio dei mezzi di comunicazione può risultare uno strumento investigativo in più per intercettare quell’attenzione emotiva che può risultare molto importante”.

Il convegno regionale è stato così occasione per riportare all’attenzione della memoria e del cuore le scomparse di giovani donne cesenati: Milena Pirini Casadei, scomparsa a Cesena nel 1998, a 24 anni di età; Cristina Golinucci, scomparsa il 1° settembre 1992 a 21 anni, nei pressi del convento dei cappuccini. In questi 23 anni, le indagini per cercare di capire quale sorte ha impedito a Cristina di tornare all’affetto della sua famiglia e dei tanti amici sono state aperte e chiuse otto volte; l’ultima risale al 2010, quando ricerche approfondite negli spazi del convento cesenate, anche con l’ausilio di mezzi tecnologici sofisticati e moderni quali il georadar, non hanno avuto esito.

È del 2000 la scomparsa, a Capannaguzzo di Cesena, della 35enne Manuela Teverini, per la quale è auspicabile un supplemento di indagini, a 15 anni dalla misteriosa scomparsa dalla casa che condivideva con il marito e la figlia piccola. Al convegno hanno partecipato la criminologa Roberta Bruzzone, Ulrico Baldari (collaboratore di Cattedra Forense), e Giacomo Franchi, investigatore.

Sabrina Lucchi

Pubblicato giovedì 25 Giugno 2015 alle 00:02

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